IV DOMENICA DI AVVENTO

1.«Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo

e prese con sé la sua sposa». Nella imminenza delle solennità natalizie

la chiesa ci insegna l’attitudine fondamentale che ci introduce nel mistero

dell’incarnazione del Verbo, e l’attitudine che ci interdice ogni

accesso al medesimo mistero. La prima è l’attitudine di Giuseppe,

la seconda è l’attitudine di Acaz.

Nella pagina evangelica è rivelata la verità più profonda

circa la persona di Giuseppe, perché viene narrata l’esperienza

decisiva della sua vita. E l’evangelista Matteo spiega come Giuseppe

ha vissuto quel momento che fu la svolta della sua esistenza.

L’inizio è costituito dall’origine della gravidanza di

Maria «per opera dello Spirito Santo». Ella aveva acconsentito

al disegno di Dio su di lei: «avvenga di me quello che hai detto» [Lc

1,38]. Col trascorrere del tempo Maria si rivela davanti a Giuseppe come “incinta”,

portatrice di un figlio nel suo grembo. In questa circostanza «Giuseppe

suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in

segreto». La maternità di Maria era per Giuseppe un enigma insolubile;

qualcosa di cui non sapeva darsi ragione. Ed è a questo punto che accade

nella vita di Giuseppe quell’avvenimento fondamentale che determinerà tutta

la sua esistenza.

«Ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: Giuseppe,

figlio di Davide, non temere di prendere conte Maria, tua sposa, perché quel

che è generato in lei viene dallo Spirito Santo». Giuseppe credette

a questa parola. Non è riportata nessuna parola di risposta, ma «fece

come gli aveva ordinato l’angelo e prese con sé la sua sposa».

Ciò che egli fece è determinato dalla sua purissima obbedienza

di fede. Come già aveva fatto Maria al momento dell’annunciazione,

così fece Giuseppe: si aprirono all’ingresso di Dio dentro alla

loro e alla nostra storia.

Il Concilio Vaticano II insegna: «A Dio che rivela è dovuta “l’obbedienza

della fede”, per la quale l’uomo si abbandona totalmente e liberamente

a Dio, prestandogli “Il pieno ossequio dell’intelletto ed ella

volontà” e assentendo volontariamente alla rivelazione da lui

fatta» [Cost. dogm. Dei Verbum 5; EV1/877]. è precisamente questo

che ha fatto Giuseppe: ha prestato il pieno ossequio del suo intelletto e della

sua volontà alla parola di Dio, abbandonandosi totalmente e liberamente

a Lui.

La conseguenza di questo atto di fede è stata che egli «prese

con sé la sua sposa». Giuseppe diventa così un singolare

depositario del mistero che “nascosto da secoli nella mente di Dio” [cfr.

Ef 3,9], venne rivelato ed attuato nella pienezza del tempo. E lo diventa perché prende

con sé  Maria. Giuseppe entra nel mistero redentivo mediante il

suo legame sponsale con Maria.

2.«Ma Acaz rispose: non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».

Anche al re Acaz, come a Giuseppe, venne fatto un annuncio da parte del Signore: «chiedi

un segno dal Signore tuo Dio».

Dio intendeva compiere un intervento a favore del suo popolo che stava vivendo

un momento particolarmente difficile. Acaz non credette. Egli non presta a

di che gli parla l’obbedienza della fede; negandogli il pieno ossequio

del suo intelletto e della sua volontà, non di abbandona al Signore

pienamente e liberamente. Certamente il Signore resta comunque fedele alle

sue promesse e «darà un segno» ugualmente, ma chi non crede – come

Acaz – non diventa beneficiario di quelle promesse.

Carissimi fedeli, fra pochi giorni celebreremo la memoria di quell’avvenimento

che fu prefigurato profeticamente ad Acaz, e rivelato come già accaduto

nel grembo di Maria a Giuseppe: il Verbo si fece carne. Sentirete parlare di

tanti buoni sentimenti in quei giorni; sarete esortati a vivere tanti valori.

Tutto bene. Ma il vero, fondamentale problema non è questo.

Il vero problema è di sapere se le parole dette dall’angelo a

Giuseppe sono vere o false; se è vero o falso che il Verbo si è fatto

carne. Se a questo dobbiamo credere o non; se ha ragione Acaz o Giuseppe. è la

soluzione di questo dilemma il crocevia obbligato dei destini dell’umanità e

della sorte dell’uomo.

 

19/12/2004
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