Solennità di Natale: Messa di mezzanotte

1.«Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro

che abitavano in terrà tenebrosa una luce rifulse». La parola

profetica descrive la condizione in cui si trovava il popolo: un popolo «che

camminava nelle tenebre» perché «abitavano in terra tenebrosa».

L’immagine del cammino richiama subito la realtà della vita:

non è forse la nostra vita un cammino? Ma un cammino ha un punto da

cui parte ed una meta cui è diretto. E l’uomo, ciascuno di noi,

da dove viene? a quale traguardo ultimo è orientato?

Molti oggi non sanno più rispondere a queste due domande, ed è a

causa di questa ignoranza che camminano nelle tenebre ed abitano in terra tenebrosa.

Alle spalle il caso; davanti a sé il nulla eterno. Venuti all’esistenza

per caso, siamo destinati a scomparire per sempre: pensano oggi in tanti.

Poiché questa è la risposta che l’uomo oggi riceve in

larga misura anche dalla cultura in cui vive; poiché il peso di questa

risposta è  insopportabile per le spalle dell’uomo, questa

stessa cultura lo ha convinto che le domande sulla propria origine e  sulla

propria destinazione finale sono domande inutili o comunque che non possono

ricevere una risposta certa. Si è di conseguenza messo in atto un sistema

educativo che tende ad esaltare il provvisorio ed il disimpegno dal definitivo,

come buona forma di vivere. è questa la condizione di un popolo che

cammina nelle tenebre ed abita in una terra tenebrosa.

A questo popolo, a coloro che vivono in questa condizione, la Chiesa questa

notte comunica una notizia: una luce si è accesa; una risposta è stata

donata. Quale luce? quale risposta?

2.«Carissimo» ci dice l’Apostolo «Ã¨ apparsa

la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini». La

luce che illumina l’uomo è la grazia di Dio apparsa in questa

notte. La “grazia di Dio”: Dio stesso si è mostrato all’uomo

come Dio che nutre nei suoi confronti pensieri di grazia e di amorevole vicinanza.

All’uomo, a questo uomo di oggi spesso senza radici e senza destinazione,

capace di navigare solo a vista, «Ã¨ apparsa la grazia di Dio».

A questo uomo Dio questa notte scopre i segreti del suo cuore, segreti di amore.

Ed è proprio nella rivelazione della grazia, che l’uomo trova

la risposta alla sua domanda più grande. Egli viene a sapere che nessuno

di noi è venuto al mondo per caso o per necessità, poiché ciascuno

di noi è stato pensato e voluto da Dio stesso. Prima di essere concepito

sotto il cuore di una donna ciascuno di noi è stato concepito nel cuore

di Dio. L’uomo questa notte viene a sapere che non è destinato

alla morte eterna, ma a partecipare alla vita stessa di Dio. Quando  appare

la grazia di Dio, l’uomo scopre interamente la verità su se stesso:

Dio rivelando se stesso all’uomo, rivela anche l’uomo all’uomo.

E quindi diventa veramente libero: «tu hai spezzato il gioco che l’opprimeva,

la sbarra sulle sue spalle e il bastone dell’aguzzino». La grazia

di Dio apparsa questa notte infatti «ci insegna a rinnegare l’empietà e

i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà».

Quando la grazia di Dio appare, comincia una storia nuova: rigenerato per una

speranza viva, l’uomo diventa capace di costruire una vera civiltà.

Ma come e dove «Ã¨ apparsa la grazia di Dio apportatrice di salvezza

per tutti gli uomini»?

4.«Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e

lo depose in una mangiatoia». La grazia di Dio non consiste in un nuovo

insegnamento religioso; non consiste nella notificazione di un più rigoroso

codice morale. La modalità che Dio ha scelto per far apparire la sua

grazia è la presenza in mezzo a noi di una persona: Gesù Cristo. è una

modalità reale, carnale, temporale: la grazia di Dio l’uomo la

puo’ vedere, toccare. è Gesù Cristo. La grazia di Dio è apparsa

in questo mondo questa notte, perché in questa notte ci «Ã¨ nato

nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore».

Ecco perché in questa notte «il popolo che camminava nelle tenebre

vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse».

I primi uomini appartenenti a questo popolo furono «alcuni pastori che

vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge». Singolare inizio

del nuovo popolo! Non era necessario essere persone di cultura, poiché non

si trattava di apprendere una dottrina; non era necessario essere fedeli osservanti

delle legge, poiché non si trattava di acconsentire ad un codice. Si

trattava di andare a vedere un bambino appena nato, perché quel bambino è la

grazia di Dio fatta carne umana. E di questo ogni uomo è capace; a questo

ogni uomo è invitato.

I pastori andarono. E quando tornarono che cosa era cambiato per loro? Le

pecore in mezzo cui vivevano puzzavano ancora come prima; le loro persone ed

il loro lavoro erano disprezzati come prima; il futuro della loro vita era

incerto come prima. Che cosa allora era cambiato? La coscienza che avevano

di se stessi. Essi si videro amati da Dio e furono pieni di stupore scoprendo

la dignità della loro persona.

Carissimi: che Dio vi conceda di uscire da questa Cattedrale come i pastori

dalla grotta di Betlemme. Col cuore pieno di lode alla grazia di Dio, e di

stupore di fronte alla dignità della vostra e di ogni persona umana.

24/12/2004
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