Lunedì 24 maggio

La festa della Traslazione di San Domenico

La Lettera del Papa in occasione dell'ottavo centenario della morte

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BOLOGNA – In occasione della festa della Traslazione del Fondatore dei Predicatori lunedì 24 maggio è stata celebrata una Messa nella Basilica di S. Domenico, presieduta dal Priore della Provincia di San Domenico in Italia, p. Fausto Arici.

Alla celebrazione, che quest’anno si svolge nel corso del Giubileo per gli 800 anni dalla morte del santo, ha portato il suo saluto anche  il Maestro Generale dell’Ordine, p. Gerard Timoner, e i monsignori Stefano Ottani e Giovanni Silvagni, Vicari generali dell’Arcidiocesi. La liturgia sarà animata dalla Cappella Musicale del Rosario della Basilica nell’ambito dell’itinerario “Musica e fede”. La liturgia è stata trasmessa anche in streaming dal canale YouTube dell’Osservatore Domenicano e di 12Porte.

San Domenico fu «un autentico predicatore di Grazia» e la sua «grande vocazione era quella di predicare il Vangelo dell’amore misericordioso di Dio in tutta la sua verità salvifica e potenza redentrice». È uno dei passaggi più significativi  con cui papa Francesco ha voluto ricordare la figura del fondatore dell’Ordine dei predicatori san Domenico di Guzmán (1170-1221) a 800 anni dalla sua morte (1221-2021). Lo ha fatto con una Lettera inviata al maestro generale dell’Ordine dei Predicatori.

Qui la fotogallery della Messa a San Domenico dello scorso 24 maggio a cura di Antonio Minnicelli ed Elisa Bragaglia.

 

A 12 anni dalla morte del santo, il 24 maggio 1233, un martedì di Pentecoste, il corpo di Domenico, in un primo tempo seppellito sotto il coro, in modo da adempiere al suo desideriodi essere sepolto “sotto i piedi dei miei frati”, fu spostato, appunto, traslato in un sarcofago di marmo, per essere poi collocato, nel 1267, nel corpo dell’Arca che, ancora oggi, ospita i suoi resti mortali.

Nel 1383 il sepolcro fu aperto per estrarre il capo del santo, per collocarlo in unreliquiario, ora conservato all’interno dell’arca. La testimonianza della prima traslazione è di uno dei primi successori di Domenico, il beato Giordano di Sassonia, autore della storia dell’inizio dell’ordine dei predicatori. La tradizione vuole che, alla traslazione, fossero presenti numerosi vescovi della zona, oltre il popolo dei fedeli che, fin dalla morte del santo, avendone riconosciuto la fama di santità, aveva iniziato a coltivarne una pia devozione.

L’anno successivo Domenico, nel 1234, fu dichiarato santo da papa Gregorio IX. La testimonianza dello stesso Giordano dà conto del prodigio avvenuto proprio in occasione della traslazione del santo dalla sua primitiva sepoltura al sarcofago di marmo: “Tolta dunque la pietra, un meraviglioso profumo incomincia aesalare dal foro, e gli astanti attoniti per la sua fragranza si domandano meravigliati di che cosa si tratti. Si stupiscono i presenti e, sorpresi dallo stupore, cadono bocconi. E rompono in dolci pianti, si comunicano la gioia negli animi; il timore e la speranza si contendono il campo, quelli che sentono la soavità del meraviglioso profumo scatenano gare edificanti”.

Le successive traslazioni, avvenute, però, senza aprire il sepolcro, sono avvenute nel 1411, nel 1605 e nel 1943, per mettere al riparo dai bombardamenti i resti del santo, poi ricollocati nell’arca il 15 settembre 1946.

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