Nella chiesa di San Ruffillo

Quando un’opera d’arte torna a casa

Sabato 17 è avvenuta la riconsegna di una pala d'altare Seicentesca recuperata dal Nucleo dei Carabinieri per la tutela del Patrimonio artistico

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L’opera Seicentesca raffigurante la Madonna di Loreto e i santi Rocco e Sebastiano è stata restituita alla parrocchiale dopo il recupero del Nucleo dei Carabinieri per la tutela del Patrimonio artistico

«Quello della sottrazione di opere d’arte è un mercato, purtroppo, ad oggi ancora molto fiorente. Ringraziamo l’Arma dei Carabinieri per questo recupero che significa restituire ad una comunità parte della sua storia e del suo patrimonio artistico e culturale». Così si è espresso il cardinale Matteo Zuppi lo scorso sabato nella parrocchiale di San Ruffillo in occasione della restituzione alla chiesa della tela raffigurante la Madonna di Loreto in gloria di Angeli coi santi Rocco e Sebastiano.

Si tratta di un grande dipinto realizzato nei primi decenni dei Seicento da autore ancora ignoto ma con evidenti rimandi alla scuola di Ludovico Carracci e che fungeva da pala d’altare. Dell’opera si persero le tracce a partire dagli anni del Secondo dopoguerra e, fino all’ottobre scorso, lo si riteneva perduto. L’indagine che ha reso possibile la scoperta e la riconsegna dell’opera è stata curata dal Nucleo dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Bologna, rappresentati alla cerimonia dal Tenente Colonnello Giuseppe De Gori.

«Grazie ad alcuni controlli iniziati lo scorso autunno – ha affermato De Gori – abbiamo rintracciato la pala d’altare in vendita sul sito di una Casa d’aste nazionale. Il fatto che la provenienza venisse indicata come marchigiana mentre l’iconografia era evidentemente emiliana ci ha portati a consultare la nostra banca dati la quale, però, non ha fornito risultati. Questo non ci ha impedito di eseguire ulteriori controlli all’interno di alcuni cataloghi di opere d’arte, incluso quello della Fondazione “Federico Zeri”. E’ stato proprio qui che abbiamo rinvenuto una fotografia dell’opera scattata per conto del professor Zeri e che indicava la pala d’altare come custodita all’interno della parrocchiale di San Ruffillo. Altre ricerche comparative eseguite grazie all’Ufficio per i beni culturali dell’Arcidiocesi hanno portato al ritrovamento di un documento del 1986 che indicava la scomparsa del manufatto a partire dagli anni immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale».

Anche la Fondazione «Zeri» ha partecipato all’evento con la presenza di Elisabetta Sambo, membro della fototeca. «Federico Zeri teneva in modo particolare al patrimonio artistico e alla sua collezione fotografica – ha spiegato Sambo -. Essa era nata anche con lo scopo di rintracciare opere perdute, per cui quello di stasera può essere considerato un suo piccolo trionfo».

La data della restituzione non è stata scelta a caso ma ha coinciso con la festa della parrocchia, come ha evidenziato nel suo intervento don Roberto Castaldi. «E’ il giusto coronamento per una festa per noi molto importante – ha detto il parroco di San Ruffillo -. La comunità ora può fare festa insieme e, in più, contemplare questo gioiello che le viene restituito».

Uno sguardo alla storia della tela ma anche al suo futuro prossimo è stato portato ai presenti da Anna Maria Bertoli Barsotti, dell’Ufficio per i beni culturali dell’Arcidiocesi. «Purtroppo la tela non si trova in uno stato di conservazione ottimale – ha spiegato – forse in seguito ad un errato arrotolamento della tela. Le lacune dello strato pittorico, però, non interessano punti chiave dell’opera il ché renderà più facile il restauro».

Marco Pederzoli

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