Venerdì 27 ottobre

Uniti in preghiera per chiedere la pace

Tanti i fedeli in Cattedrale per la Veglia ecumenica e la fiaccolata del «Portico della pace»

 

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

Ancora in preghiera per la pace. Venerdì scorso in Cattedrale numerosi fedeli hanno partecipato alla Veglia ecumenica per implorare la fine dei tanti conflitti che infiammano il mondo.

La Chiesa di Bologna ha accolto, secondo l’intenzione dell’arcivescovo, impegnato in questi giorni a Roma per i lavori del Sinodo, l’invito di papa Francesco a celebrare una Giornata di preghiera, digiuno e penitenza per chiedere la pace. Monsignor Stefano Ottani, Vicario Generale per la Sinodalità, ha presieduto la liturgia a cui sono state invitate anche tutte le comunità cristiane non cattoliche. Erano presenti e hanno animato la preghiera anche i rappresentanti della comunità anglicana, metodista valdese e della Chiesa evangelica della Riconciliazione; gli ortodossi rumeni, moldavi (con il Vescovo Ambrozie) e russi oltre a eritrei e copti.

«Siamo fratelli cristiani – ha detto monsignor Ottani – uniti dall’unico Battesimo. Abbiamo iniziato dal fonte battesimale illuminati dalla fede della risurrezione. Siamo fratelli che camminano insieme nella notte del mondo, in questo tempo reso tenebroso da violenza, guerra, terrorismo. Fratelli che cantano portando il Vangelo, il lieto annuncio della salvezza in Gesù, ciò di cui il mondo ha più bisogno. È unito con noi anche l’arcivescovo trattenuto a Roma per il Sinodo dei vescovi. In questi momenti siamo in comunione con lui e papa Francesco che, con i Padri sinodali e tutta la Chiesa, innalza una preghiera per chiedere la pace».

«Davanti all’immane tragedia del terrorismo e della guerra – ha affermato a margine della preghiera don Andrés Bergamini, Direttore dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso – che giorno dopo giorno rivela sempre di più la sua brutalità e inutilità, ci sentiamo impotenti ma avvertiamo il forte desiderio di pregare per implorare la pace, per chiedere che si fermino subito le armi in Terra Santa, in Ucraina e in tutti i luoghi di conflitto. Pregare insieme con le altre chiese cristiane di Bologna, ci aiuta a sentirci più uniti e concordi per alzare lo sguardo con rinnovata fiducia al Principe della Pace che, a prezzo della vita, tutti ha salvato».

Al termine della Veglia ecumenica, una fiaccolata proposta dal «Portico della Pace» è partita da San Pietro e ha raggiunto il sagrato di San Petronio. «Siamo venuti qui tutti – ha detto Paolo Barabino superiore della Piccola Famiglia dell’Annunziata – per chiedere la cessazione delle stragi di civili nell’area di Gaza. Esse proseguono dal massacro ingiustificabile di Hamas e dal rapimento degli ostaggi fino a oggi, con migliaia e migliaia di vittime. Siamo tutti venuti per invocare la pace sui popoli israeliano e palestinese, popoli che amiamo, popoli che rispettiamo nella prova che stanno vivendo. E vogliamo chiedere la cessazione di ogni strage di civili perché crediamo che questo sia il primo di ogni altro passo».

«Veniamo – ha detto Barabino – come degli sconfitti perché nei nostri mari sono morti migliaia e migliaia di migranti e la strage non finisce e a volte siamo anche complici. Veniamo come degli sconfitti perché una guerra è in corso in Europa e non finisce e si spara anche con le nostre armi. Stasera noi vogliamo affermare l’assoluto della vita e del grido dei civili, innanzitutto dei bambini e degli ostaggi, per la vita e il futuro dei due popoli. È proprio se non si ferma il sangue che corre a fiumi che il loro futuro sarà sempre più buio e cresceranno sentimenti antisemiti e antiarabi. Dio voglia donare la pace al popolo di Israele e al popolo palestinese. «Vivano sicuri quelli che ti amano. Domandate pace per Gerusalemme. Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: “su di te sia pace”» (Salmo 122). 

Scarica la riflessione integrale di Paolo Barabino e Mariam Dignatici letta al termine della fiaccolata

Vai alla galleria fotografica

 

condividi su