Mercoledì delle Ceneri

La Quaresima è certamente un tempo diverso da quello degli uomini. Non ci sono tratti esteriori e tanti non se ne accorgono. L’imposizione delle Ceneri con le quali iniziamo il cammino della Quaresima mantengono un aspetto intimo, personale, interiore. Viviamola così, liberamente, senza che sia una scelta condizionata da altro, ma esclusivamente confronto serio, severo, senza inganni, senza opportunismi soli con noi stessi e con Dio, nel segreto e che vede nel segreto. Scendiamo nel nostro profondo, in quella stanza del nostro cuore che è l’interiorità, libera dalle ricompense immediate, dai ruoli, dalle semplificazioni facili di quello che appare. Gli altri se ne accorgeranno vedendo il nostro volto cambiare e il cuore migliorare. La Quaresima è un cammino e richiede umile perseveranza. Non cambiamo per una grande scelta, come la pigrizia suggerisce, ma con lo sforzo quotidiano. Il cuore non è un tasto e richiede insistenza, partendo da quelle tre opere della penitenza quaresimale (preghiera, elemosina, digiuno) che tanto possono aiutarci a rientrare in noi stessi, a liberarci dagli inganni del male che ci alienano. E’ una lotta. Non si scende nella stanza del nostro cuore facilmente. Conosciamo lo sforzo che richiede liberarci per davvero dalle abitudini che lo comandano. Non siamo soli: lasciamoci guidare dalla sua Parola. L’invito che ascolteremo, mentre ci verranno imposte le Ceneri, sarà: “Convertitevi e credete al Vangelo”. Gesù ha speranza, altrimenti non chiederebbe di cambiare. Non ci asseconda come i tanti maestri di questo mondo ma nemmeno ci condanna. In questo anno dedicato alla Parola vorrei che convertirsi significhi non un generico perfezionamento tanto che non sappiamo nemmeno cosa davvero dobbiamo cambiare ma mettere al centro, trovando spazio nelle nostre giornate, la Parola di Dio. Possiamo seguire le letture indicate dalla Liturgia. La Parola ci cambierà molto più della nostra debole volontà, perché parola di amore efficace e generativo. Dobbiamo combattere contro l’ascolto superficiale, scontato, vecchio, rituale, impersonale che porta a non credere all’efficacia della Parola. Spesso la ascoltiamo solo la domenica. Lasciamo spazio fisicamente alla Parola nelle nostre giornate, perché il seme possa cadere sulla terra buona che è quella del nostro cuore e dare frutto.
Frutto della Quaresima, delle sue proposta spirituale è risorgere con Cristo ad un uomo nuovo, sapere riconoscere i segni dei tempi, vedere il deserto iniziare a trasformarsi oggi in un giardino, affrancarci dal nostro peccato, non accettare che il male spenga la vita di tanti e semini divisione e violenza nella famiglia umana. Nel messaggio di questo anno per la Quaresima Papa Francesco ci invita a non farci raffreddare il cuore. A che serve un cuore senza il calore dell’amore? Sopravvive, ma non ha più vita. Un cuore tiepido non ha niente da dire, si accontenta e non compie miracoli. Per questo il Male lo rende tiepido, perché così avverte tutto come troppo difficile, rimane indifferente, finisce per scaldarsi per quello che non conta. Facilmente possiamo credere di avere un cuore funzionante perché pieno di passioni, ma se queste girano intorno al nostro io, nel banale e tolemaico egocentrismo, il cuore in realtà rimane freddo di amore anche se agitato da tante paure e qualche volta da rabbia. Il cuore è caldo quando ama e mette al centro Gesù. “Quanti figli di Dio sono suggestionati dalle lusinghe del piacere di pochi istanti, che viene scambiato per felicità! Quanti uomini e donne vivono come incantati dall’illusione del denaro, che li rende in realtà schiavi del profitto o di interessi meschini! Quanti vivono pensando di bastare a sé stessi e cadono preda della solitudine!”. Frutto della Quaresima è un cuore amato e capace di amore.
       Preghiera, digiuno, elemosina. Non sono grandi ricette o sofisticate indicazioni, attraenti per anime superficiali che cercano subito il risultato e a poco prezzo o che si prendono troppo sul serio e non si piegano ad una disciplina concreta. La Quaresima ci aiuta a capire cosa oggi ci chiede il Signore, ma anche a sentire il suo conforto nelle nostre difficoltà, la sua rassicurazione nelle incertezze, la sua consolazione nella sofferenza. La preghiera inizia ascoltando la Parola, sconnetterci da tante presenze virtuali per ascoltare finalmente Dio che ci parla. Pregare significa aprire la Parola e sentirla diretta a sé, diventandone così familiari e trovando il nostro nome e la storia in essa, iniziando a vedere la realtà con gli occhi di Dio. Come facciamo a capire cosa il Signore vuole da me, cosa mi dice se non lo ascoltiamo, se gli parliamo sempre sopra o crediamo di sapere già cosa mi vuole dire? Che gioia, invece, nel sentire la Parola rivolta proprio alla mia vita e poterla condividere con i fratelli. Da questa nasce proprio la nostra fraternità. “A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio”.
L’elemosina è il modo concreto con cui possiamo regalare qualcosa di nostro all’altro e che lo scopriamo nostro fratello. E’ il primo ponte che gettiamo verso il prossimo e anche il modo per rendere chi chiede una persona. Diamo in elemosina anche il nostro cuore, un po’ del nostro tempo, della nostra capacità di amare, aiutando chi ha bisogno, visitando chi soffre, sollevando chi in tanti modi sappiamo è solo. Non disprezziamo la piccola, umile elemosina. L’amore grande inizia dai gesti piccoli. E’ il gratuito in un mondo dove tutto appare condizionato dall’utile e dall’interesse.  
Il digiuno, infine, ci affranca dalle parole dure, aggressive, dalla tentazione di piegare tutto al proprio benessere immediato e iniziare a sperimentare che “meno è di più”, che c’è maggiore gioia nel dare che nel ricevere o nel possedere. Digiunare per non essere schiavi delle tante dipendenze che si impadroniscono della nostra vita. Noi crediamo facilmente di essere poveri, abbiamo paura di non ottenere tutto ciò che vogliamo o di cui pensiamo di avere bisogno o diritto, ma non pensiamo alla vita concreta di tanti che non hanno il minimo necessario per vivere. Alleggeriamo il nostro cuore perché ritrovi il gusto e la capacità di amare, la passione di fare le cose grandi di Dio e non si accontenti del poco credendosi a posto per questo.
Il Signore ci doni in questa Quaresima di ascoltare la Parola di Dio con la semplice disponibilità dei bambini, con la fiducia di chi è guidato nell’incertezza della notte, con la gioia del peccatore che riceve il perdono, con la speranza del cieco che vede la luce, con la forza dei deboli che sconfiggono il male, con il desiderio dei poveri. Il nostro cuore non sia freddo ma arda di amore perché risorga con Cristo ad una vita nuova e i nostri occhi, come i discepoli di Emmaus, sappiano vedere il Regno di Dio già presente in mezzo a noi.

14/02/2018
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