Cari fratelli, la parola di Dio oggi ci rivolge un forte invito, che deve essere luce per tutta la nostra riflessione odierna: «non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità ». Ieri, per così dire, abbiamo meditato sul fatto oggettivo che sta a fondamento di questa tre giorni: lo splendore affascinante della divina Rivelazione e – per contrarium – la sorte tragica di chi non cammina in questa luce. Oggi la Parola di Dio ci invita a considerare la sorgente intima da cui scaturirà la nostra riflessione di oggi, il principio interiore che genererà oggi la nostra condivisione nei gruppi. Questa sorgente, questo principio interiore è la carità . Ma quale carità ? Di che cosa parliamo quando parliamo di carità ?
La prima qualificazione è chiara: «coi fatti». La seconda è più profonda: «nella verità ». La carità , che oggi si esprimerà nel nostro stare assieme, nella nostra attenzione a quanto ci sarà detto, nella nostra condivisione di idee, proposte, e difficoltà all’interno dei gruppi, è una carità «nella verità ».
è la conoscenza che noi possediamo mediante la fede, della rivelazione dell’amore di Dio in Gesù, a generare quei gesti di carità detti prima. Essi sgorgano dalla luce dell’amore di Dio, che risplende dentro di noi, e che è il segreto della nostra esistenza sacerdotale. è questa verità la sorgente interiore di ciò che oggi faremo. è perché abbiamo visto e creduto all’amore che Dio in Gesù ha per l’uomo, che noi oggi lavoreremo perché ogni uomo incontri il Signore: amiamo nei fatti e nella verità .