Ordinazione di tre sacerdoti e due diaconi domenicani

Bologna, Basilica di San Domenico

Quanta gioia ci dona questa vite che produce tanti frutti, gioia di contemplarli, gioia di farne parte, gioia di poterli donare, gioia di sentirli nostri proprio perché non li possediamo. In questa vite la circolazione della linfa dell’amore rende tutto nostro! Quanto è vero che solo le gioie condivise sono quelle più abbondanti per tutti. È San Domenico che continua a metterci a tavola. L’amore davvero non finisce! E questa celebrazione è uno dei momenti più importanti di tutto il centenario, perché contempliamo la vita che continua di generazione in generazione. Ed è una gioia per tutta la Chiesa e tanto per la Chiesa di Bologna. Ci mettiamo tutti a tavola con San Domenico, accolti nella sua casa. In realtà è Gesù a metterci a tavola che condivide facendosi commensale delle nostre ma che apparecchia Lui, perché impariamo ad amarci e a preparare fin da oggi il banchetto del cielo. Ci sarà sempre un legame stretto tra quella mensa che servite e servirete sull’altare dell’eucarestia e quello della fraternità. È una mensa che ci ha accolto, sorprendentemente, immeritatamente, per sola grazia e che siamo chiamati ad apparecchiare con il servizio che è fare sedere a questa mensa nutriti da Colui che offre sé stesso come cibo di vita eterna e bevanda di salvezza. Apparecchiate questa mensa con tanto amore e intelligenza, con sapienza evangelica e semplicità di cuore, annunciando opportune et inopportune la Parola di Dio e amministrando i sacramenti che ci accompagnano nella nostra vita. Ringraziamo di essere accolti in questa mensa come sua famiglia generata non dal sangue né da volere di uomini ma solo da Dio. E mensa di gioia, anche nelle inevitabili sofferenze. “La felicità di Giuseppe non è nella logica del sacrificio di sé, ma del dono di sé”. La nostra vocazione nasce dal dono di sé perché solo così il sacrificio non pesa, ma anzi diventa il giogo dolce e leggero di cui parla Gesù. Dio è sempre tanto più largo del nostro cuore, non dimentichiamolo mai, anche quando sentiamo l’angustia delle nostre miserie o il peso del mondo intorno. Dio è più grande anche del mondo intorno! Allarghiamo il cuore, non rimpiccioliamo Dio nel nostro! Nel servizio del presbiterato e del diaconato servite la Chiesa, nostra madre, bella, splendente, attraente, amando questa tavola, questa famiglia che ci rende attenti ad ogni persona. Nell’immagine di questa tavola dall’altra parte della tavola ci sono tanti che aspettano di essere coinvolti, che dobbiamo servire e aiutare a sedere a tavola con noi, perché ci sono tanti posti da riempire, dove ognuno è in realtà atteso. La tavola di San Domenico, la tavola di Gesù è per tutti, anticipo di quella dove è il Signore che ci preparerà un posto perché per questo è venuto, è andato ed è tornato. È la tavola di Matteo il pubblicano, di peccatori amati, di figli che si erano perduti, di zoppi, storpi e ciechi invitati solo per la voglia del Signore di condividere tutto con noi. Così anche noi con tutti. Essere antipatici o alteri non significa rendere preziosa la tavola, difenderla o distinguersi dal mondo! Non è una mensa di puri e di perfetti! Spezziamo il suo cibo, doniamo la sua fraternità in tanti modi a chi ha fame, a chi cerca l’amore che non delude, a chi è senza niente. Perché dobbiamo scambiare dialogo con accondiscendenza, la necessaria attenzione all’interlocutore con cedevolezza o adattarsi, il nutrire con il pane dell’amore di Dio con sprecare il nostro tesoro? Lo sprechiamo tenendolo per noi e il nutrimento aiuterà a comprendere un mistero di amore che in realtà non smettiamo mai – nessuno di noi – di capire. Non difendiamo la nostra diversità da un mondo consumista, che cerca il benessere individuale, rendendo la mensa distante, selettiva! Per primo è Gesù che si mette a tavola con noi, Lui la verità della nostra vita. Seguite San Domenico e annunciate con passione la verità che è Cristo, non come una lezione o una dimostrazione. “Fra Domenico quando predicava trovava degli accenti così commoventi che, molto spesso, si commuoveva egli stesso fino alle lacrime e faceva piangere i suoi uditori” (Processo di canonizzazione, Bologna, Deposizione di fra Stefano, 37).

