Carcere

Casa e lavoro per ripartire dopo il carcere

Due iniziative di concreto sostegno per l'integrazione

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Il lavoro e la casa. Per quanti vivono e terminano l’esperienza del carcere sono i due pilastri su cui costruire un nuovo futuro.

Lo ha detto chiaramente padre Marcello Mattè, cappellano del carcere della Dozza, sabato scorso, illustrando i due eventi che in poche ore hanno raccontato uno sguardo nuovo sulla detenzione con iniziative concrete di sostegno e integrazione. Il primo è il convegno nell’aula Bunker della Casa circondariale bolognese dal titolo «Perché ne valga la pena, esperienze di reinserimento», che ha celebrato i dieci anni di «Fare impresa alla Dozza» (Fid), una azienda meccanica che opera all’interno del carcere della Dozza nata per iniziativa di Gd, Ima e Marchesini Group (e da qualche anno affiancata anche dalla Faac) con lo scopo di agevolare il reinserimento nella società civile di persone in condizioni di oggettivo svantaggio.

Articolo completo di Luca Tentori su Bologna7

 

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