Mercoledì di Quaresima/1

Bologna, arcivescovado

La Quaresima non è una penitenza in più, poco opportuna e incomprensibile in un momento così difficile e di sacrifici per tutti. La Quaresima non è autolesionismo in vista di un bene superiore, anzi guarisce le ferite del cuore e tra gli uomini.

Non si tratta di un astratto miglioramento individuale: quello in realtà lo cerchiamo con i tanti riti del benessere individuale, con il “si salvi chi può”, a qualsiasi prezzo, in tutti i sensi. La Quaresima ci aiuta a capire spiritualmente quello che stiamo vivendo, a cambiare personalmente perché il mondo, grande Ninive, non sia distrutto.

La pandemia ci rivela la forza e la resistenza del male, che chiede speranza e non facile e ottimismo. La Quaresima è come Giona: ci propone di cambiare perché Dio vuole che Ninive e i suoi abitanti vivano! Possiamo cambiare, tutti, anche quando ci sentiamo distanti come gli abitanti di Ninive, svuotati, privi di forza e in balia di quello che succede.

A volte ci sentiamo umiliati e quindi spesso pieni di rancore. Vogliamo diventare umili, cioè noi stessi, non mediocri! Nessuno è così lontano da non poterlo fare e accogliere il solo annuncio è già l’inizio. E poi non si cambia con un tasto, ma con un cammino appunto, l’itinerario della Quaresima. 

Non vogliamo che la pandemia passi invano, anche perché ci cambia comunque, magari indurendoci o riempiendoci ancora più di paura o di solitudine. Sappiamo quanti squilibri, ad esempio provoca nelle persone già fragili! Molti temono che crescano le ansie, le depressioni, la rabbia che fa diventare violenti come le risse tra i giovanissimi, la solitudine che nasconde  le ragioni di vivere.

Questa tempesta così dura, piena di sofferenze visibili e invisibili, superficiali e molto profonde, ci aiuta a scegliere quello che ci serve per davvero e a liberarci di quello che ci rovina, ci distrugge. Non basta aspettare che passi e infastidirci o terrorizzarci perché questo non avviene. In questi mesi non possiamo fare tante cose e non possiamo scegliere quello che vogliamo e quando vogliamo.

Cerchiamo allora di capire quello che conta per davvero, quello che vogliamo essere e per questo, per vivere bene, lasciare perdere tante cose che ritenevamo importanti e delle quali invece abbiamo capito che possiamo farne a meno, alcune volte che ci fanno proprio male.

Insomma la Quaresima ci propone di cambiare dentro, oggi, di non rimandare come spesso pigramente facciamo, di non aspettare di tornare come prima, di non essere prigionieri della paura o vivere da sconsiderati. Prendiamo sul serio quello che Dio ci chiede. A Ninive Dio sa che le persone non sanno riconoscere la mano destra dalla sinistra e a lui dispiace che vivano male. Non li giudica, ma li aiuta a cambiare.

Non dice: “peggio per loro”, “lo sapevo!”, “aspetto di vedere come fa a finire”, “pagano la loro presunzione”. E spesso siamo presuntuosi con davvero poco! La Quaresima è tempo in cui capiamo la misericordia di Dio che vuole che combattiamo il male, questa e tutte le pandemie e che impariamo a volerci bene per davvero e a sentire il suo amore che ci fa trovare noi stessi. 

Digiuno e preghiera. Digiuno che è astenerci da quello che ci fa stare male, dalle abitudini che ci comandano e impongono le scelte, che diventano compulsive. A tutti raccomanderei di digiunare dalle parole che fanno male agli altri e dal perdere tempo inutilmente sui social per cercare piuttosto la relazione vera, perché abbiamo capito tutti in maniera personale, sentito sulla pelle, le difficoltà e l’importanza delle relazioni che iniziano con il saluto e la gentilezza.

Dovremmo stare tanto tempo in presenza visitando qualcuno quanto tempo stiamo sui social! Dio si fa presenza perché ci vuole bene. Non manda un avviso o un messaggino! Visita! E anche noi visitiamo, specie chi è solo e aiutiamo chi ha bisogno.  Digiuniamo per recuperare relazioni, perché il male divide, isola, a volte ci fa diffidare di tutti e ci indurisce. Non permettiamolo. È vero che uno scopre che può essere un pericolo per gli altri con il Covid!

Ma il Signore ci aiuta a scoprire che responsabili di noi e del prossimo lo siamo sempre, e che solo preoccupandoci gli uni degli altri possiamo essere più forti del male. E se io vivo bene gli altri staranno bene e anche io potrò stare bene. Questo è il digiuno.

Digiuniamo dai giudizi che creano tanto distanziamento dagli altri e dalle vere “parolacce” (che sono sconsigliate a tutte le età!) che sono le parole (ma attenzione a volte anche quelle non dette!) che feriscono gli altri, che seminano divisione o offendono la persona. Ad ogni giudizio che ferisce ripariamo cercando e donando un motivo di stima dell’altro, per fargli sentire attenzione. Ad iniziare dal saluto e dalla gentilezza. 

E poi la preghiera, cioè curare il nostro rapporto personale con Dio. Abbiamo anche più tempo. In quaresima prendiamo l’abitudine di recitare alcune preghiere, anche le stesse, con l’insistenza necessaria  come quando si cerca di imparare una lingua nuova! Restiamo con lui, perché chi resta da solo con Dio poi impara a stare con gli altri, trova sé stesso e il prossimo.

Nella preghiera sentiamo il suo amore per noi, per me, e presentiamo a Dio i nostri sentimenti, impariamo a dargli per davvero del Tu e ad essere noi un tu per Lui, a fargli spazio nel nostro intimo, a volta un abisso anche per noi stessi. Davvero sentiamo come non ci abbandona nella prova, anzi, con la sua parola ci rende forti e ci orienta per indicarci la direzione e la speranza.

Ci sono delle bellissime proposte di preghiera anche nel nostro sito della Diocesi. Prendiamo in mano sempre la lampada della sua Parola, che rischiara con dolcezza le nostre oscurità, leggendo, ad esempio, le letture del giorno, recitando il salmo, sempre chiudendo la porta del nostro cuore per fare entrare Gesù e gustare la sua amicizia. Rendiamo gli incontri che facciamo richieste, i volti delle intercessioni, le notizie che raggiungono delle preghiere. 

La prova ci fa chiudere in noi, la preghiera ci fa sentire amati e allarga il nostro cuore. Con la preghiera recuperiamo il gusto. Il Covid, infatti, ci fa perdere il gusto e tutto sembra senza sapore, in fondo uguale. 

Grazie Signore perché ci aiuti a ripensare alla vita e quando scopriamo il limite della nostra debolezza e del nostro corpo ci rendi forti con la forza del tuo amore, perché Tu speri su di noi, ci fai sentire amati e ci aiuti così a cambiare per essere liberi da ciò che distrugge la nostra vita e fa perdere la nostra anima. 

24/02/2021
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