In Cattedrale

La luce dell’amore per costruire pace

Secondo incontro sulla formazione alla fede e alla vita

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L’incontro in Cattedrale con lo scrittore Alessandro Baricco, nell’ ambito della formazione alla vita del percorso sinodale

Costruire la «cultura mite della pace», che si opponga alla «bellezza terribile ma molto esaltata della guerra», sulla base della visione «luminosa e sconvolgente» del Vangelo, che «pone l’amore alla base della vita umana». È il messaggio che hanno lanciato concordemente l’arcivescovo Matteo Zuppi e lo scrittore e formatore Alessandro Baricco, nell’incontro che si è tenuto giovedì sera in una Cattedrale gremita di persone attente e partecipi.

L’incontro era nell’ambito del percorso sinodale della nostra Chiesa di Bologna, che quest’anno ha scelto come tematica di fondo la formazione alla fede e alla vita; nella serata si è parlato della «Formazione alla vita», con Baricco intervistato dalla giornalista de «Il Regno» Maria Elisabetta Gandolfi, l’intervento finale del Cardinale, gli intermezzi musicali del coro «Di canto in canto» e l’attore Gabriele Marchesini che ha letto un suggestivo brano di «Oceano mare», una delle più celebri opere di Baricco.

E proprio da questo brano lo scrittore è partito, ricordando che in esso si raffigura la sua visione della vita come un fiume, che per giungere al mare non fa un percorso rettilineo, ma molte curve, per poi confluire nell’immensità. Questa visione è anche alla base della sua «Scuola Holden», nella quale si insegnano materie insolite, ma essenziali per la formazione umana, come «Armonia», che significa «mettere insieme i pezzi del proprio mondo in modo che risuonino armoniosamente» e «Intensità», cioè saper «trasferire l’energia del mondo, farlo vibrare di stupore e meraviglia e trasferire la vibrazione “di là dal fiume».

Baricco ha anche parlato della dimensione «sacra» del mestiere di scrittore, che «si fa da fermo, da soli, come in un rito, cercando nella propria concentrazione la conoscenza di sé e in un certo senso la propria salvezza». Poi l’«endorsement» per la «bellezza mite della pace», che è davvero difficile affermare in una società la cui cultura ha tradizionalmente esaltato, invece, una supposta «bellezza» della guerra, a partire dall’«Iliade» di Omero; e le uniche portavoce della pace sono sempre state le donne. Una bellezza che è stata esaltata anche dal cardinale Zuppi: «Abbiamo l’enorme fortuna – ha ricordato – di vivere da 80 anni senza guerra, eppure non riusciamo a comunicare la bellezza della pace che pure viviamo, che ci è stata data».

Per costruire la pace però, è necessaria un’altra bellezza, quella dell’amore. E anche su questo Baricco e Zuppi si sono trovati in sintonia. «Quella del Vangelo è una rivoluzione pazzesca, soprattutto per l’epoca – ha sottolineato Baricco. È inaudito infatti che un uomo, che molti considerano Dio, inserisca nel mondo come centrale la categoria dell’amore vicendevole. E di fronte a questa realtà inaudita, siamo tutti discepoli». Di fronte a ciò, ha puntualizzato Zuppi, «è necessario mantenere lo stupore, il “cuore ardente” dei discepoli di Emmaus, neiquali agisce con la sua forza lo Spirito».

Non è mancato un accenno alla malattia, che Baricco sta vivendo, e di fronte alla quale è necessario, ha detto «non avere un atteggiamento “combattivo”, ma di resilienza». E su questo il Cardinale ha voluto sottolineare che «la malattia è parte della vita, segno della nostra fragilità, e ci insegna ad amare, ad entrare in relazione, a capire che nessuno si salva da solo. Dobbiamo coltivare la logica che ci riempie la vita».

Chiara Unguendoli

Crediti fotografici: Minnicelli-Bragaglia

Guarda il servizio di 12Porte con le interviste e la cronaca della serata

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