Omelia per la solennità dell’Immacolata

La festa di oggi ci aiuta a comprendere la bellezza e il mistero della nostra vita. Abbiamo proprio bisogno di meditare il mistero dell’incarnazione e, quindi, della nostra vita e del nascere al cielo. Gesù, il Verbo, si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Si incarna perché il suo amore non rimane virtuale, distante, impersonale, un’idea inafferrabile che ognuno adatta a quello che pensa. Dio per amore nasce, per farci sentire amati, per insegnare ad amarci e ad amare così come siamo.

È la luce che viene nelle tenebre per illuminare l’oscurità insostenibile che fa smarrire e sprofondare nella rassegnazione e nella paura. “Io sono” ci fa “essere”. La voce di Dio si fa carne per insegnarci a combattere il male che continua a dividerci e a offuscare la bellezza della vita, tanto che non sappiamo riconoscerla. Maria è Immacolata dal suo concepimento per generare Dio e l’uomo nuovo che dona speranza a quello vecchio segnato com’è dal peccato e dalla morte. Non siamo più quelli di sempre: siamo nuovi, anche se dobbiamo combattere contro il male. Non abbiamo più paura di Dio. Conosciamo perché amati, non perché cerchiamo di essere da soli. L’origine di tutti i peccati è l’egoismo, l’affermazione di sé che esclude l’Altro, che pensa di dover fare a meno di Dio per essere se stessi. Il male persuade Adamo ed Eva a tradire l’amore e la comunione piena con Dio e così Adamo ha paura e si nasconde. Ha paura anche di se stesso, scoprendosi nudo. Non si conosce più perché perde l’amore pieno con Dio.

Ecco, Maria ricostruisce il legame pieno che ci unisce a Dio, puro, amore senza macchia, nonostante i nostri limiti, le fragilità, le contraddizioni. Gesù, verità, ama e cerca anche il più piccolo segno di amore per restituire alla persona la sua bellezza. Il suo perdono salva, rende immacolato il nostro cuore, restituisce l’innocenza al peccatore, come canta la Pasqua. La salvezza, il giardino che ci accoglie di nuovo e la terra che anticipa il giardino del paradiso, è essere amati da Lui, senza paura, anzi con la gioia di un bambino che si affida interamente al Padre così com’è. Questo avviene non perché abbiamo capito tutto, ma perché pieni di amore e per questo non scappiamo più da Lui che ci viene a cercare. Ecco la grandezza di Maria, donna grande perché umile: si abbandona alla volontà di Dio. “Non temere”, dice l’angelo. Non avere paura, ripeterà Gesù a uomini e donne di poca fede perché pieni di sé, alla ricerca di una forza che eviti l’amore, tanto che pensano di vincere la paura con la spada, con il potere o con l’apparenza.

Gesù senza peccato libera da questo, tanto da insegnarci ad amare anche i nemici, perché con un cuore più forte del male. Desidero ricordare con molta riconoscenza Francesco Pirini, sopravvissuto alle stragi di Marzabotto e scomparso di recente, che perdonò chi aveva ucciso la sua famiglia. Lo fece perché cristiano e perché capì che solo così si liberava dall’odio. Era diverso da chi odiava e continuava a farlo (il militare tedesco che aveva lanciato la bomba contro gli innocenti non si pentì mai di quello che aveva fatto). Francesco Pirini perdonò per rendere il mondo migliore, perché solo se ciascuno fa la sua parte, come lui diceva, la terra torna ad essere quel giardino che Dio ci ha affidato.

E la sua serena gioia, dopo tanta sofferenza, anticipava quella del cielo. Essere suoi non significa essere perfetti, ma amati e amanti. Davvero, come canta l’apostolo, è Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. Il suo canto ci ricorda che siamo scelti prima della creazione del mondo proprio per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità. Siamo perdonati solo per amore, mai per merito, e siamo noi con la nostra umanità piena di peccati lo “splendore della sua grazia”. Maria dice: “Avvenga di me secondo la tua parola”. La sua volontà e quella di Dio si uniscono di nuovo pienamente. Gesù spiegherà che la sua beatitudine è di tutti coloro che ascoltano e mettono in pratica la parola. Come Maria e come Lei apriamo il nostro cuore allo Spirito, liberandoci dalla paura che fa pensare che niente può cambiare. Nulla è impossibile a Dio e tutto può cambiare!  

Viviamo questa festa in un momento cupo, tragico per tutta l’umanità consapevole. La guerra con la sua logica terribile, nutrita di complicità, di enormi interessi e di troppo disinteresse, di incoscienza e sconsiderata presunzione, è una macchina di morte che non risparmia nessuno. Certamente l’ammonimento di Gesù “chi di spada ferisce, di spada perisce” dovrebbe consigliare di fermare subito la spada che già troppo ha ucciso. È possibile qualcosa di immacolato in un mondo così? Siamo confusi e intossicati da notizie orribili, tanto che lo sconforto diventa abitudine alla morte che si deposita nel nostro cuore e lo intristisce. Maria ci ricorda la vittoria della Grazia sul peccato e ci induce a sperare anche nelle situazioni umanamente più difficili. A noi peccatori è affidato l’amore immacolato di Maria: uniamo le nostre lacrime a quelle di chi soffre nella guerra, cerchiamo di essere vicini a loro ogni giorno portandoli nel cuore e nella preghiera. Il loro dolore sia il nostro dolore, crediamo alla forza dell’amore e soprattutto questo diventi intercessione e solidarietà. In questa tempesta vogliamo essere come Maria, puri perché amati da Dio e santi non perché perfetti ma pieni di Lui.  

Con Papa Francesco ripetiamo le parole della supplica a Maria. “Accogli dunque, o Madre, questa nostra supplica. Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra. Tu, arca della nuova alleanza, ispira progetti e vie di riconciliazione. Tu, “terra del Cielo”, riporta la concordia di Dio nel mondo. Estingui l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono. Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare. Regina del Rosario, ridesta in noi il bisogno di pregare e di amare. Regina della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità. Regina della pace, ottieni al mondo la pace. Il tuo pianto, o Madre, smuova i nostri cuori induriti. Le lacrime che per noi hai versato facciano rifiorire questa valle che il nostro odio ha prosciugato. E mentre il rumore delle armi non tace, la tua preghiera ci disponga alla pace. Le tue mani materne accarezzino quanti soffrono e fuggono sotto il peso delle bombe. Il tuo abbraccio materno consoli quanti sono costretti a lasciare le loro case e il loro Paese. Il tuo Cuore addolorato ci muova a compassione e ci sospinga ad aprire le porte e a prenderci cura dell’umanità ferita e scartata. Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate. Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro cuore, tu che sei di speranza fontana vivace. Hai tessuto l’umanità a Gesù, fa’ di noi degli artigiani di comunione. Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace. Amen”. 

Bologna, basilica di San Petronio
08/12/2022
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