Festa della Sacra Famiglia

Oggi è la festa della Santa Famiglia di Nazareth. Il Vangelo aiuta a vivere la vita e le nostre scelte. Qualche volta pensiamo che il Vangelo sia una regola che interessa a Dio, ma non sia quella che serve a noi! Sembra che ci faccia vivere una vita meno vita, che sia rinuncia per un premio futuro. Siamo catturati dal presente, tentati dall’istinto che dominiamo così poco e assecondiamo tanto, tentati dall’astuzia del serpente che ci fa credere qualcosa che in realtà ci fa male. Il Vangelo è una proposta di amore per vivere bene, per avere una gioia piena e la nostra vita in abbondanza, per risolvere il problema della vita che è la sua fine e il fine.

Gesù ha parole di vita eterna ma questa inizia qui ed è una vita bella, umana. Cento volte tanto. Gesù ha bisogno di famiglia. Non si pensa da solo né da piccolo né da grande. Quella di Nazareth lo protegge, lo aiuta a crescere, gli trasmette quello che serve perché sia Maria che Giuseppe ascoltano Dio e scelgono secondo quello che ascoltano. Noi, spesso, ci confrontiamo con la nostra miseria, con le difficoltà, con le contraddizioni delle nostre persone e quindi anche delle nostre relazioni. Il grande tentatore ci fa pensare da soli, ci persuade – in tanti modi, davvero astuti – che siamo noi stessi se ci imponiamo sugli altri e pensiamo tutto e tutti in relazione a noi e non viceversa. Il Natale ci fa compiere la vera rivoluzione copernicana, quella che non distrugge l’io ma lo esalta non perché lo mette al centro, ma perché siamo noi stessi in relazione con il prossimo e con Dio. Gesù deve occuparsi delle cose del Padre, ma ha bisogno di Giuseppe e di Maria. Come noi, come i nostri figli. Deve essere protetto, ed è un compito grande che chiede l’esempio perché si comunica la vita con la vita, il vero discorso personale che resta e che si trasmette da solo. Noi abbiamo la tentazione di pensare che capire un problema sia risolverlo. Spesso poi, in realtà, non lo capiamo nemmeno e passiamo la vita a cercare di risolverlo, e questa intanto va avanti e noi restiamo indietro. Altre volte lo capiamo ma poi non sappiamo cosa farci, perché rimane il vero problema: chi mi ama e chi amo? Amore, non gioco, non uso, non possesso! La prima cosa, la più importante, quella che dobbiamo vivere e dare agli altri è insegnare ad amare Dio e il prossimo, a non metterlo mai in discussione perché è l’amore più grande che riceviamo, e l’amore permette di capire tutto.

Da piccoli è tanto importante onorare il Signore, ad iniziare dalla domenica, ripetere le parole delle preghiere che spesso ci accompagnano tutta la vita, come imparare a leggere e scrivere. Poi, una volta imparato, dipende da noi cosa scrivere e se scrivere, cosa leggere. E questo dipende tanto dal fatto che si trovi una famiglia dove farlo, perché il cristiano ha una madre non virtuale e non è mai uno che si fa da solo. I genitori accompagnano e non posseggono. Non siamo gli amici o i padroni della vita dei nostri figli, ma i custodi di questo dono incomparabile di Dio! La fede non si eredita, perché è nel cuore, luce accesa da Dio ma custodita liberamente da noi. Ma quanto aiuta avere persone che sono familiari con Dio e ce lo rendono familiare, vicino, presente, affettivo, attraente! Gesù da grande non sarà un maestro isolato ma un padre e un fratello che ama i suoi e dona la vita per loro. Il primo che fa famiglia con noi e che ci insegna ad esserlo è proprio Gesù. Egli ci ama e ci insegna a servirci gli uni gli altri.

Ed è una famiglia che non conosce divisioni, tanto che amo il nemico perché vedo in lui mio fratello che non mi riconosce più. Lui no, ma io sì. E non tratto da nemico mio fratello, perché cerco di ricostruire la fraternità che il male ha rotto con il pregiudizio, l’ignoranza, la competizione del mio contro il tuo, del mio contro il nostro. Noi non cerchiamo una famiglia perfetta. Siamo fragili, segnati dal peso delle nostre umanità ma uniti dal suo amore. Gesù genera e rigenera la relazione di amore tra noi e con Lui, il legame più vero, di cui abbiamo bisogno. La famiglia ha un vero nemico: l’individualismo, essere se stessi senza l’altro, il vero peccato originale che in fondo è l’egoismo. Sappiamo poco riparare la famiglia. Invece c’è una forza straordinaria che aggiusta e ci insegna a pensarci insieme nonostante i tradimenti, le resistenze, le delusioni, il peccato. Il mondo intorno, così pieno di solitudine e di paure, così individualista, ha bisogno di persone familiari, che guardano il prossimo con affetto, con simpatia, che si ricordano di te, che ti trattano non da estraneo o da nemico. C’è un grande legame tra un Dio cancellato, ridotto a entità impersonale e insignificante perché non è più un tu, un padre, e i nostri legami incerti, la crisi della famiglia, del pensarsi insieme.

Ci aiutano oggi Simeone e Anna. Sono vecchi. Aspettano. La vita è attesa. La nostra società non aspetta il futuro, ne ha paura. I figli sono il futuro. Io dono volentieri non perché sono sconsiderato, ma perché credo che servirà dopo. Se tutto serve a me e lo voglio oggi non costruisco: consumo. In questa società del consumo, che fa credere che questo porti felicità individuale, gli anziani sono messi da parte e soffrono queste cose. Gli anziani ci ricordano la nostra debolezza, che non siamo mai autosufficienti, che dobbiamo sempre chiedere aiuto ed aiutare perché siamo tutti fragili.

Siamo familiari con tutti, non anonimi o peggio violenti, aggressivi e impauriti. Non lasciamo solo nessuno e dando valore troveremo il nostro valore.  La vita se è amata ha sempre una grandezza e una bellezza unica. Se non c’è amore – ed è questo il problema – diventa sempre un peso, la sciupiamo e dobbiamo sempre accelerarla moltiplicando le esperienze che agitano solo in superficie, ma non riempiono il cuore e non ci legano agli altri.

Che la nostra comunità e le nostre famiglie imparino sempre da Gesù ad amare, a pensarsi insieme, combattano l’egoismo e l’indifferenza. Questa è gioia nelle nostre case e nella casa della Chiesa, e discepoli così rendono il mondo una casa comune e gli uomini fratelli tutti.

Bologna, parrocchia della Sacra Famiglia
31/12/2023
condividi su