Festa di Santa Maria della Vita

Santa Maria della Vita. Che titolo bello! La donna trasmette la vita e la Chiesa, come ricorda Papa Francesco, è una madre. Maria dona la vita a Gesù, mostrando la concretezza del suo amore e l’attenzione alla carne. Dio è Spirito ma la nostra vita è anche corpo. È pericolosa un’idea della vita astratta, virtuale, fluida, che scompare perché abbiamo paura ad amare. Dio è vita, e la vita Dio ci aiuta a comprenderla, a spenderla, a non farcela portare via, a non sopravvivere. Il male è morte. Spesso non ce ne accorgiamo. Anzi, a volte scambiamo il male con il bene, non riusciamo a capirlo, ingannati dalla sua furbizia.

È vita che finisce per affannarsi, che si conserva o si perde per nutrire le proprie emozioni? Spesso le fake news, che se sono fake vuol dire che portano un inganno ed anche l’interesse di chi inganna, sembrano migliori di quelle buone. È facile diventare servi inconsapevoli del male e non dell’amore. Ma non basta come giustificazione dire “non avevo capito! Non lo sapevo!”. Il male fa credere che stiamo bene vivendo per noi stessi. Poi ci accorgiamo poco alla volta che ci siamo costruiti un inferno. Come le dipendenze: all’inizio sembra che facciano stare bene, che noi troviamo quello che cercavamo, che non abbiamo finalmente problemi, e che siano senza conseguenze. Poi, però, diventiamo prigionieri e non riusciamo più a liberarci da soli. Quanta vita perduta perché regalata alle dipendenze con i loro enormi e schifosi interessi, vita umiliata, violenta per quell’idolo che è la droga, il gioco o la pornografia! Tutta roba che sembra innocente o che pensiamo di essere noi a scegliere liberamente. E, sempre liberamente, crediamo di poter smettere quando lo decidiamo noi. In realtà decide il padrone, l’idolo, la droga, l’alcool, il gioco, la pornografia che hanno conquistato il cuore e il fisico. Ecco perché abbiamo bisogno di Santa Maria della Vita, perché cerchiamo vita.

Veniamo qui e invece troviamo una straordinaria rappresentazione del dolore e della morte. Vediamo il compianto. Quei volti, così umani, e quel dolore così vero. Il nostro Dio non ci parla di stare bene dimenticando tutto, pensando a noi stessi, consumando finché si può e poi credere che la vita sia finita perché non si consuma più. Il compianto fa contemplare Gesù che dona la vita per te. Contempliamo Lui e con Lui tutte le vittime, torturate, umiliate, crocifisse oggi. Ma pure ci dice: guarda, il tuo dolore l’ho preso anche io, per te, perché nel tuo dolore senti che ti voglio bene, che non resto lontano, che non ti dico parole buone a distanza, come quelli che fanno lezioni ma non le mettono in pratica. Vedere il crocifisso e il dolore dei suoi amici, così straziante, è vedere le mamme dell’Ucraina, le lacrime incredule dei tanti amici che non sanno darsi pace e che sono come impietriti da quello che è successo, come Maddalena che grida tutto il suo dolore, come le mamme che corrono verso i loro figli che non sono più. Ovunque, con tutti i tratti, tutti uguali, di chi soffre.

Ovunque allo stesso modo, perché è proprio vero che le lacrime sono tutte uguali. Ecco perché S. Maria della Vita: la Chiesa vuole la vita perché ama. E la difende perché la ama sempre e per tutti, sapendo che solo l’amore dona senso, dignità, speranza. Per questo è qui l’ospedale per la cura, per offrire una risposta concreta. Non è dignitoso spegnere la vita, ma è dignità darle valore anche quando sembra non averlo più. Non è dignità pensare che non abbia valore, perché la vita lo ha sempre e chiede di essere rivestita di significato e compresa per il tanto che sempre trasmette. Il significato della vita è la vita stessa, anche quella che sembra non comunicare niente e che in realtà ci fa capire tutto. E pure viceversa: quante agitazioni sono senza vita!  Gesù è proprio un padre buono, che non possiede e insegna a vivere.

