In Cattedrale

Giovani in preghiera per le vocazioni

Le parole dell'Arcivescovo nell'omelia

 

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La vocazione, come la vita, ha bisogno di trovare uno spazio accogliente per nascere, crescere e maturare. 

Essa ha bisogno di un terreno buono perché possa attecchire e di una casa nella quale fare Eucarestia, ringraziamento per la Parola ricevuta e il dono di quella fraternità perché insieme agli altri diventi feconda nella carità, a servizio di tutti.

Questa è l’idea di fondo della Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni di domenica prossima, in vista della quale si è tenuta mercoledì sera una veglia di preghiera molto partecipata dai giovani.

Nel tardo pomeriggio, radunati in vari centri di ritrovo significativi della città, dai francescani, i salesiani, i gesuiti, ad alcune parrocchie e Casa Emmaus alla Croara, i gruppi di giovani hanno condiviso la cena e hanno formulato alcune proposte che aiutino la comunità ecclesiale a favorire una frequentazione quotidiana e quel senso di casa alla quale si sogna di appartenere per essere fecondi.

In serata tutti i gruppi sono confluiti in Cattedrale dove si è tenuto un momento di adorazione eucaristia con l’Arcivescovo. Sull’altare, ad accogliere il Santissimo Sacramento, una casa simbolica, costruita anche grazie all’apporto dei giovani con le loro riflessioni nei gruppi.

«Rispondere al Signore – ha  detto nell’omelia – è per certi versi fare la sua volontà, ma anche la nostra. Stare con Lui ci libera dalle paure, dalle delusioni, dalle incertezze che ci fanno rimandare le decisioni. La casa del Signore non è mai definitiva, quello che è definitivo è Lui, è il suo amore».

Qui l’omelia integrale dell’Arcivescovo

 

 

 

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