Funerali di Giulia e Alessia

L’omelia del parroco di Castenaso

Pubblichiamo le parole pronunciate venerdì 5 agosto da don Gian Carlo Leonardi alle esequie delle sorelle Pisanu

Riportiamo di seguito l’integrale dell’omelia di don Gian Carlo Leonardi, parroco di Castenaso, pronunciate venerdì 5 agosto in occasione delle esequie di Giulia e Alessia Pisanu

Nella mattinata di venerdì 5 agosto il parroco di Castenaso, don Gian Carlo Leonardi, ha celebrato i funerali delle sorelle Giulia ed Alessia Pisanu decedute la scorsa domenica 31 luglio a Riccione in seguito all’investimento di un treno Frecciarossa.

Di seguito proponiamo le parole del sacerdote alle esequie delle giovani:

Introduzione

Insieme, con silenzio, rispetto, e tanta tenerezza: questa Celebrazione vuole offrire alla famiglia e a tutti una Carezza!

Vogliamo attivare lo sguardo del cuore, quello che ci permette oggi di penetrare in profondità il mistero della vita e della morte.

E’ lo sguardo di Dio, è lo sguardo di cui è capace una Padre e una Madre nei confronti delle figlie, è uno sguardo speciale, che vede la realtà nella prospettiva del voler bene con tutto se stessi.

Noi vediamo due figlie, vediamo due adolescenti vivaci e libere, vediamo in esse Dio! Dov’è Dio? Nel loro inseguire sogni e desideri di pienezza di vita!

Noi vediamo il dolore enorme, il dolore che è provocato dall’amore ferito!

Noi vediamo una famiglia che unita lotta insieme, vediamo una Comunità che sgomenta ma non paralizzata, si stringe e desidera annunciare la forza della solidarietà e della vicinanza.

Vediamo tanti giovani e genitori, che pongono la domanda della vita, della speranza, la domanda del senso, la domanda del futuro, la domanda del dolore, la domanda della morte e la domanda di Dio!

Nel silenzio, nel rispetto, comunichiamo affetto, comunichiamo speranza, comunichiamo una piccola fede che è luce dentro il buio, comunichiamo che il bene è più forte del male.

Omelia

Noi da domenica, “vediamo” la cronaca di una tragedia, ne cogliamo letture e riletture, ricerca di particolari, giudizi, un “vociare” che ha creato un’eco di reazioni, sembrano tutti avere una parola da dire e in tanti maestri.

Noi da domenica vediamo, nella famiglia di Alessia e Giulia, un dolore inimmaginabile, e ci fa paura scivolare nel “vicolo cieco” del “vuoto”, della banalizzazione del male, del cinismo e della disperazione, Papà Vittorio lo chiama il “Tunnel”!

Ci dice la Parola letta: “Vidi un cielo nuovo ed una terra nuova”: gli occhi del cuore vedono!

Cosa vediamo noi oggi con gli occhi del cuore?

Noi oggi vediamo: due figlie volute, cresciute, amate, curate;

Noi vediamo, un papà che ha costruito con talento il suo lavoro ed è vissuto per le sue figlie;

Noi vediamo una madre che impietrita dal dolore, esprime con lo sguardo e le lacrime il suo cuore amorevole;

Noi vediamo Stefania, una sorella che ha fatto da madre, da amica, sono sue parole, che ha Alessia e Giulia scolpite dentro nell’affetto;

Noi vediamo una famiglia dove la fraternità, la familiarità e l’amicizia, vengono vissute e partecipate con un calore, una dedizione, una fedeltà davvero genuine.

Il dolore è enorme, il male sembra aver vinto, e si insinua dentro, dappertutto!

Noi oggi, quasi sottovoce, perché ci sentiamo piccolissimi, sussurriamo, ma lo sussurriamo ad ogni cuore e ad ogni vita, soprattutto a papà Vittorio e mamma Tania, a ogni papà e ad ogni mamma, a tutti gli amici:  che il bene è più forte del male!

