BOLOGNA – Il Cardinale Arcivescovo ha celebrato una messa in suffragio del predecessore, Card. Caffarra, nel terzo anniversario della morte. Nell’omelia ha ricordato il suo appassionato servizio per la Chiesa e il suo incondizionate amore alla Cattedra di Pietro.
Forse la prima celebrazione eucaristica veramente partecipata, anche da un punto di vista numerico, dopo il lock down. Domenica pomeriggio, l’Arcivescovo ha presieduto la celebrazione eucaristica in occasione del terzo anniversario della morte del suo predecessore il Cardinale Carlo Caffarra.
Erano presenti alla celebrazione i famigliari del defunto Cardinale e mons. Livio Melina, che collaborò con lui nell’Istituto Giovanni Paolo II per gli studi su Matrimonio e Famiglia.
Folta la partecipazione dei membri del Lion’s Club che intendevano onorare le vittime della pandemia.
Nello stesso giorno 6 settembre, ricorre l’anniversario della morte di Padre Marella, che sarà beatificato il 4 ottobre prossimo e verosimilmente questa sarà dall’anno prossimo la data della sua festa liturgica.
Il Cardinale ha espresso la gioia di questo incontro eucaristico dopo un lungo periodo di lontananza, comunità di fratelli e sorelle che fondano la loro concordia attorno al nome e alla presenza di Gesù.
Ricordiamo e ringraziamo il Cardinale Caffarra, ha detto ancora l’Arcivescovo, per la sua preoccupazione appassionata per la Chiesa e per gli uomini: certamente Caffarra avrebbe desiderato che venisse capito meglio nel suo coinvolgimento personale e in realtà fortemente affettivo, un coinvolgimento che mai si è trasformato in opportunismo. Tutt’altro.
Il Cardinale Zuppi ha fatto riferimento all’ultimo discorso preparato da Caffarra e non pronunciato a causa della morte improvvisa per la giornata della Nuova Bussola Quotidiana, una specie dunque di testamento spirituale che è prezioso anche in questo tempo di ripartenza dopo la crisi pandemica. Il discorso era sulla ricostruzione dell’umano dopo la contraffazione della coscienza morale subita dalla cultura occidentale.
Ringraziamo il Signore, ha proseguito l’Arcivescovo, per l’amore che il Cardinale ha avuto sempre per la Chiesa e per il modo con cui, anche nelle forti difficoltà, ha sempre professato la sua “assoluta dedizione e il suo amore incondizionato”, come ebbe a dire, “per la Cattedra di Pietro, il dolce Cristo in terra”.
Il discorso, ha detto ancora il Cardinale, si è interrotto improvvisamente, ma continua nell’amore pieno alla Chiesa e al mondo.
Il Cardinale Zuppi ha voluto anche ricordare il prossimo beato Olinto Marella con le parole che ebbe a dire di lui il predecessore: “Marella richiama la coscienza di Bologna; è una salutare spina piantata nella carne”. “Nello stesso sguardo, – diceva ancora Caffarra – padre Marella ha visto nel povero Cristo e in Cristo il povero. Ha visto la miseria umana; ha contemplato Cristo e con tutte le sue forze ha lavorato per avvicinarli. La sua testimonianza resti piantata nella coscienza della città”.
Terminata la celebrazione, l’Arcivescovo è sceso nella cripta, insieme ai famigliari del Card. Caffarra per una benedizione della tomba. Salutando i presenti il Cardinale ha ricordato l’intenzione di preghiera che tra le tante stava tanto a cuore al predecessore, e per il quale invoca ancora la sua preghiera dal cielo, cioè le vocazioni sacerdotali.