«Fratelli,
Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti».
Carissimi, oggi celebriamo la potenza della risurrezione di Cristo, che si è manifestata
in tutto il suo splendore nell'aver innalzato alla gloria del cielo in
corpo e anima la Beata Vergine Maria. Come avete sentito, Cristo risorto è una
primizia. Ciò che è accaduto in Lui al momento della risurrezione, è destinato
ad accadere anche in ciascuno di noi. La risurrezione di Cristo non è un
fatto a se stante; Egli è il primo di una moltitudine – una primizia appunto
– di «molti» che da Lui e in Lui ricevono la vita.
La prima persona
ad essere investita dalla potenza della risurrezione di Cristo è stata
la sua madre: investita in modo eminente e singolare. Mentre a coloro che muoiono
in Cristo non è risparmiata la corruzione del sepolcro, come possiamo
constatare ogni giorno, il corpo della Madre di Dio non conobbe la corruzione
del sepolcro. Terminato il corso della sua vita terrena, fu immediatamente
introdotta nella gloria celeste anche con il suo corpo.
Nell'assunzione
della Beata Vergine Maria si manifesta la mirabile sapienza di Dio che ha progettato
il piano della nostra salvezza: sapienza che riempie il nostro spirito di stupore
e produce nel nostro cuore frutti di lode!
Tutta la divina
rivelazione presenta Maria intimamente congiunta al Figlio nell'opera della
nostra salvezza. Madre e Figlio appaiono uniti nella lotta contro il nemico
del genere umano, come è stato narrato nella prima lettura. Questa lotta
deve concludersi colla nostra vittoria sulla morte. Cristo vinse il peccato
e la morte nella sua Risurrezione: Maria è stata pienamente associata
a questa vittoria.
La gioiosa contemplazione
dell'Assunzione della Beata Vergine Maria non produce nel nostro cuore
solamente frutti di lode del Signore, ma anche un profondo stupore di fronte
alla dignità della nostra persona: alla dignità di ogni persona umana.
Noi oggi sappiamo
qual è la nostra destinazione finale: siamo stati voluti dal Padre perché divenissimo
partecipi della sua stessa gloria, della sua stessa vita eterna.
Il valore di
ogni realtà si misura dalla grandezza dello scopo per cui esiste. L'uomo
non è destinato al possesso di beni limitati, ed ultimamente al nulla
eterno. In Maria noi oggi scopriamo il nostro destino definitivo.
Carissimi, l'aver
estinto nella nostra cultura la prospettiva del nostro destino eterno; l'aver
imprigionato l'uomo dentro allo scorrere del tempo, non è stato solo
un grave errore, ma è stato un atto di disprezzo dell'uomo, una degradazione
della sua dignità.
Ma oggi noi scopriamo
un'altra dimensione della dignità della persona: è il corpo di
Maria che è stato glorificato. Carissimi, la redenzione di Cristo non
attiene solo la dimensione spirituale della nostra persona, ma anche quella
corporea. Noi non abbiamo un corpo: siamo anche il nostro corpo. La nostra è una
persona corporale ed il nostro corpo è un corpo personale. Del corpo nostro
e altrui non possiamo fare uso, semplicemente perché non possiamo fare
uso di nessuna persona.
Carissimi, lasciamo
che il nostro spirito sia oggi pervaso da intima gioia: la gioia nel contemplare
la gloria di Cristo risorto in Maria, e di vedere in lei l'eminente splendore
della dignità della nostra persona.