Messa dalla Basilica di Santa Maria Maggiore in Trento

Gesù cammina per le strade di tutti. Non si fa cercare come le persone importanti, non si nasconde né fa vedere solo quello che vuole e conviene a lui, come gli influencer. Gesù fa sempre il primo passo verso di noi. Imitiamolo noi verso gli altri! Entra nelle nostre case, diviene ospite della nostra vita intima, personale, ordinaria, povera, ripetitiva, talvolta grigia, così com’è. Lui non si vergogna di farsi vicino, prossimo. Diventa ospite, “dolcissimo”, e intorno a lui si crea la famiglia. Gesù, infatti, vuole che i suoi discepoli non siano una squadra di operai, un esercito di cui disporre e a cui chiedere solo obbedienza. Gesù mette su famiglia: si pensa per noi e ci vuole “i suoi”! Così anche i nostri legami familiari diventano pieni, perché trasformati dal suo amore. Famiglia di Dio: ecco cos’ è la Chiesa, cosa sono e cosa sono chiamate ad essere le nostre comunità, piccole e grandi che siano. Le nostre famiglie aiutano la Chiesa ad essere famiglia e viceversa! Essere famiglia è un legame stabile. Gesù vuole che l’amore non si riduca a un’esperienza rapida, superficiale, a tempo, spesso con una scadenza sempre più rapida perché così, consumandone tanto, pensiamo di fare molte esperienze e ci illudiamo di amare tanto! No. L’amore unisce, lega, e se viene usato e sciupato, ridotto a possesso e quindi a scarto, il cuore è ferito, si indurisce, diventa diffidente e rimane solo.

Gesù resterà sempre legato alla famiglia di Marta e Maria e nel Vangelo di Giovanni viene condannato a morte proprio perché, per amicizia del loro fratello Lazzaro, morto, torna in Giudea nonostante il pericolo. Il cristiano rende tutto il prossimo una famiglia. In un mondo di nazionalismi che alzano frontiere e così non amano la propria patria, la Chiesa parla di Fratelli Tutti, dell’unica casa comune, della stanza del mondo, perché “la nostra società vince quando ogni persona, ogni gruppo sociale, si sente veramente a casa. Nessuno è escluso. Le gioie e i dolori di ciascuno sono fatti propri da tutti” (FT 230). La pandemia ci ha reso consapevoli che questo è l’impegno che può permettere di salvarci. Non ci si salva da soli! Ne usciamo solo insieme! Se l’altro non è il mio prossimo, peraltro, diventa facilmente un nemico, un concorrente, un estraneo pericoloso da cui difendersi. È proprio della famiglia, invece, pensarsi insieme, armonizzare le differenze, farne una ricchezza, relativizzarsi l’uno all’altro e per questo sopportare le sofferenze, come scrive l’apostolo, non per amore del dolore, ma per amore di chi soffre! Oggi ci sentiamo tutti più isolati e fragili, diventiamo individualisti e così ci troviamo a guardare le sofferenze del prossimo da estranei, come se non ci riguardassero.

La pandemia ci ha insegnato, dolorosamente non dimentichiamolo, il contrario. “Prendersi cura del mondo che ci circonda e ci sostiene significa prendersi cura di noi stessi” (FT 17). Gesù si lascia ospitare nelle nostre case, entra nelle nostre famiglie e le apre, “perché è impossibile capire me stesso senza un tessuto più ampio di relazioni” e “la nostra relazione, se è sana e autentica, ci apre agli altri” tanto che anche il “legame di coppia e di amicizia è orientato ad aprire il cuore attorno a sé, a renderci capaci di uscire da noi stessi fino ad accogliere tutti” (FT 89).

Abramo accoglie quegli stranieri e la sua vita trova futuro. Se restiamo chiusi rimaniamo sterili, perché l’amore per noi stessi senza l’amore per Dio e per l’altro non genera vita e ne avrà sempre più paura. Non abbiamo tanti da adottare, aiutandoli a trovare un futuro, quello che cercano? Lo stesso amore coniugale nasce dall’accoglienza (“Io accolgo te” ha sostituito “Io prendo te”, riconoscendo che l’altro è un dono da ricevere e da onorare) e ci prepara a donare al prossimo! Maria a differenza di Marta non si mette a servire. Marta perde l’amore riempiendosi di affanni e poi non sa più perché lo fa! Maria, invece, tradisce il ruolo che automaticamente la sorella assume e che la autorizza a trattare male – come spesso avviene – anche lo stesso Gesù. Pensa di non essere capita, quando è lei che non capisce perché presa dall’egocentrismo. L’amore è esattamente il contrario: uscire dall’ego mettendo al centro il prossimo! Maria non è affatto una sognatrice fuori dal mondo o una dei tanti opportunisti che cercano il modo per sottrarsi ai propri doveri! Ama Gesù e lo ascolta, lo accoglie nel cuore e prende il tempo necessario perché questo avvenga, come il tempo che dobbiamo avere in casa e tra noi per ascoltarci e non finire con un’anima digitalizzata che naviga, conosce tutto ma sempre in superficie, proprio perché non si ferma e non ascolta. Lasciamoci riempire il cuore dall’amore di Gesù, ascoltando assieme la sua Parola, per non stancarci con i tanti affanni e perché questi non diventino motivo per dividerci e pensarci da soli. Se abbiamo un cuore pieno di amore serviamo con gioia gli altri e se ci stanchiamo lo facciamo volentieri! La parte migliore è Gesù. Non manchi mai in famiglia il tempo della preghiera, anche breve: ci aiuterà a ritrovare sempre la parte migliore, che si perde così facilmente, e quindi il senso di tutto!

Ringrazio la CEI e l’Ufficio per la Famiglia per questo bellissimo Corso di Alta Formazione in consulenza familiare, perché la famiglia sia forte e abbia tutti gli strumenti per capirsi, crescere, e non sia, come accade, lasciata sola e poco aiutata. Eppure è proprio la famiglia che deve sopportare le difficoltà terribili che si abbattono su ciascuno e su di essa. Se non ci fosse la famiglia quanta sofferenza in più per le persone, specie le più fragili! Il colloquio personale di Maria è l’alta formazione che continua e che rende saggio il semplice. La presenza di Gesù permette di superare le crisi, che ci sono sempre in famiglia, come quella di Marta che si arrabbia con la sorella, quando in realtà è lei che lascia soli Gesù e la sorella! L’ascolto della Parola e i suoi segni ci aiutano a trovare la parte migliore che non ci sarà mai tolta perché amando Lui impariamo ad amarci tra di noi e a rendere il mondo come Dio lo vuole: una sola famiglia, la sua famiglia, tutti a sua immagine. Ogni volta che con i gesti concreti trattiamo l’altro come il nostro prossimo, come il nostro fratello più piccolo, come uno del “cento volte tanto” in padri, madri, fratelli e sorelle, ecco si rivelerà anche per noi il senso e la bellezza della nostra povera vita, amata per sempre da Gesù. E capiremo la gioia di essere “suoi”, amando come Lui ci ama.

Trento, basilica di Santa Maria Maggiore
17/07/2022
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