Festa del beato Marella e ricordo del cardinale Caffarra a cinque anni dalla morte

Non coltiviamo l’illusione e la presunzione di ridurre Gesù a nostro benessere e di non cercare il bene seguendolo. È davvero la tentazione del nostro io che ci rende lontani da Gesù e ci lascia soli con noi stessi. Nel Vangelo di Matteo Gesù prova compassione della folla, che vede stanca e sfinita, come pecore senza pastore, e per questo chiama i dodici e li manda come operai del suo amore in mezzo alla messe. Nel Vangelo di Luca che abbiamo ascoltato, invece, Gesù passa tutta la notte a pregare. La preghiera è vedere le tante domande di sofferenza, farle proprie.

Ed è sempre la stessa compassione che chiama a sé i suoi e li manda. Siamo mandati, non chiamati per stare fermi. Come si fa a resistere all’invito ad uscire, noi che siamo chiamati per questo? È proprio la prova che abbiamo deformato la nostra chiamata, dimenticando perché siamo suoi. Quando la Chiesa inizia a vivere per stessa ne diventa una caricatura, fa diventare importanti le cose che non contano, si riempie di confronti, di affanni, e si dimentica il perché Gesù ci ha chiamati. Per strada la Chiesa ci è sempre stata perché gli uomini sono pellegrini e mendicanti. E noi pure.

Gesù pronuncia i nostri nomi. Non quelli che scegliamo noi ma che sceglie lui. È anche la bellezza di questa famiglia. Siamo diversi e insieme: questa è la grandezza della comunione. Non lasciamoci mai tentare da un modo politico di vivere la Chiesa. Qualche volta la politica entra nella Chiesa, la interpretiamo polarizzandoci e scontrandoci, tanto da politicizzare dei temi che sono solo umani e che la Chiesa affronta non per politica, ma per difendere la persona, cioè Cristo. Non siamo di quello o di quell’altro, ma solo di Cristo. Se siamo suoi i nomi sapranno stare insieme.

Oggi ricordiamo i nomi del cardinale Caffarra e di Padre Marella. Poi c’è il destino, sempre di tutta la folla. Il cristiano non potrà mai pensarsi senza la folla, perché a questa veniamo mandati. Un mondo malato, tanti spiriti impuri da guarire, quelli che deformano la nostra vita. La sua forza è la nostra forza, ma per averla dobbiamo essere deboli! Caffarra invitava a “considerare la confusa vicenda umana come potremmo guardare un ricamo. La parte inversa che possiamo vedere è una gran confusione di fili; la parte retta è un disegno intelligibile, bellissima. Vedere dentro le vicende umane il disegno del Padre”.

Sì, così capiamo come il nostro filo, con i colori originali di ognuno, trova il suo significato proprio collocandosi accanto agli altri. In questo ordito, che siamo chiamati a conservare, ad aggiustare, sempre “capiamo il mistero della successione apostolica, infatti vera spina dorsale di ogni Chiesa particolare, dove ogni vescovo lascia una sua eredità. Vedere con gli occhi della fede il mondo intero come raccolto, illuminato da un unico raggio di luce”. “Due gravi malattie che possono colpire gli occhi della fede, della nostra fede: lo strabismo e la dislessia. Lo strabismo. Guardare la realtà come di traverso, ipnotizzati da altri criteri all’infuori del raggio di Cristo, da altri criteri di lettura della realtà umana. La dislessia. Vedere, assieme a Cristo, qualcosa d’altro o qualcun altro accanto a Lui come necessaria aggiunta per la nostra salvezza, come se Cristo non bastasse a risolvere positivamente l’oscuro e spesso doloroso enigma della nostra vita!”.

Dottrinario, rispettoso e ortodosso, ma pugnace riguardo alla dottrina della fede e della vita cristiana.  È anche un uomo santo e buono che ci aiuta a ricordare Padre Marella: “Egli ricevette dal Signore in grado eminente la sapienza, l’unica sapienza di cui l’uomo ha bisogno: la sapienza del cuore. Postosi alla sequela di Cristo, egli si espropriò di se stesso per essere suo fedele discepolo. Questa radicale auto-espropriazione si mostra nel totale distacco dalle cose e dalle ricchezze, come aveva appreso alla scuola di Francesco, da vero terziario francescano. Si mostrò in un fedeltà alla Chiesa anche quando questa fedeltà gli costò sofferenza e sacrificio.

Ma soprattutto, postosi alla sequela di Cristo, divenne partecipe della passione dell’uomo-Dio per la sorte di ogni uomo, della cura che Dio si prende di ogni uomo. Come padre Marella si prese cura di ogni uomo? Fu una cura concreta, attenta cioè ai diversi bisogni delle persone; fu una cura materna-paterna perché mirava a rigenerare ogni uomo che incontrava nella sua intera umanità: una cura dell’uomo abitata da una grande passione educativa. Quanti ragazzi da lui incontrati, con una umanità devastata in ogni dimensione, vennero da lui portati alla piena integrità della loro persona”.

Resta per noi l’angolo di padre Marella, segno di solidarietà che ci unisce a lui ma anche tra di noi, e invito alla solidarietà che diventa leggera. La nostra forza è e sarà sempre nella preghiera, forza che scopriamo nel nostro cuore e facciamo sempre a tutti. Non c’è carità senza la preghiera perché questa, come avvenne per Gesù, ci permette di vivere l’esperienza della compassione e di tradurla in una protezione per i poveri. Scriveva Padre Marella a sua nipote: “Borgo Capanne, Estate 1940. Mia cara Maria Luisa, non lasciate mai la preghiera! La preghiera è il respiro dell’anima, l’elevazione del nostro spirito dalle cose umane alle cose divine, la nostra conversazione con Dio. La preghiera è il maggior conforto nelle tristezze, nella sofferenza, nelle angustie”.

“Preghiamo per tutti: per i nostri cari, per coloro che ci hanno fatto del bene ed anche per coloro che ci hanno fatto del male. Preghiamo per gli infermi, per i sofferenti, per i peccatori, per tutti. Preghiamo per la Chiesa e per l’avvento del Regno di Cristo nel mondo intero. La preghiera è stata chiamata l’onnipotenza dell’uomo e l’impotenza di Dio, perché Iddio non sa resistere all’umile e costante invocazione della Sua creatura. La preghiera non umilia, non debilita, ma nobilita e innalza”.

Riposino in pace, e dalla preghiera, con l’intercessione del beato Marella e del vescovo Carlo, mettiamo in pratica la Parola oggi.

Bologna, cripta della Cattedrale
06/09/2022
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