Ordinazione diaconi permanenti

Siamo sempre posti davanti a delle scelte. La vita lo richiede. Possiamo pensare di non scegliere e così in realtà scegliamo lo stesso. Qualche volta scegliere ci pone angoscia, soprattutto quando l’incertezza è grande, tutto sembra uguale e facciamo fatica a distinguere il bene e il male. Anche per questo, quanto ci è di aiuto l’amore di Dio che ci fa capire, ci incoraggia, ci guida, perché chi fa le cose per il Signore le fa per se stesso e per il prossimo! Il Signore rende saggi e soprattutto non ci fa sentire soli, e con il suo amore illumina la nostra difficile comprensione!

A volte cadiamo nell’inganno per cui pensiamo che vada bene tutto, che possiamo fare qualsiasi scelta, illudendoci di poter recuperare a nostro piacimento, aggiustare, ricominciare. Poi ci accorgiamo che non è così, che la vita presenta il conto, qualcosa diventa definitivo e si rivela come e cosa abbiamo costruito. Siamo liberi, certo, grandezza di Dio che è davvero un padre, ma per questo non tutto è uguale e senza conseguenze. E Dio, Padre, non ci obbliga, non impone, non ci giudica e non ci abbaglia con una verità insopportabile e umiliante: sceglie sempre di amarci, lo fa con tenerezza e non smette mai di chiederci di amare. Aiuta a scegliere. E lo farà fino alla fine.

Sappiamo, infatti, scegliere quando viviamo per qualcuno, desideriamo il suo bene per davvero e, così, anche la nostra vita ha valore. Il bene è quello che regaliamo. Come si fa a scegliere il male? Si nasconde, ci inganna facendoci credere di diventare importanti, ci persuade di fare prima e senza sforzo, ci nasconde il bene che pure abbiamo, tanto che appare inutile e vano farlo; ci alletta facendoci credere di stare meglio e di essere di più noi stessi vivendo per noi, nasconde la vita così com’è e ci rende compulsivi. “Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno; se hai fiducia in lui, anche tu vivrai”.

I comandamenti, che Gesù rende pieni con il suo comandamento dell’amore, ci custodiscono da noi stessi, da quell’abisso che è il nostro cuore, custodiscono il nostro io perché non si dilati tanto da diventare egocentrici. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male: scegliamo noi e non facciamo scegliere ad altri o alle necessità. Impariamo dalle severe lezioni della storia, quando vediamo i frutti del male, che poi crescono e diventano una tempesta di morte come avviene nella tragica pandemia della guerra. Possiamo sempre scegliere: non saremo mai così tanto distanti da Dio che lui non ci aiuterà. Per Lui non saremo mai pazzi e stupidi!

In questo tempo di pandemie, davanti a tanta terribile violenza, all’aggressività ordinaria e a quella che svela un sistema di morte e gli interessi di chi produce morte, davanti a quella nascosta nelle mura domestiche o tra le pieghe di cuori che riducono la donna a proprietà, nella violenza dei pregiudizi, dello scontrarsi o di quello che si immette nella grande piazza di internet, scegliamo il bene! Anche uno solo cambia il mondo! Il drammatico terremoto in Turchia e in Siria susciti di nuovo la consapevolezza che siamo sulla stessa barca e che, in realtà, questa è sempre fragilissima per tutti. Scegliamo di non aver paura di amare, di dare senso a quello che abbiamo e siamo, rendendolo utile agli altri. La libertà non è chiudersi in un’isola, ma aprirsi al prossimo.

Siamo liberi quando siamo legati a qualcuno e viviamo per qualcuno. Chi è più libero di Dio che per amore dona se stesso? Che libertà è salvare se stessi o ridurre la vita ad adrenalina, che finisce presto e devi rinnovare ad ogni costo perché non sai amare? L’amore si trasforma, affronta anche il non senso, la fatica, la malattia, resiste incredibilmente proprio perché diventa interiorità, sapienza, temperanza, forza. Questa è la sapienza del Signore, così diversa da quella degli uomini, che spiega e capisce tutto perché ama tutto, anche quello che non capisco e non è detto che possa capire. Perché capisco se amo. Questa sapienza che “vede ogni cosa” è la sapienza dei piccoli, di chi conosce la vita vera non quella finta dei palcoscenici o del benessere, ridotta a esibizione, a banale permissivismo ipocrita perché proprio questo diventa istigatore di tanti abusi e violenze. Gesù ci chiede di avere giustizia, ma non come quella degli scribi e dei farisei. Non basta essere retributivi: occhio per occhio. Per nessuno. Quella di Dio è l’amore.

