Quanto ci fa bene ritrovarci insieme intorno a nostra Madre! Ci fa sentire quello che siamo: famiglia, la famiglia di Dio. Dobbiamo chiederci: siamo la sua famiglia? Che atteggiamento abbiamo verso i nostri fratelli e sorelle? Ci pensiamo insieme? Sentiamo nostro quello che è comune e mettiamo in comune quello che abbiamo, siamo come in una famiglia? Certo, lo sappiamo, ognuno ha la sua vita. Giusto! Ma la famiglia non cancella mai la persona e la personalità, anzi, la valorizza e la sa difendere quando qualcuno si perde. Perché in famiglia, amandoci, possiamo anche aiutare il nostro fratello che viene preso da qualche dipendenza o si lascia catturare da fissazioni che modificano il delicato equilibrio del cuore. Se ha un fratello che gli parla al cuore, ritrova se stesso. Siamo la famiglia di Dio, generata da Maria, madre della Chiesa. Impariamo ad essere l’Arca che contiene la presenza di Gesù. Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro. Dio si fa riconoscere nello spezzare il pane e ci chiede di essere intorno alla sua mensa perché ci nutriamo della sua presenza e del suo amore.
Ci chiede di amarci gli uni gli altri e ci dona il suo esempio perché impariamo e facciamo lo stesso, senza supponenza e considerazione di sé. Perché non viviamo di più i legami affettivi, cioè di vera amicizia? Iniziamo da quando siamo nella fragilità. Lo facciamo in alcune occasioni, lo ricordiamo nel terremoto, terribile, dove ci siamo rivolti la parola anche quando non ci conoscevamo, oppure ci conoscevamo e non ci eravamo mai rivolti la parola. Avviene quando succede qualcosa di tragico e sappiamo come l’amore dei fratelli consola e rassicura, ci aiuta a trovare e vivere la fede. Quando siamo assaliti dai tanti “perché?”, che ci agitano e non trovano mai risposta, anzi diventano un tarlo di amarezza, di disillusione, di rabbia, siamo aiutati a comprendere l’unica risposta di Dio: io ti amo, sono con te, ho sofferto, sono rimasto sotto la tua croce, sono morto perché il tuo buio trovi luce. Ma, se ci amiamo tra noi come ci chiede Gesù, lo capiamo di più, mostriamo e vediamo il riflesso dell’amore pieno, capiamo e chiariamo cos’è per davvero l’amore, mettiamo in pratica la Parola che così ci dona beatitudine. Ricordiamoci che ci riconosceranno da come ci ameremo e da come ameremo, e che se la nostra giustizia supererà quella degli scribi e dei farisei capiranno che abbiamo incontrato Gesù. Non basta dire “io sono cristiano”, ma se viviamo da cristiani tanti capiranno la bellezza che è vivere il vangelo, la gioia di essere amati, che nessuno mi lascia solo, che interesso, che valgo, che non devo nemmeno chiedere aiuto perché gli altri si accorgono e si interessano a me, che non mi devo vergognare per la mia debolezza. Una bambina mi ha chiesto: come faccio ad amare Gesù che non vedo? Se siamo la sua famiglia intorno alla sua presenza nell’Eucarestia, e se siamo davvero come i discepoli che ha chiamato e per i quali offre oggi se stesso, credo che noi e molti altri apriremo gli occhi spirituali e capiremo nella vita materiale la presenza di Dio. Ecco come aiutare quest’arca che è la Chiesa, come è stata Maria, arca della nascita di Gesù nel mondo. L’Arca era il simbolo della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Dio non abita in un mobile, Dio abita in una persona, in un cuore: Maria, Colei che ha portato nel suo grembo il Figlio eterno di Dio fatto uomo, Gesù nostro Signore e Salvatore. Dio abita nella sua Chiesa. Nell’Arca – come sappiamo – erano conservate le due Tavole della Legge di Mosè, che manifestavano la volontà di Dio di mantenere l’alleanza con il suo popolo. Maria è l’Arca dell’alleanza, perché ha accolto in sé Gesù, il Verbo che è fatto carne perché tanti possano vedere la Parola di Dio.
