Natività di Maria e ricordo di don Giulio Matteuzzi

Questa sera la memoria della nascita di Maria alla vita si unisce a quella di don Giulio, nato alla vita del cielo. È da Maria, la nuova Eva, che inizia un’altra genealogia, la nostra, quella di coloro che sono generati dall’amore di Dio a figli. Maria stessa è assunta in cielo, Lei che fa nascere il Cielo sulla terra. Lei, la prima dei credenti, ci ricorda che siamo figli, non orfani. Il ricordo di don Giulio, come sempre di una persona cara, inevitabilmente genera ringraziamento ma anche amarezza, qualche volta smarrimento perché misuriamo come sia definitivamente passato, e anche ci aiuta a capire, nella fede, il futuro. I due discepoli di Emmaus ricordavano ed erano tristi, perché si misuravano con il senso della fine.

È quello che ci si ripresenta, a volte improvviso, non desiderato, inquietante, tanto che fa apparire tutto inutile e riempie il cuore di cupezza e svogliatezza. Il limite, la fine, fa apparire come se tutto quello che c’è prima sia vano e non ha niente di davvero gioioso da dirci. Il limite si intreccia sempre con la vita ma lo capiamo quando – dolorosamente – è evidente che non è infinita. Insieme a Gesù scegliamo di non scappare, di non fare finta, Lui che viene a vincerlo non da onnipotente ma con l’unica vera forza che è l’amore. Impariamo a contare i giorni e diventiamo sapienti. Il problema certo è la fine, ma lo risolviamo con il fine della vita, dove e con chi arrivare. È la festa di oggi: Maria che nasce sulla terra perché Dio possa nascere e noi possiamo nascere alla vita del cielo.

Questa casa per molti di noi è piena di ricordi densi di amore (quante “carezze di Dio”) e per questo li sentiamo ancora più cari, a volte struggenti. Una parola, uno sguardo che in tante altre occasioni non hanno significato, qui hanno un’importanza particolare perché pieni di amore e legati all’empatia di don Giulio. L’empatia non è carattere, solo in parte, ed è il dono che è ciascuno di noi, perché è pensarsi insieme all’altro e quindi avere interesse per lui, ascoltarlo, vederlo, rivederlo con il gusto e la sorpresa di conoscerlo perché è sempre nuovo. Il giudizio, al contrario, spegne tutto questo e non permette la vera conoscenza, il cambiamento. La vera conoscenza è solo nell’amore.

Don Giulio ipnotizzava i bambini e conquistava il cuore degli adulti perché sapeva dare alla vita ordinaria quel di più che è fare le cose con amore. È un’arte, questa dell’empatia, che dobbiamo tutti imparare e la grande scuola è il Vangelo. Il suo contrario è antipatia, cioè andare contro non verso, allontanare non unire, non avere interesse invece di ascoltare e valorizzare. Nell’antipatia o nell’indifferenza (non saprei cosa è peggio!) restiamo soli, magari convinti delle nostre ragioni o sicuri che gli altri non hanno niente da darci quando il problema è nostro che non sappiamo amarli e capire il significato di ciascuno.

Ogni uomo è un mondo e nessun uomo è un’isola! Gesù dà importanza ai piccoli e insegna ai grandi che essi non sono le loro apparenze. Li vuole riconciliare con se stessi spiegando che non sono i vestiti, i saluti nelle piazze o i primi posti. Gesù ama il cuore e sa trovare la pagliuzza per cui è interessante amare e non quella che ci sembra giustifichi il restare freddi e distanti. Insomma questa casa è piena di Gesù, e con Lui di noi e di Giulio, perché qui abbiamo capito come l’amore divino è quell’uomo e viceversa.

La Badia più bella è raccolta di persone, unite dai fili dell’amicizia, diverse e originali tra loro. Chi lo ha detto che debbano essere uguali?  Qui ci si viene volentieri proprio per questo: perché c’è tanto amore e abbiamo la gioia di metterci anche il nostro. Impariamo a donare questo dono, regalando bellezza ad ogni incontro che ci viene presentato, altrimenti insignificante. Non è niente di impossibile o di straordinario. Questo è stato don Giulio, uomo davvero cittadino del mondo perché pieno dell’amore sereno di Dio e per questo capace di amare tutti.

È sua, piena delle sue cose, conservate e offerte, belle per aiutarci a contemplare il bello, a volte un po’ kitsch per coinvolgerci in qualche ricordo, in dei frammenti della sua vita e della nostra. Sento vero anche per noi quello che disse Gesù a Nicodemo e su cui rifletteremo questo anno; la sua domanda è amara, seria, accorata: come può nascere un uomo quando è vecchio e quindi quando sente la finitezza non come ipotetica, ma come compagna quotidiana. Don Giulio non metteva distanze, anzi le annullava, facendo sentire a casa.

La leggerezza nasce dall’umiltà del cuore, dal sapersi pellegrino e dal volere raggiungere quei compagni di viaggio stanchi e sfiniti alla ricerca in realtà della strada verso la casa dove sono dirette tutte le nostre strade. Giulio era molto prete, affatto formale, tanto da potersi divertire con il titolo di Monsignore, felice di diventarlo proprio perché libero. Il suo orizzonte cosmopolita, lo sguardo attento, poetico perché innamorato dell’umano riflesso di Dio, vigile sulla storia, riconosceva in tutti la bellezza della persona e con eleganza faceva sentire importante e accolto. Il sacramento dell’amicizia.

Davvero l’agape dell’eucarestia si completa con la festa. Gesù, portato a noi da Maria, pacifica, «dà la pace a due popoli, e di due popoli fa uno: degli ebrei e delle genti. Un solo popolo. Fa la pace. La pace nei cuori». Perché ama e insegna ad amare. Dio si inserisce in una storia umana.

Quando si festeggia il compleanno della madre si ringrazia per il dono che è, e noi ringraziamo di questa madre che ha detto di sì, genera l’impensabile e ci aiuta a vedere la nostra umanità concreta piena dei riflessi di Dio e viceversa, Dio nella nostra concreta umanità. È questa la «vicinanza» di Dio. Piccola, tutto inizia dalle cose piccole. Nel piccolo c’è il grande, il sogno di Dio il più grande, c’è il suo amore che non si vergogna della persona. Lo faremo noi? Bellezza di essere comunità, la gioia di credere, la scoperta che è questa presenza in strada. E la nostra strada finisce nella casa dell’amore pieno di Dio.

Santa Maria in strada, Chiesa della Badia
08/09/2021
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