Dialogo interreligioso

Il saluto a Rav Sermoneta a Villa Revedin

Sermoneta, il cardinale Zuppi e Yassine Lafram hanno insieme annaffiato l’albero di ulivo piantato nel 2014

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BOLOGNA – Nel parco di Villa Revedin, si è tenuta la cerimonia di saluto a Rav Sermoneta, da parte della Chiesa cattolica e della Comunità islamica bolognese e tanti altri ospiti.

Con la prossima festa di Rosh haShana – il capodanno ebraico, che cade quest’anno il 25 settembre – rav Alberto Sermoneta inizierà il servizio di rabbino capo della Comunità ebraica di Venezia, dopo 25 anni di servizio nella cattedra rabbinica di Bologna. Domenica scorsa, nel parco di Villa Revedin, si è tenuta una suggestiva cerimonia di saluto a Rav Sermoneta, da parte della Chiesa cattolica e della Comunità islamica bolognese. L’incontro, dal carattere molto festoso, testimonia un percorso di amicizia tra gli esponenti delle religioni abramitiche presenti a Bologna, che sta dando frutti di conoscenza e stima reciproca e di collaborazione, e sta conducendo tra l’altro alla creazione in città di una Casa per il dialogo tra religioni e culture. Al termine della serata, Rav Sermoneta, il cardinale Zuppi e Yassine Lafram della comunità islamica hanno insieme annaffiato l’albero di ulivo che nel 2014 venne piantato dagli stessi Sermoneta e Lafram con il cardinale Caffarra: un modo per testimoniare l’impegno comune ad alimentare il bene costruito.

«Ho accettato di andare a Venezia anche per cambiare, per rinnovarsi, per andare in una comunità un po’ più grande che ha una storia più antica – spiega rav Sermoneta -. Ma dobbiamo sperare che quello che è stato fatto a Bologna continui per mezzo di chi verrà dopo di me; soprattutto che mantenga il mio punto di vista, cioè il dialogo con le altre correnti religiose, con le altre tradizioni, con le istituzioni cittadine, regionali e che possa fare ancora meglio di me. Io quello che ho fatto qua lo prenderò come esperienza per l’altra comunità. Certo ormai sono vicino all’età della vecchiaia, ma spero di andare avanti ancora per qualche anno in quella comunità. Qui son venuto non sapendo quanto tempo avrei resistito, invece il Padreterno ha voluto che resistessi un quarto di secolo, che non è poco!».«

«Sono contento perché oggi oltre a salutare il rabbino dopo anni di amicizia, di dialogo e di cammino insieme, ho potuto rivivere le emozioni che abbiamo provato assieme al cardinale Caffarra – ha detto Lafram – piantando insieme al rabbino Sermoneta un ulivo e sicuramente oggi il fatto di volerlo di nuovo irrigare insieme è un buon segno di pace». «Voglio sottolineare con forza – ha proseguito – il fatto che Bologna è un laboratorio di dialogo e di un insieme di attività che rientrano nel dialogo interculturale e anche nel dialogo interreligioso , Bologna secondo me è una città da prendere d’esempio: abbiamo bisogno di far sì che queste buone pratiche si estendano e contaminano anche altre comunità».

«Davvero ti ringrazio perché la tua conoscenza della Scrittura , la tua sapienza della Scrittura mi e ci ha aiutato in tante occasioni – ha detto il cardinale Zuppi rivolgendosi a Sermonate -e questo in giornate di amicizia, sempre profonde, mai banali, sempre attente al testo ma anche all’attualità. Personalmente porto sempre l’immagine di quando siamo venuti nella Sinagoga per ricordare i deportati ebrei: è stato un momento di tutta la città perché è una ferita non solo per il popolo di Israele ma per tutta Bologna. Quindi è stata anche una grande occasione per dimostrare la forza del dialogo. E l’altra immagine che mi è rimasta impressa è stato quando, durante la pandemia, ci siamo trovati in Piazza Maggiore: il silenzio, rivolgersi in quei momenti davvero drammatici a Dio, come ci dice papa Francesco».

Andrea Caniato

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