Aiutiamo Dio che dona la vita. Gesù di se stesso dice io sono la vita, perché è l’amore. Diamo vita. Trasmettiamola, non dobbiamo averne paura! Dobbiamo piuttosto avere paura di perderla, di ridurla a esibizione, ad apparenza, a forza fisica, a quella caricatura che la rende insulsa perché la fa esaurire in noi. La vita è nostra se la doniamo. La vita per tenerla si trasmette. Dobbiamo dare tanta vita al mondo, cioè legami di amore. Umanizziamo il mondo. Se il male disumanizza, tanto che l’altro è solo un nemico, un oggetto senza valore, anzi un pericolo, l’amore fa sentire quanto è importante e fa scoprire nell’altro il proprio volto. Gesù viene a salvare non ad emettere facili giudizi. La vita è rovinata? No. La vita è sempre bellissima. Per Gesù la vita non è bella perché senza problemi, perfetta, ma se è piena di amore e non se è perfetta. Vedete, noi ragioniamo proprio come i due fratelli: uno sciupa la vita prendendo tutto per sé, l’altro non la capisce non prendendo niente per sé ma senza amore.

Ci abituiamo a tutto e si piega tutto al proprio io. Il maggiore sta nella casa del padre, non prende nemmeno un capretto, ma ha il cuore duro, tanto che non ha interesse al fratello che è tornato in vita. Uno giustifica ogni cosa. L’altro non giustifica nulla e ricorda che colui che ha perduto con le prostitute è perduto per sempre. Ci vuole il Padre a ricordare ad uno che non è il suo peccato, che è figlio, che gli dona il perdono, sfasciato com’era, fallito, deluso. Ma ci vuole il padre anche per il fratello maggiore, con la sua perfezione senz’amore, che non crede più alla fraternità e che condanna il fratello perché ormai è il suo peccato. Abbiamo bisogno del padre, che ci fa ritrovare la casa dove tutto ciò che è mio è tuo, dove la mia vita è mia perché in relazione con l’atro, dove la festa della vita é una sola per tutti, perché la sua gioia è la mia. Gesù è venuto a salvare.

Gesù è pieno di gioia incontenibile quando qualcuno ritorna alla vita, perché per lui non è la stessa cosa se una pecora (fosse anche per colpa sua) si perde! La sua volontà è che niente e nessuno sia perduto. Gesù condanna il peccato, ma ama il peccatore! E nessuno per lui è mai solo il suo peccato. L’amore del Padre è davvero diverso dal nostro! Sorprende ambedue i fratelli. Il più giovane sapeva di non poter essere più considerato figlio e pensava giustamente di dover solo pagare le conseguenze delle sue scelte. Tutti e due devono rientrare in sé, capendo che non si sta bene slegati e che facendo decidere tutto al proprio istinto ci si perde. Ha capito la vita vera e non quella che l’illusione faceva credere possibile andando lontano dalla casa del padre. Il fratello maggiore non pensa possibile che un uomo cambi: per lui ognuno è se stesso, le scelte che ha fatto.

Rivela di non credere nemmeno lui all’amore che rinnova tutto e genera alla vita. Si sente defraudato dal perdono regalato gratuitamente, come se fosse amore tolto a lui. Non capisce l’amore del padre per un figlio così e subito fa i confronti con se stesso, mette avanti i suoi diritti e non sa più capire la grazia di stare nella casa di un uomo così, dove “quel che è mio è tuo”. Sbatte in faccia al padre la verità sul fratello, quella che gli sembrava lui non volesse vedere. In realtà è solo rozzo ed egocentrico e pensa che la verità della vita sia il peccato. Il padre cancella il passato e guarda al futuro; lui lo rinfaccia volgarmente ed inchioda il fratello alla sua storia. Il padre vuole dissipare tutto il male e ritrovare l’unità perduta: non ascolta la paura che suggerisce prudenza, che ispira la diffidenza per cui “se lo ha fatto una volta certamente lo rifarà”. Il suo è amore pieno e liberante. Purifica così la memoria, scioglie dai legami del passato il figlio ed anche il suo stesso cuore, liberandolo dalla sofferenza subita per l’andare via e la lontananza del figlio!

Perdonati perdoniamo. Combattiamo il male amando la vita specialmente di chi l’ha fragile, dove forse risalta ancora di più. Il fratello maggiore resta prigioniero del passato e dei suoi giudizi. E Gesù la vita non la giudica ma la ama. Non capisce la sua sofferenza e l’amarezza del fallimento. Deve ascoltare il padre e lasciarsi conquistare dall’amore per quel figlio che è tornato in vita e che ritrova come fratello. Senza amore la festa appare davvero ingiusta. Con l’amore è la festa della vita ritrovata, per tutti.

Bologna, Santuario di Santa Maria della vita
10/09/2022
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