Non basta dire “non ho fatto nulla di male”, perché conta se hai amato o no. La giustizia del “farla pagare” umilia tutti e due, fa perdere la ragione e rende prigionieri del male, chi lo fa e chi lo subisce. Solo l’amore ha ragione! Gesù ci chiede di essere uomini e donne di pace: non basta non uccidere, bisogna combattere sempre e ovunque il male, disinquinando i cuori e l’ambiente umano. Chiunque si adira con il proprio fratello fa crescere il male, che aumenta al di là delle nostre volontà. Per questo Gesù invita a non convivere con il male, ma ad andare a riconciliarsi e a farlo subito, perché il male diventa una prigione, come i nostri torti e le nostre ragioni che non ci fanno essere liberi e non ci fanno più capire il mondo intorno, noi stessi, il prossimo.

Andarsi a riconciliare vuol dire difendere l’unica ragione che è la pace. Gesù non si mette a fare il giudice, non dice chi ha ragione: se ha qualcosa contro di te fai tu il primo passo, non accettare diffidenze, separazioni, malevolenze. Riconciliarsi è lasciare entrare la pace, aprire la porta. Non è detto che immediatamente funzioni: ma tu lascia pace. Il mondo ha bisogno di tanta riconciliazione, di cura, lacerato com’è dalle divisioni e dai conflitti, inquinato da tanta violenza nei cuori, spinto dalla paura che rende aggressivi.

Chi non ama, uccide. Il male inizia eliminando l’altro, giudicandolo e condannandolo, per cui non è più mio fratello ma un pazzo, e così l’altro sarà sempre la sua pazzia. Se tu lo disprezzi butti via la sua e la tua umanità, perché l’unica ragione è aiutarsi, mettersi d’accordo, vincere l’inimicizia. Non possedere, non cercare di importi: ama, regala, non impadronirti perché altrimenti l’altro perde valore, perché solo l’amore e il dono danno valore, incommensurabile, senza prezzo. Infine, non giurare. Tutto il tuo linguaggio sia sì sì, no no. Non significa essere rozzi, senza sfumature, ma puri di cuore, senza malizia, senza voler ingannare! Sii libero dalla menzogna e non avrai bisogno di mostrarti diverso da ciò che sei, di nasconderti dietro qualcuno perché non sei credibile. E Dio ha solo una Parola, efficace perché si compie.

Ecco, carissimi, la Parola che vi impegnate a scegliere, voi che siete stati scelti e avete scelto. Vi ringrazio di questo e ringrazio le vostre famiglie e comunità che lo hanno fatto insieme a voi. Voi vivete e servite il Verbo, che ci libera dal male e che sarà sempre il pieno compimento della sua legge che è l’amore, verità che è Cristo. Servitelo non solo sull’altare ma sull’altro altare che sono i poveri e il prossimo. Non divideteli mai e non accettate che lo spirituale sia lontano dalla vita e la vita piena dallo spirituale. Curate il Verbum che è deposto sulla mensa ma anche la Parola che si fa carne.

Servite il suo fratello più piccolo e la parola che si fa amicizia con tutti, pane di amore per una folla che ne ha fame. Servite, e servite con gioia, perché l’unico rimborso è denaro dei lavoratori chiamati a curare la vigna. Più servite più i vostri legami si rafforzano. Servite e onorate questa madre che vuole essere vicino a tanta sofferenza e le nostre comunità che danno corpo al Verbo. Con umiltà e carità, con coscienza pura, forti e perseveranti nella fede, siate immagine del Verbo che non venne per essere servito ma per servire.

Sentiamo rivolte a ciascuno degli ordinandi, a ciascuno di noi, le parole che Ambrogio fa dire alla Chiesa dallo stesso Gesù: “Risplenda in te l’immagine della giustizia, l’immagine della sapienza e della virtù. Nel tuo cuore è impressa l’immagine di Dio: rifulga anche nelle tue opere, le tue azioni rivelino l’effigie del vangelo, perché la tua condotta custodisce le mie parole. L’impronta del vangelo brillerà in te se porgerai l’altra guancia a chi ti percuote, se amerai il tuo nemico, se prenderai la tua croce e mi seguirai”. Dio benedica voi, le vostre famiglie e le vostre comunità.

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