1. «Quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati
ad essere conformi all’immagine del Figlio suo». Carissimi, queste
parole dell’Apostolo sono la definizione più profonda dell’uomo.
Chi è l’uomo? è la creatura predestinata ad essere conforme
all’immagine del Figlio unigenito di Dio. E’ la creatura chiamata
ad essere partecipe della divina figliazione del Verbo. S. Josè Maria
ha profondamente, intimamente assimilato questa verità rivelata, concludendo
che l’uomo, ogni persona umana, è chiamato alla santità . «Tutti
sono chiamati alla santità », egli scriveva, «il Signore
chiede amore a ciascuno: giovani e anziani, celibi e sposati, sani e malati,
dotti e ignoranti, dovunque lavorano, dovunque si trovino» [Amici di
Dio, n. 294]. Divenuto figlio di Dio nel battesimo, l’uomo viene in possesso
di un nuovo dinamismo che lo rende capace di realizzare in pienezza la sua
umanità , in Cristo. Questa è la santità : pienezza di umanità in
Cristo.
La riscoperta dell’universale chiamata alla santità , alla pienezza
della propria umanità nell’unione con Cristo, comporta anche che
ogni attività umana divenga luogo di incontro con Dio. Sta in questa
visione unitaria dell’umano nel cristiano e del cristiano nell’umano
la vera genialità spirituale di S. Josè Maria.
Egli ha capito, come forse nessuno prima di lui nella tradizione della Chiesa,
che la vocazione alla santità non richiedeva azioni od esperienze straordinarie,
ma che la vera straordinarietà consiste nella fedeltà figliale
con cui si vive la vita quotidiana ordinaria. L’ordinaria vita umana è l’avvenimento
straordinario, perché è la vita di un figlio di Dio.
Il Maestro «disse a Simone: prendi il largo e calate le reti per la
pesca». S. Josè Maria, nella forza della sua intuizione di fondo
ha preso il largo e ha liberato nella Chiesa immense energie di grazia e di
umanità . Il lavoro, qualunque lavoro, acquistò un ruolo centrale
nell’economia della santificazione e dell’apostolato cristiano.
«Poiché» egli scriveva «Ã¨ stato assunto da
Cristo, il lavoro è diventato una realtà redenta e redentiva;
non solo è l’ambito nel quale l’uomo vive, ma anche mezzo
e cammino di santità , realtà santificabile e santificante» [
E’ Dio che passa, n. 47]. «Il Signore Dio prese l’uomo e
lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse».
Nella coltivazione e nella custodia del “giardino di Dio” l’uomo
realizza la sua vocazione. E giardino di Dio è la sua propria umanità da
custodire e coltivare perché produca frutti di buone opere. è la
comunità umana da custodire perché non si corrompa in mera coesistenza
di egoismi opposti, e da coltivare perché produce relazioni vere fra
le persone. è la creazione intera da custodire perché non sia
irreparabilmente distrutta dalla nostra “cupido dominante”, e da
coltivare perché sia vero aiuto all’uomo.
Insegnando a vivere questa connessione fra il dinamismo naturale dell’operare
umano e quello della grazia, S. Josè Maria afferma con grande forza
il primato della vita soprannaturale, dell’unione con Cristo ed al contempo
vede chiaramente che questa soprannaturale unione deve tradursi in animazione
cristiana del mondo da parte di tutti i fedeli. «Vi è una sola
vita», egli scrisse, «fatta di carne e di spirito, ed è questa
che dev’essere – nell’anima e nel corpo – santa e piena
di Dio» [Colloqui, n. 114].
2. Carissimi fedeli, molti sono i santi e le sante che accompagnano il pellegrinaggio
terreno della Sposa di Cristo, la Chiesa. In questa moltitudine innumerevole
forse possiamo fare una distinzione. Vi sono i santi che principalmente sono
donati dalla Chiesa a Cristo: i doni della Sposa e allo Sposo. Per dimostrarle
il suo amore fedele, la sua sequela ininterrotta. Ma vi sono i santi che sono
donati alla Chiesa da Cristo: i doni dello Sposo alla Sposa. Per dirle ciò che
desidera da essa; per guidarla ad un’unione più intima.
Sono molto meno numerosi dei primi, ma sono i più preziosi: quelli
che la Chiesa ha in particolare venerazione. S. Josè Maria è fra
questi pochi: donato alla Chiesa con un carisma singolare. Un carisma di cui
oggi il mondo ha particolare bisogno.
Ogni giorno che passa noi vediamo che la vera tragedia dell’uomo di
oggi è di ritenere il cristianesimo insignificante per la vita quotidiana
dell’uomo: una sorta di “optional” che può anche essere
sostituito da altre esperienze religiose, a seconda dei gusti personali di
chi entra nel supermarket delle religioni.
Cristo ha dato alla sua Chiesa S. Josè Maria perché l’uomo
viva in unità e pienezza ogni dimensione della sua esistenza; perché l’uomo
comprenda che il principio costitutivo di quest’unità e la sorgente
di questa pienezza è la persona di Cristo. è alla fine secondario
per esempio fare il medico, il militare, il ferroviere o altro ancora; perché ciò che
qualifica l’uomo è il modo con cui il nostro io si pone nella
realtà . S. Josè Maria insegna oggi all’uomo, all’uomo
sempre più disintegrato in sé e dagli altri, che il modo vero
di porsi nella vita quotidiana, è quello che nasce dalla nostra unione
di grazia con Cristo.