Festa degli innamorati

Quanta gioia questa sera. Dio è amore e noi capiamo di essere di Dio quando amiamo e ci lasciamo amare da Lui. Chi ama è da Dio! E non c’è niente da fare: l’amore rivela che siamo a sua immagine, è il tratto più vero del nostro io, quello capace di cambiare la vita, di capirla, di spenderla. Siamo liberi perché l’amore non può essere imposto, condizionato da qualche costrizione o da interesse. Non c’è amore senza libertà, senza rispetto per la libertà dell’Altro. Questa libertà di scegliere di amare a volte ci sconcerta, perché vorremmo essere costretti da Dio a farlo, preferiamo che Lui si imponga, ci schiacci con il suo essere. Se siamo liberi possiamo scegliere l’amore ma anche metterlo da parte, rovinarlo, approfittarne. Dio cerca non automi, non oggetti da possedere, ma altri da Lui per un amore pieno, nostro e suo, che è quando ci apriamo al suo amore e rispondiamo a questo, non ad una imposizione, una convenienza o ad una legge, se amiamo con tutto noi stessi come l’amore chiede e può permettere, se scegliamo il legame profondissimo e unico che è l’amore, abbiamo in noi la consapevolezza di essere santi, cioè suoi, amati da Lui e con gioia cerchiamo davvero di esserlo. Certo, conosciamo le nostre contraddizioni, la debolezza della nostra carne, i limiti e i tradimenti del nostro amore. Noi siamo suoi non perché perfetti, ma perché amati che amano.
Abbiamo ascoltato alcuni paragrafi della Gaudete et Exsultate, l’esortazione di Papa Francesco che ci aiuta a capire cosa significa essere cristiani, il valore di ognuno di noi e ci invita a spendere la nostra vita amando con tutto noi stessi. Il nostro valore non si misura con il consenso di qualche “mi piace” digitale, così fugace, facile, emozionale, ingannevole. Uno che si intende del digitale ha detto che un matrimonio su tre nasce on line (qualche malizioso dice anche che finisce per colpa della rete!), insomma frutto di algoritmo, che diventa il vero interlocutore, sostituisce il cuore facendoci credere di assecondarlo, decidendo per noi senza che ce ne accorgiamo! On line puoi credere che sia sufficiente chattare con un utente e che con poco hai una risposta immediata. Puoi credere di potere scegliere sempre, dare un gradimento o toglierlo con la stessa disinvoltura.
Oggi celebriamo la festa degli innamorati che hanno una comunicazione vera, che coinvolge tutto noi stessi, che, se serve, sa usare anche i mezzi di comunicazione, ma perché hanno il vero algoritmo che è il cuore e Dio che in questo ci orienta e si svela. Dio è il primo e inguaribile innamorato di ognuno di noi. Egli ci insegna ad amare e crede che possiamo sempre imparare, si fida di noi. Chi sente l’amore di Dio impara ad amare e a farlo con larghezza, tanto da sapere vedere nel nemico l’uomo che ha bisogno di amore. Questo significa essere santi. “Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera”. Come a dire che per essere santi bisogna vivere poco, essere distanti nel mondo, sospesi tra la terra e il cielo, come poco umani, sublimando anzi la vita e i sentimenti veri che la compongono. Non è così. “Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova”.  “Voglia il Cielo che tu possa riconoscere qual è quella parola, quel messaggio di Gesù che Dio desidera dire al mondo con la tua vita”. Ognun di noi è una missione, cioè ha qualcosa da dare agli altri, quello che il Signore ha affidato proprio a Lui, missione unica, come siamo unici. “Il Signore la porterà a compimento anche in mezzo ai tuoi errori e ai tuoi momenti negativi, purché tu non abbandoni la via dell’amore e rimanga sempre aperto alla sua azione soprannaturale che purifica e illumina”.
Dio è il primo innamorato che scommette su di te, che soffre anche per te e per la tua indifferenza, ma che non si stanca di farsi trovare “per caso” proprio sulla tua strada, dove tu devi passare. Egli ci insegna ad essere pieni di amore e ad aiutarci a costruire una casa, la nostra, la Chiesa e anche una città di amore. Gli innamorati si aiutano reciprocamente in questo cammino di santità.  Scriveva Antoine de Saint-Exupéry: «Le pietre del cantiere sono un mucchio disordinato solo in apparenza, se c’è, perduto nel cantiere, un uomo, sia pure uno solo, che pensa a una cattedrale». Anche uno solo! Ecco chi dobbiamo essere: uomini della speranza che lavorano insieme perché già vedono la cattedrale. Costruiamo una casa di amore per noi e per tanti e non una delle tante case per un benessere individuale, senza il prossimo! E’ la nostra famiglia e quell’altra famiglia che è la comunità. Per questo ci sacrifichiamo con gioia, perché sappiamo, “vediamo” che sarà bellissima e coinvolgiamo tanti a costruirla! Dio per primo vede nelle pietre sparse e sole che siamo noi la bellissima cattedrale o il mosaico che solo l’amore può comporre e che vuole sia più forte di qualsiasi divisione. Non siamo abituati a qualcosa che realmente dura per tutta la vita. Siamo tutti prigionieri della cultura del provvisorio, perché è sempre così quando al centro c’è l’io e non l’amore che unisce. Nell’amore non c’è il provvisorio perché l’amore vuole sempre essere definitivo. Troviamo la metà di noi, cioè siamo un unico in due. Gesù è sempre presente in mezzo a noi. Dio stesso, infatti, è comunione: le tre Persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo vivono da sempre e per sempre in unità perfetta. Ed è proprio questo il mistero del Matrimonio: Dio fa dei due sposi una sola esistenza. Amore non significa vivere senza difficoltà, ma superarle anche con conseguenti ammaccature. L’amore protegge dal peccato non perché non se ne ha, ma perché è più forte, diviene perdono, forza di stare assieme e di rimettere assieme quello che il male rompe. Spesso l’amore finisce perché non sappiamo amare quello che non ci piace, cerchiamo solo l’immagine ideale dell’altro, quella che corrisponde alle nostre attese. Quando come Dio amiamo tutto dell’Altro, anche la sua fragilità, quando non ci nascondiamo più come Adamo e quando cambiamo perché l’amore ci trasforma nel tempo, ecco che già sperimentiamo la pienezza dell’amore. Per questo dobbiamo essere sempre legati a Dio, che genera e difende il legame tra le persone. “Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.  Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in Lui”.  

14/02/2019
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