Come nella raffigurazione sono descritti tratti diversi, probabilmente di provenienze da paesi diversi, così è anche per ognuno di noi. È vero che lo Spirito non fa copie, che siamo tutti unici. Unici, ma non soli, individui, ma non isole. E non abbiamo bisogno di cercare i primi posti: qui siamo tutti al primo posto in questa tavola di amore, perché riceviamo attenzione e il privilegio della sua amicizia. Sono le nostre storie, segnate dalla vita come sono le storie vere degli uomini! Il problema non è la nostra fragilità, ma caso mai l’orgoglio; non è il peccato, ma la presunzione di essere giusti. Ecco i nostri volti, oggi! Paolo, da Verona, che capisce il mistero della forza che fa muovere il sole e tutte le stelle, amico di Santa Caterina, piccola di Dio, che compie le cose nascoste ai sapienti e ai dotti, forte e sensibile e che ci ricorda come “ogni gran peso diventa leggero sotto questo santissimo giogo della dolce volontà di Dio”. Salvatore, da Palermo, che trova l’algoritmo che nessun programma riesce a calcolare, la vera intelligenza non artificiale, la risposta alla domanda vera, quella più vera che dona senso a tutto il resto. Michele, da Rimini, che sperimenta come tutta la filosofia si contempla e si riassume nel Logos e in quel volto che si fa storia, avvenimento, fatto, incontro. Pietro, da Bologna, che la verità, altrimenti atroce ricerca che può portarci lontani, la incontra tutta e sempre da capire nel Signore via verità e vita sua, Colui che ci genera nello spirito. Giovanni, da Torino, che di notizie ne ha lette e scritte tante ma che ha fatto sua quella più bella che gli permette di essere lui stesso buona notizia e capire e illuminare tutte le notizie. Con voi in realtà ci sono, come sempre, i tanti che vi hanno aiutato, vicini, come le vostre famiglie, con il loro esempio e le loro parole, come altri distanti nel tempo ma prossimi nell’amore come Padre Girotti o la Vergine di Pompei.

Lo Spirito crea e ricrea. Amati, amate con la dolcezza e la fermezza di San Domenico, in piena libertà interiore e proprio per questo con tanta obbedienza a Dio e a questa famiglia. Apparecchiate con gioia, disponibilità, vicinanza alle persone, tanta umanità, questa mensa dove in realtà siamo tutti a tavola, servi e anche serviti, perché così conosciamo la verità e “davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri”. Dio, più grande del nostro cuore, conosce ogni cosa e la giudica ed ama anche quello che a noi è nascosto. La verità, che è Gesù, aiuta a capire e vedere la verità di ogni uomo, non nel suo peccato, nemmeno nelle sue infinite e sfuggenti interpretazioni, ma sempre per quello che è, in relazione all’amore di Dio.

La nostra forza è essere tralci di una vite che ci dona vita, tralci tutti uniti in un’unica circolazione di amore! Siamo tutti attaccati ad una vite che ci garantisce la linfa, circolazione che permette di non essere secchi. Il Signore ne ha cura perché il suo desiderio è che tutti i tralci portino frutto. Vuole cioè che nessuno sia sterile, finisca con sé stesso, perché solo dando frutti non finisce e morendo possa continuare. “Rimanete in me e io in voi”. Lo ripeto per voi, affidandovi al suo Santo Spirito. Rimanere è tutt’altro che qualcosa di statico e passivo. Rimanere in Lui e Lui in noi è circolazione di amore, è un legame vivo, dinamico, aperto, perché l’amore vero lega, unisce, fa essere una cosa sola, pensarsi assieme. Rimanere è l’invito più dolce che possiamo ascoltare, perché vuol dire che ci vuole, che siamo importanti, che si pensa per noi e con noi. Siate sempre fratelli e debitori gli uni verso gli altri. Non si trasmette amore quando non lo sappiamo ricevere e viceversa! Tutto a gloria di Dio, che ci libera dalle nostre miserie e ci rende pieni di Lui, cioè entusiasti interiormente. Perché oggi vale proprio per noi che “in questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”. La Vergine del rosario interceda sempre per voi.

01/05/2021
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