Il dolore lo vivremo insieme, non ci lasceremo sbriciolare; il dolore lo vivremo nella fraternità, nell’amicizia e con Dio, il Dio di Gesù: con la tenerezza e la concretezza di chi non nega la tragedia ma che confida in una “Tenda”, cioè un piccolo luogo di rifugio e riparo, come ci ha detto la prima lettura, dove chi soffre di più e chi non ce la fa, viene ospitato, accolto, ascoltato, e trova qualcuno pronto ad un abbraccio, ad una carezza, e a raccoglierne una lacrima o tante lacrime.

Una Tenda, quella che il Dio di Gesù, promette e regala, quella che si vive in Comunità e insieme, è fatta di convivialità e servizio, calma e silenzio, una Tenda dove si respira speranza e fiducia.

“Ecco io faccio nuove tutte le cose”!

Ad Alessia e Giulia nella loro adolescenza e giovinezza, sono state consegnate, fiducia, stima, libertà ed autonomia, è stata chiesta responsabilità. Che coraggio!

Stavano vivendo la libertà dell’amore, dei desideri e dei sogni grandi della vita!

Alla luce del Vangelo di Gesù e dell’amore del Padre, io vedo oggi, che quei due cuori e quelle due anime sono state abitate dall’amore e da Dio, io oggi Dio lo vedo in loro.

Alessia e Giulia ci gridano, questa volta non sussurrano, che il nostro e il mio mondo di adulti deve credere in loro, deve consegnare non giudizio, sospetto, ma deve consegnare Stima, perché una grande dignità e un grande tesoro abita la loro vita e quella di tanti ragazzi.

Dare stima e fidarsi dei ragazzi terrorizza me e noi adulti, ma questa è l’unica via!

Desideriamo insieme a papà Vittorio e mamma Tania, raccogliere questo appello, per ridire loro, e ai ragazzi e ai giovani: andate, andate in mare aperto, osate, noi ci fidiamo di voi, noi rimarremo qui al “porto” per offrirvi, quando vorrete un approdo.

Noi adulti, da riva e ben protetti, non aspetteremo solo che qualche barca si ribalti, ma continueremo ad incoraggiare, a crederci, e ad aspettare: offrendo ospitalità, una abbraccio, una grande tenerezza e la grande terapia rigenerante del perdono: Ecco le cose nuove di Dio e dell’uomo!

Anche noi come Maddalena, oggi, siamo al sepolcro, avvertiamo davanti a queste due “bare” che ci siete state “strappate e portate vie”. Perché?

Piangiamo e cerchiamo!

Ma osiamo dare spazio ad una parola inaudita: “non ci trattenete, saliamo al Dio e Padre nostro!

Oggi siamo chiamati ad un salto audace. È il salto dentro la fedeltà di Dio!

Lo so che è tutto misterioso e difficile, ma non tiriamoci indietro, c’è un salto da fare, è il salto di Dio!

Vittorio mi diceva in questi giorni che da suo padre ha imparato a “dare la parola e a mantenerla”: Dio, io lo credo così, è di Parola!

Allora desideriamo consegnarci, nel nome di Dio, il principio più nobile e elevato dell’uomo:

il principio di risurrezione!

Cadiamo, arranchiamo, ci sentiamo accerchiati e vinti, a volte schiacciati e sepolti: ma noi crediamo che in noi è depositato un seme di vita, capace di riprendere, capace di spuntare, capace di rialzarsi, capace di scrollarsi!

Questa forza di risurrezione non è solo forza di volontà, capacità singola, ma la troviamo con una piccola luce che intravediamo proveniente da Dio, dall’alto e da una mano tesa che ci offre un amico e un fratello e una sorella.

Alessia e Giulia la mano è tesa, questa mano tesa è per te Vittorio e Tania, è per te Stefania, Pierpaolo e Alexandra, è la mano di un patto di vita, in nome di Dio, che vince la morte!

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