30 aprile

Un affresco restaurato perchè parli di bellezza

Un'iniziativa di P'Arte la Run, sostenuta dal contributo di numerose fondazioni e associazioni

In un mondo di telecamere e satelliti che ci osservano e controllano ogni nostro passo, ci sono altri occhi che non smettono di volerci bene e ci accompagnano.

Bologna custodisce sotto i portici del suo centro storico un patrimonio molto particolare: trecento immagini votive che raffigurano Gesù, la Madonna o i santi. A volte basta alzare lo sguardo dal telefonino per incrociare i loro occhi, che ci dicono che la vita non è fatta solo di frenesia, ma anche di vicinanza che supera i confini del mondo che vediamo.

La discesa in città della Madonna di San Luca è stata l’occasione per ridonare alla città una di queste immagini, restaurata e riportata al suo splendore. Martedì scorso lo svelamento dell’affresco ripulito e consolidato della Madonna della Verecondia, presente in via Santo Stefano 93. Don Massimo Vacchetti, direttore dell’Ufficio di Pastorale dello Sport, Turismo e Tempo libero, ha promosso anche quest’anno due iniziative apparentemente lontane: una corsa a piedi e il restauro di un’opera votiva, per recuperare la dimensione umana del camminare insieme, tanto attuale per la Chiesa sinodale.

La «Run for Mary» toccherà, attraverso una corsa in città, luoghi in cui sono presentii queste immagini e il suo lancio è stato fatto martedì 30 aprile con la consegna del pettorale «Numero 1» all’arcivescovo che è intervenuto all’inaugurazione dell’affresco di via Santo Stefano. L’opera è stata resa possibile dall’iniziativa «P’Arte la Run», sostenuta dai contributi di Fondazione Carisbo, Emilbanca, Fondazione Petroniana, Assopetroni, Confcommercio Bologna, Foiatonda, Petroniana viaggi e che da quattro anni sta lavorando per il recupero delle immagini nel centro cittadino.

Si tratta di un recupero, quello di questa immagine, non facile perché, come ha ricordato Carlotta Scardovi, restauratrice del laboratorio SOS Art, una parte dell’intonaco si era staccato e aveva reso tutto molto fragile. Gioia Lanzi, del Centro Studi per la Cultura popolare, ha fatto notare che «verecondia» ricorda riservatezza e pudore, qualità che sembrano molto lontane dal mondo d’oggi. Questi sentimenti sono rappresentati nei veli della Madonna, uno bianco le copre il capo con ornamenti orientaleggianti e un altro, trasparente, che le copre il volto, per dirci che il volto, la persona, è un mistero, è importante e richiede sempre un approccio rispettoso.

Il restauro ha fatto conoscere questi tesori anche agli alunni delle scuole primarie Carducci, Rolandino de’ Passaggeri e Fortuzzi, grazie anche ai contributi di Giuseppe Antonio Panzardi, dirigente dell’Ufficio scolastico di Bologna, di Agostino Tripaldi, dirigente scolastico IC20 Bologna e di Rosa Maria Amorevole, presidente del Quartiere Santo Stefano, che hanno potuto assistere a diversi momenti del restauro ed entrare in un mondo che attraverso una lunga e paziente opera di pulizia, fa emergere la bellezza. Bellezza a cui ha fatto riferimento anche il cardinale Zuppi, intervenuto all’inaugurazione, dicendo che la vita è un’«arte del restauro» in cui continuamente dobbiamo lavorare per togliere la «sporcizia» dal nostro cuore.

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