Bologna Festival

La facciata di San Petronio dà spettacolo

Il progetto "La piazza si accende, i disegni nascosti di una facciata incompiuta"

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

BOLOGNA – Dal 15 al 19 settembre 2022 si è tenuto, nella facciata di San Petronio, il progetto “La piazza si accende: i disegni nascosti di una facciata incompiuta”: quello che avrebbe potuto essere e non è stato il profilo della chiesa e della piazza più bella di Bologna.

Uno spettacolo suggestivo che fa da preludio al ricco programma di Bologna Festival ha offerto ai bolognesi la possibilità di sognare la facciata della basilica di San Petronio come sarebbe stata, completata secondo i progetti che si sono succeduti nei secoli. È la tecnica del videomapping realizzata da Luca Agnani e basata sui documenti custoditi nell’archivio della basilica petroniana.

Giovedì 15 settembre 2022 il debutto, reso prezioso dal concerto dal vivo dell’Orchestra Senza Spine, diretta da Matteo Parmeggiani, con musiche di Respighi, Wagner e Rossini. Poi le repliche del videomapping che fino a lunedì hanno attratto migliaia di spettatori.

Con i suoi 60 metri di larghezza e 51 di altezza la facciata di San Petronio attira da sempre l’immaginazione di chi arriva in Piazza Maggiore. Contrariamente alle usanze medievali, la costruzione dell’edificio ha avuto inizio non dall’altare ma dalla facciata, che è quindi la parte più antica di tutta una struttura la cui costruzione si è prolungata per tre secoli. Da allora si sono succedute molte ipotesi e progetti per il suo completamento: che cercavano di combinare da una parte il rispetto per l’esistente medievale e dall’altra l’espressione artistica dei tempi.

In realtà a dare il vero colpo di grazia al completamento della facciata è stato Giovanni XXIII. Tranquilli! non il “papa buono”, ma Baldassare Cossa, che venne eletto papa in un Conclave tenuto a Bologna nel 1410 e che, allo scopo di conquistare militarmente Roma, svuotò le casse della Basilica e fece vendere il materiale di costruzione.

Il cuore della facciata è la Porta Magna scolpita da Jacopo della Quercia nel 1425 in marmo di Candoglia, questa nobile pietra grigio e rosa che viene cavata in Valdossola. Trasportata lungo il lago Maggiore, e i fiumi Ticino e Po, la pietra giunse al porto fluviale in centro a Bologna, attraverso il canale Navile, mentre la pietra d’Istria arrivava sempre via Navile dal Porto di Ravenna.

Il progetto “La piazza si accende: i disegni nascosti di una facciata incompiuta”: quello che avrebbe potuto essere e non è stato il profilo della chiesa e della piazza più bella di Bologna, fino alla suggestiva trovata di Mario Cucinella di creare un bosco verticale sugli spazi irregolari del laterizi. Sarà un’impressione, ma le grida di meraviglia del numeroso e interattivo pubblico presente, sono esplose in un applauso quando la facciata si è illuminata così com’è. Perché in fondo la chiesa come la città sono un cantiere mai compiuto, che guarda al passato e si apre al futuro.

condividi su