La grande festa della Ventennale

Pieve di Cento e il suo Crocifisso

Grande manifestazione di fede e di devozione popolare

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

PIEVE DI CENTO – Tanta commozione a Pieve di Cento, dove si è tenuta la ventennale del Crocifisso, una grande manifestazione di fede e di devozione attorno alla venerata e drammatica immagine del Redentore.

L’origine di questa festa è profondamente legata alla storia di questo territorio, caratterizzato dalla “Partecipanza Agraria”, che risale al 13mo secolo e che sopravvive fino ad oggi. In sostanza è la proprietà condivisa da parte delle antiche famiglie di Pieve di un vasto territorio, che nel corso dei secoli fu bonificato e sottratto alle paludi, il cui usufrutto – diviso in parti o capi – viene ogni 20 venti anni redistribuito tramite sorteggio.

Al Crocifisso, venerato da secoli nella Chiesa collegiata di Pieve, viene concesso il primo capo, perché considerato unanimemente il padre e il cuore della comunità e del territorio centopievese. Solo in occasione della ventennale il Crocifisso esce dalla Collegiata e percorre le vie del paese, anche se nel 2012, come riportano le immagini del nostro archivio, la venerata immagine – scampata al crollo della cupola causato dal terremoto – fu evacuata nel Museo Magi dove rimase per alcuni mesi. In quella occasione l’allora parroco, don Paolo Rossi, volle che il Crocifisso avanzasse disteso, aspettando la festa di quest’anno per vederlo procedere eretto, come vuole la tradizione.

Alla presenza del Cardinale Matteo Zuppi e dell’attuale parroco don Angelo Lai, il Crocifisso ha dunque rispettato la scadenza del 2020 per percorrere le vie di Pieve di Cento, con due varianti di nota rispetto alla tradizione: la prima è che il Cristo non è stato portato a spalla, ma montato su un mezzo dei vigili del fuoco anche come omaggio al questo Corpo che tanto si è prodigato in occasione del sisma; la seconda è che in ragione dell’emergenza sanitaria, solo il clero ha potuto partecipare alla processione, mentre i fedeli attendevano il passaggio dalle loro case oppure seguivano dalla piazza attraverso un collegamento video.

La bellissima Chiesa di Pieve di Cento, arricchita di opere d’arte in particolare del Guercino, figlio di questa terra, è ancora oggi una Collegiata, cioè una Chiesa sede di una comunità di sacerdoti detti canonici ai quali nei secoli era affidata la cura pastorale di tutta la zona. Oggi i canonici sono i parroci delle comunità vicine o preti originari o legati alla Pieve. Durante i festeggiamenti di questo anno sono stati aggregati al capitolo come canonici statutari Don Federico Badiali, Don Gianluca Busi, Mons. Alberto Di Chio, Don Giancarlo Martelli, Don Giovanni Mazzanti, Don Adriano Pinardi e Don Fortunato Ricco.

Sono molte le leggende che si riferiscono all’origine di questa devozione al Crocifisso di Pieve, legate soprattutto ai tempi oscuri che tra ‘300 e ‘400 videro questa terra di confine pagare in modo singolare le rivalità dei vari domini e anche le conseguenze dello scisma di occidente. Attorno al Crocifisso nacque dal popolo un movimento di rinnovamento spirituale, che mirava ad una vita di conversione penitente e di carità fraterna. Oggi il Crocifisso di Pieve richiama molti devoti anche da fuori diocesi. I venerdì di marzo sono appuntamenti privilegiati di pellegrinaggio e di venerazione di questo segno dell’amore e della fedeltà di Dio per il suo popolo.

condividi su