Aveva 81 anni

Morto monsignor Alberto di Chio

I funerali sono stati celebrati dall'arcivescovo giovedì Santo 28 marzo alle 9.30 nella parrocchia di Santa Maria Madre della Chiesa

Nella sera di lunedì 25 marzo 2024 è deceduto, presso l’Ospedale Maggiore di Bologna, monsignor Alberto Di Chio, di anni 81, ospite presso l’istituto delle Piccole Sorelle dei Poveri.

Nato ad Andria (Bari) il 2 febbraio 1943, dopo gli studi ginnasiali a Genova e liceali a Lodi presso lo studentato dei Chierici Regolari di S. Paolo (Barnabiti), ha studiato teologia prima alla Pontificia Università Urbaniana di Roma e poi a Bologna, dove è stato incardinato con la tonsura il 3 aprile 1965. È stato poi ordinato presbitero il 29 giugno 1967 nella Chiesa della SS. Annunziata ad Andria da monsignor Francesco Brustia.

Nel 1979 ha conseguito la licenza in teologia presso lo Studio Teologico Accademico Bolognese.

È stato Vicario parrocchiale di Santa Maria Maggiore di Pieve di Cento dal 1967 al 1972 e di San Paolo di Ravone dal 1972 al 1980.

È stato parroco dal 1980 al 1986 a Santa Maria Assunta e San Gabriele dell’Addolorata di Idice, dal 1986 al 1993 a San Martino di Casalecchio di Reno e dal 1993 al 1995 a S. Isaia. Nel 2012 è stato Amministratore parrocchiale di San Ansano di Pieve del Pino.

Dal 1980 al 1992 e poi dal 2001 al 2016 è stato Incaricato diocesano per l’Ecumenismo; nello stesso periodo è stato prima Delegato Arcivescovile e poi Direttore del Centro diocesano per le Missioni al Popolo nonché Direttore dei Missionari della Madonna di San Luca.

Dal 2005 è stato Assistente spirituale del Collegio “Opera Madonna della Fiducia” e, dal 2021 al 2022, Coadiutore del Parroco di Santa Caterina da Bologna.

Ha collaborato in diverse cause di beatificazione e canonizzazione nella Diocesi di Bologna come Postulatore o Vice-Postulatore (dei Beati Bartolomeo Maria Dal Monte e Giovanni Fornasini, dei Servi di Dio Don Ferdinando Casagrande e Don Ubaldo Marchioni e della Serva di Dio Madre Maria Maddalena Mazzoni Sangiorgi) e Commissario storico (del Servo di Dio. Don Luciano Sarti).

Il 7 maggio 1995 è stato nominato Canonico Penitenziere del Capitolo della Chiesa Metropolitana di San Pietro e il 15 agosto 2020 Canonico statutario dell’Insigne Collegiata di Santa Maria Maggiore di Pieve di Cento. Inoltre ha collaborato con il Movimento Cursillos de Cristiandad ed è stato animatore e assistente del gruppo denominato “Genitori in cammino”, che riunisce genitori di figli morti prematuramente. Ha collaborato anche alla stesura del periodico edito dal Santuario della Beata Vergine di San Luca.

È stato insegnante di religione presso il liceo classico di Cento dal 1971 al 1972 e presso il liceo “Malpighi” e l’istituto di istruzione superiore “Pier Crescenzi” di Bologna dal 1972 al 1973.

È stato anche docente presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Santi Vitale e Agricola” di Bologna.

I funerali sono stati celebratii dall’arcivescovo Giovedì Santo 28 marzo alle 9.30 nella parrocchia di Santa Maria Madre della Chiesa. La salma riposa nel cimitero della Certosa di Bologna.

 

Un ricordo

Ho conosciuto bene don Alberto Di Chio. Il mio ricordo di lui, si riassume in due temi: ECUMENISMO e CONCILIO.
Dire che un prete è ricordato per il suo amore per l’Ecumenismo e per il Concilio, è -già  questo- un ritratto .
ECUMENISMO – Conobbi don Alberto al Falzarego, a un campo giovani dell’Azione Cattolica negli anni 70 -giovane prete anche lui- e precisamente a un ritiro che impostò su “la grazia a caro prezzo”, di Sequela di Bonhoeffer. Io non sapevo chi era Bonoeffer, mi resi meglio conto dopo, che lui – Bonhoeffer- lo conosceva bene. E che un prete cattolico impostasse un ritiro servendosi di un autore protestante, non era molto consueto allora.
Ebbi a che fare con lui in modo più stabile qualche tempo dopo, negli anni 80 e 90 quando fu incaricato diocesano per l’ecumenismo. Diventammo amici, legati da questa passione. Ma ancora prima di avere  questo incarico,don Alberto leggeva, studiava, organizzava  incontri ecumenici. Era informatissimo e aggiornatissimo su documenti e dialoghi fra le chiese, in un tempo in cui l’ecumenismo  interessava pochi   e i vescovi di Bologna non incoraggiavano. E l’immigrazione- che ha portato sotto gli occhi di tutti l’esistenza delle diverse chiese cristiane- non era ancora cominciata.
Ho partecipato a lezioni, corsi, conferenze di don Alberto su temi ecumenici : il mio interesse e il mio impegno per l’ecumenismo sono molto legati a quello che ho imparato da lui, ma anche alla sua passione che era contagiosa. Quando un parroco voleva qualche incontro di formazione sull’ecumenismo (non accadeva di frequente!), chiamava don Alberto. E alle volte andavo insieme a lui.  Le prime celebrazioni di settimana di preghiera per l’unità dei cristiani le ho vissute con lui. Su questo, certamente la chiesa di Bologna gli deve molto.
CONCILIO – Don Alberto,  aveva una conoscenza profonda e vasta del Concilio. Negli anni in cui ci siamo frequentati, aveva letto e leggeva tutti gli studi che uscivano sul Concilio. Nel Concilio credeva profondamente. Il Concilio era un’altra delle sue passioni, che non teneva per sè, ma che si traduceva in occasioni e iniziative in cui trasmetterla ad altri. Per anni, nella Scuola Diocesana di Teologia “Santi Vitale ed Agricola” don Alberto è stato docente di un Corso che aveva come scopo quello di presentare il Concilio come “evento” e di introdurre gli studenti alle tematiche dei principali documenti conciliari.
A questi due temi a cui era appassionato e che ho condiviso con lui, vorrei aggiungere il suo interesse per le figure di presbiteri significativi e il sostegno  ai concorsi letterari  nazionali vocazionali, indetti dalla parrocchia di Gesù Buon Pastore di Bologna: per il volume uscito nel 2007 ebbi anch’ io il compito di dargli una piccola collaborazione e potei toccare con mano la sua sensibilità e la stima che nutriva per tanti suoi confratelli.
In questi ultimi anni ci eravamo un po’ persi di vista, ma ci siamo sempre considerati amici. Una amicizia talora un po’ turbolenta: in cui non sono mancati divergenze e litigi, che però, -magari con l’aiuto di qualche letteraccia chiarificatrice- si ricomponevano sempre.
Giancarla Matteuzzi

condividi su