Solennità dell’Epifania

    In questo luogo quanti magi, quanti cercatori di speranza, di futuro! Proprio quando la notte è più profonda si vedono meglio le stelle, è scritto sullo stipite della porta del Monastero di Subiaco. Noi magi lo siamo diventati per necessità e per amore. Costretti da qualcosa che ha rovinato la nostra vita, che è venuto a modificare il nostro corpo, che ci ha costretto a cambiare le abitudini, a metterci in un cammino nuovo, incerto, spesso al buio. Ma anche, io credo, ci sono tanti che si sono messi in cammino proprio per aiutare chi ha bisogno di luce, per trovare una speranza per tutti, perché lavorar qui è sempre anche un servizio all’umanità. Questo è un luogo di tanta umanità vera. Anche per questo qui da tanto più fastidio la piccola disumanità. Qui è inaccettabile la logica del personale interesse, degli sprechi, dell’indifferenza. Qui ce ne accorgiamo subito e ci fa male! Forse qui anche impariamo che la vita è una cosa seria e solo aiutandoci e sostenendoci capiamo che siamo tutti in realtà cercatori di futuro, bisognosi di luce.
Qui abbiamo fretta, perché capiamo che la speranza non è un passatempo per oziosi, di uno che ha molto tempo e pure il lusso di sprecarlo, ma è lotta per la vita, per stare bene, per stare meglio, per illuminare con la solidarietà e l’amore la sofferenza, anche quella più difficile della fine della vita stessa. Abbiamo bisogno di una luce vera che non deluda. La stella è questa nostra speranza. E’ il nostro desiderio più profondo, che è scritto, in realtà, nel cuore di ogni uomo e lo spinge a cercare in alto. E’ questa stella che ci ha orientato anche quando non si vedeva niente, nelle notti di angoscia e depressione. La stella ostinatamente, come chi non si rassegna, ci ha fatto cercare la speranza. E ci sono tanti testimoni di amore che ci hanno confortato e sono stati come la stella. Alcuni hanno il volto dei nostri cari!
Ecco tutto, troviamo la luce, la manifestazione di Dio in quel bambino. Che mistero di amore! Non nelle luci cangianti degli uomini, che si impongono, come le luccicanti promesse di benessere, che oggi ci danno fastidio perché si rivelano per loro insulsaggine, tradiscono, perché ci lasciano soli. E’ la luce tenera della misericordia, di un bambino che è totalmente indifeso. Lì si rivela tutto il cuore di Dio, la sua onnipotenza. Spesso, quando siamo nell’angoscia, di fonte al male ci chiediamo: dove sta Dio, dove è finito, perché non mi aiuta? Ecco dove è finito: bambino per noi, per me. Si fa uomo perché il buio trovi la sua luce. Speranza nostra, luce umanissima e divina, misericordia cioè cuore che non resta distaccato, sostanzialmente indifferente, ma che si compromette per davvero con noi, con me, tanto da nascere e donarsi tutto. Accetta di soffrire, perché la nostra sofferenza trovi la vera consolazione: l’amore più forte del male. Ecco, solo in questo possiamo capire l’onnipotenza di Dio che fa sua la nostra miseria e la rende forte, perché amata.
Infine: per obbedire a Dio i magi disobbediscono agli uomini. Non ripassano da Erode: non restano prigionieri del subdolo, accattivante, valorizzante invito di tornare da lui. Non si può percorrere la stessa strada di prima e non possiamo essere complici con il male. Chi conosce e si prostra sull’umanità più vera, debole com’è, non può sopportare più chi umilia l’uomo, chi lo disprezza o lo usa. Con Erode non ci sono compromessi. Ogni volta che apriamo la Parola di Dio nel cielo della nostra vita si accende una stella, perché nel buio siamo guidati nel nostro viaggio. Impariamo a regalare, perché solo dando scopriamo l’amore e troviamo la gioia. Cerchiamo un re da ascoltare e venerare, per non finire sciocchi servi degli idoli di questo mondo o ossessionati re di se stessi, come Erode. Chiniamoci sulle tante mangiatoie di questo mondo, per imparare ad avere cura e rispetto per i piccoli e i deboli. E saremo raggianti, luminosi, come chi scopre l’amore, è amato ed ama. Questa è la vera gioia.


Cantava David Maria Turoldo: “Naufraghi sempre in questo infinito, eppure sempre a tentare, a chiedere, dietro la stella che appare e dispare, lungo un cammino che è sempre imprevisto, Magi, voi siete i santi più nostri, i pellegrini del cielo, gli eletti, l’anima eterna dell’uomo che cerca, cui solo Iddio è luce e mistero”. Sì solo quel Di bambino è il senso e la luce della nostra vita.

06/01/2016
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