Dopo il sisma del 2012

Riaperta la chiesa a Sant’Agostino

La piazza e la Chiesa: Sant’Agostino rinasce più bella e unita

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

SANT’AGOSTINO (FE) – È finalmente archiviata a Sant’Agostino la storia del terremoto del 2012: dopo l’inaugurazione della Piazza ripristinata nella sua piena funzionalità, il Cardinale Matteo Zuppi ha riaperto le porte della Chiesa parrocchiale restituita alla comunità dopo un cantiere durato tre anni e chiusa da quei drammatici giorni di maggio del 2012, che hanno causato la morte di tre lavoratori e di una donna e enormi danni alle fabbriche e agli edifici storici, come la Chiesa e il Municipio che è stato poi definitivamente demolito. Una gioia grande, ha detto il Cardinale nell’omelia, perché è gioia di tutti: la piazza e la chiesa, attraverso la grande porta a vetri che fa entrare la luce crea un legame di reciproca accoglienza. Sant’Agostino divenne subito uno dei simboli mediatici dello sciame sismico di quel tragico mese di maggio, che ha pesantemente coinvolto non solo la parrocchia, ma tutte le comunità della zona pastorale, rafforzando la collaborazione e il pensarsi insieme. In questi anni la comunità guidata da don Gabriele Porcarelli non ha perso neanche un giorno di servizio pastorale, come la scuola materna e il doposcuola parrocchiale. Dopo il lungo periodo vissuto nella chiesa provvisoria che ora è utilizzata come sala polifunzionale, la comunità è dunque rientrata nella sua storica sede, il cui recupero strutturale e architettonico era partito nel 2016 e ha interessato la chiesa, il campanile, l’oratorio della Madonna e la canonica, con una ricostruzione dell’altare e il recupero di alcuni quadri. Gli interventi sono costati in tutto 2 milioni e 300 mila euro, una parte provenienti dal fondo per la ricostruzione e un’altra dall’assicurazione. Il restauro è stata anche occasione per provvedere all’adeguamento liturgico della chiesa, con la collocazione di un nuovo ambone e della sede del celebrante, e la consacrazione del nuovo altare. “Abbiamo capito – ha detto il Cardinale nell’omelia – quanto ci vuole per riparare quello che viene rovinato in un attimo e per questo non dobbiamo avere nessuna complicità con il male. Per farlo è necessaria una virtù poco diffusa in una stagione di illusoria rapidità digitale: la perseveranza!”. Alla celebrazione era presente oltre al sindaco Roberto Lodi, ai tanti volontari e alle forze dell’ordine, il governatore Stefano Bonaccini, commissario alla ricostruzione. “L’importanza di questa casa – ha detto ancora l’Arcivescovo – non è solo la sua bellezza e la sua storia, anche, ma soprattutto perché questa è la casa di Dio tra gli uomini, di Dio che ci ama per primo e ci dona il sale e la luce del suo amore. Dio è amore e ricostruisce quello che il male rovina e divide. Noi abbiamo ricostruito la sua casa ma è Lui che ricostruisce ognuno di noi e la nostra comunità. E’ lui la vera sicurezza, la roccia che non teme avversità, la forza che permette di affrontare tutti i terremoti”.

condividi su