Noi oggi non celebriamo la fine ma un inizio. La nascita al cielo, perché il problema della vita è che non basta mai a se stessa, perché si cerca la vita piena. Quando pensiamo di trovarla solo sulla terra diventiamo bulimici e non siamo mai contenti. Camminiamo tutti verso la domenica senza tramonto. Maria viene Assunta, innalzata. Gesù la porta con sé. E con lei l’umanità. Entra con il corpo perché la comunione ci unisce a Dio e ci unisce tra noi. Il nostro corpo si riveste di immortalità. Come? Lo capiamo già oggi cercando quello che non finisce, l’amore gratuito che ci unisce al prossimo. Non beato qualcuno che non sono io, che non posso diventare, che è stato scelto e io invece escluso! La felicità dipende da me, non da qualcun altro. Noi spesso crediamo che l’essere felici dipenda da condizioni esterne! No, sei tu che scegli se essere felice! Io? Dipende dagli altri? No. Solo da te! Puoi essere felice anche con niente, anche con tanti problemi. Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano! Non si tratta di prestazione, di quanto uno osserva, di esteriorità, ma di dare amore.
La Madonna è passata anima e corpo nell’aldilà. Madonna in Paradiso! Un senso di meraviglia e di entusiasmo (Magnificat non lo smetteremo mai di dire!) passando dalla vita terrena a quella eterna dove Maria già è. Questo non vuol dire distanza. Maria non è diventata più lontana, il cielo è legato alla terra e viceversa. È vicina, prossima, accessibile a noi come quando era nella scena evangelica, fra le tante persone che circolavano attorno a Cristo. Imparare a vedere le cose invisibili. Siamo troppo abituati a considerare la vita soltanto nel quadro a noi conoscibile, nel quadro sperimentale e terreno. Siamo destinati all’eternità. Questo cambia la valutazione delle cose presenti. “Se siamo buoni nel tempo, saremo fortunati nell’eternità. Chi sarà stato giusto, caritatevole, puro, amabile in questo tempo preparatorio conquisterà quel Regno eterno a cui la Madonna è già arrivata e dal quale ci guarda”, disse San Paolo VI. Lo sarà già qui e la sua vita eterna renderà bella e piena quella terrena.
Al termine benediremo i bambini. Faccio mie alcune affermazioni di Roberto Benigni in occasione della Giornata Mondale dei bambini in piazza San Pietro. Erano rivolte a loro, ma sono per noi tutti in realtà! “I bambini sono amore diventato visibile. Non aspettate che il mondo si prenda cura, voi prendetevi cura di chi avete vicino. A che servono i baci se non si danno? I bambini guardano al cuore. Fate diventare il mondo più bello, perché il mondo ha bisogno di essere più bello. Ognuno lo può fare, può dare il suo piccolo contributo. Rendete gli altri più felici, non più buoni. Siate l’adulto che volete avere vicino”.
Concludiamo con l’intercessione per la pace, proposta dal cardinale Pizzaballa per la Terra Santa. Vi chiedo di pregare anche per l’Ucraina e per tutte le terre profanate dalla violenza di Caino. Maria possa far ritrovare la strada per essere una famiglia di “Fratelli tutti” e una famiglia di popoli fratelli.
“Gloriosa Madre di Dio, innalzata al di sopra dei cori degli angeli, prega per noi con San Michele Arcangelo e con tutte le potenze angeliche dei cieli e con tutti i santi, presso il tuo santissimo diletto Figlio, Signore e maestro. Ottieni per questa Terra Santa, per tutti i suoi figli e per l’umanità intera, il dono della riconciliazione e della pace. Che si compia la tua profezia: i superbi siano dispersi nei pensieri del loro cuore; i potenti siano rovesciati dai troni, e finalmente innalzati gli umili; siano ricolmati di beni gli affamati, i pacifici siano riconosciuti come figli di Dio e i miti possano ricevere in dono la terra. Ce lo conceda Gesù Cristo, tuo Figlio, che oggi ti ha esaltata al di sopra dei cori degli angeli, ti ha incoronata con il diadema del Regno, e ti ha posta sul trono dell’eterno splendore. A Lui sia onore e gloria per i secoli eterni. Amen”.