Santa Messa per il Precetto pasquale delle Forze Armate

Ci prepariamo alla Pasqua.Ne abbiamo tutti un grande bisogno, in un mondo segnato com’è da tante sofferenze e da poche speranze. Pasqua è primavera, vita che vince il male. Gli affanni non portano Pasqua, perché il benessere, peraltro così minacciato, esibito da alcuni, rincorso da altri, perduto con angoscia da molti, non genera, non crea, vive per se stesso, consuma ma non dona vita nuova, resurrezione. Spesso, anzi, prepara un piccolo inferno, pieno di disillusioni, di avversità, di sogni infranti, di angoscia perché poi ci sfugge sempre e non ci sazia mai. Abbiamo bisogno di Pasqua, cioè di una speranza che non deluda, che ci faccia rinascere. Una indicazione importante ce l’ha offerta a Carpi Papa Francesco. Pasqua inizia nello stare lontano dal male ma vicino a chi soffre. Gesù non fa scomparire il male magicamente, ma ha compassione della sofferenza, la fa propria e la trasforma. Non osserva il dolore degli uomini con la freddezza del burocrate o l’efficienza del funzionario che protegge se stesso. Soffre, ha compassione e piange sul suo amico ma non si accontenta di questo. Non “si piange” addosso come spesso avviene. Non si fa prendere dallo sconforto, dalla rassegnazione, dal pessimismo. Gesù è la vita e la vuole, appunto, vita, sempre bella, sempre piena, anche se limitata, perché amata. Dobbiamo sceglierla. È davvero “perfetta” se la sappiamo accogliere e se non abbiamo paura di donarla, altrimenti passa e non ce ne accorgiamo o, peggio, chiusi nelle preoccupazioni, ci sembra sempre che manchi qualcosa. Gesù è la resurrezione e la vita, perché è l’amore che la spiega, che ci insegna a trovarne il senso nell’amicizia e nel servizio. La sua speranza ci libera dalla tristezza, scioglie dal peccato che ci lascia sempre uguali, come le”ferite, i torti subìti o fatti che fanno sanguinare il cuore, il rancore che ci oscura, il rimorso che non ci abbandona, il peccato insomma che non si riesce a superare”. Non basta non pensarci o metterlo da parte! Possiamo liberarci dall’angoscia e non mandarla giù in fondo. “Non cediamo alla logica inutile e inconcludente della paura, al ripetere rassegnato che va tutto male e niente è più come una volta. Gesù accende la speranza e ci fa trovare la gioia anche nelle avversità, la speranza, la più povera delle virtù, ma anche quella che non fa perdere le altre. Trasforma il dolore in compagnia, il timore in fiducia, la prova in offerta d’amore”, ha detto il Papa. Ecco cosa ci chiede la Pasqua: rimuovere il nostro peccato, l’attaccamento alle vanità mondane, all’orgoglio che ci blocca l’anima, alle inimicizie tra noi e nelle famiglie, con le persone che incontriamo. Ci chiede di disintossicarci e disintossicare il mondo dal male, piccolo o grande chi sia. Ci fa ritrovare il gusto del servizio, del dialogare tra varie realtà perché il segreto è pensarci in relazione e mai come mondi chiusi. Non c’è sicurezza senza attenzione al bene comune! Così quanto è importante la relazione tra soggetti della stessa istituzione preposti tutti alla salvaguardia del bene comune, che è quello del nostro paese, ma anche dell’Europa e di tutte la fragile convivenza umana, qualunque essa sia. E’ la difesa di un bene decisivo com’è la pace e la convivenza. Del vostro sforzo vi ringraziamo. Voi lo sapete bene sia nel mantenimento di questo dono straordinario di cui godiamo sia per le missioni a difesa della giustizia e del ristabilimento della pace in un mondo segnato da tante guerre mondiali a pezzi. Per certi versi tutte ci debbono interessare. Anche per questo l’impegno personale e comune a trovare luce particolare nella Pasqua, che affronta il sepolcro, la croce, per arrivare alla resurrezione. Non facciamo mancare mai il nostro personale impegno, il cambiamento, la ricerca del bene.

03/04/2017
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