Ponti di Pace – Cerimonia finale

Eminenze, Eccellenze, Venerabili, cari amici, sì cari amici, perché quando si costruiscono ponti e quando si ha la gioia di percorrerli si scopre che l’altro è il mio amico. Solo i ponti permettono quello che fa fiorire la vita e la accende di tanti colori, che è l’amicizia! Non dobbiamo andare lontano per costruirli. Infatti parte da noi, tendendo la mano all’altro, accettando il rischio di questo gesto ma anche accogliendo la mano del fratello che vuole stringere la nostra. Abbiamo scoperto che l’uomo non è condannato ad essere un’isola e che tutti abbiamo bisogno di non essere soli, che insieme possiamo combattere la sfida, a volte terribile, contro la divisione, la guerra, il fratello che alza le mani contro suo fratello e in fondo uccide anche se stesso. C’è chi pensa di trarre convenienze seminando pregiudizi e parole di condanna e inimicizia. Dimentica che queste diventano semi di azioni che portano frutti di divisione che poi colpiscono tutti. L’odio e la violenza iniziano a crescere così. Al termine di questi giorni siamo ancora più consapevoli del dovere che abbiamo tutti e a tutte le età di costruire ponti e di garantire la loro manutenzione! Abbiamo ascoltato tante parole di sofferenza, abbiamo fatto nostro il grido del sangue di Abele e abbiamo sentito diretta a ciascuno di noi la domanda che Dio fa all’uomo: “Dov’è tuo fratello?”. Noi siamo i custodi del nostro fratello e della nostra sorella. La pace non è un gesto eroico per poi rimettersi a dormire con l’indifferenza. La pace non è nemmeno affare per ingenui. Anzi. E’ ingenuo l’ottimismo di chi non vuole vedere. I ponti richiedono pazienza, tempo, capacità, sistema, coraggio, tanto amore. Grazie, allora, alla Comunità di Sant’Egidio, grazie di questo regalo che ci mostra tante realtà di conoscenza e di pace possibile e grazie per la passione a continuare a farlo! Mettiamo da parte quello che divide: i ponti sono il bene comune di questa stanza bellissima e unica che è il mondo. La pace è un portico che protegge tutti. 
Cari amici, in questo cantiere della pace abbiamo parlato di tanti aspetti. Quanti! La pace ha tanti infiniti significati, come la vita. C’è bisogno di tutti, giovani ed anziani, credenti ed umanisti, uomini e donne, europei vecchi e nuovi, africani, asiatici, americani del Nord e Latino americani! Con gioia e fraternità vi abbiamo accolti a Bologna e vi ringraziamo di cuore di questi giorni. Come le cose condivise sono mie e sono degli altri: questo è il segreto di questi giorni e la vera via della pace. Il mondo intero, grazie a tutti voi, ha invaso le strade, le piazze, ha percorso i portici della nostra città! A tutti voi, a quanti lo hanno permesso con il loro sforzo e contributo, questa sera, dico grazie, diciamo grazie! Avete fatto di questa nostra città la capitale della pace! Grazie! 
L’arcobaleno disegnato su questo palco è il segno della nostra unità non perché siamo uguali, ma proprio perché diversi. L’arcobaleno unisce colori diversi in una sola luce. E in fondo è anch’esso un ponte che unisce la terra al cielo e che unisce anche due punti della terra. Oggi vogliamo che questa luce arrivi a dare speranza nei luoghi bui dove si consumano i tanti pezzi della guerra mondiale. Vogliamo superare i muri andando più in alto, con la passione che nasce dalla fede e con l’intelligenza dell’amore che trasforma il nemico in amico e rende vicino chi è lontano, possibile quello che sembrava troppo difficile. Sono sicuro che continueremo a seminare tanto ascolto, comprensione, amicizia consapevoli di essere parte dell’unica famiglia. Abbiamo meno paura, perché abbiamo visto che è possibile. E non ci facciamo confondere da chi dice: non vale la pena, ci saranno problemi. Lo sappiamo! Ma i problemi si affrontano e non ci spaventa sacrificarci per questo, perché vogliamo che cresca la pace. Io, da cristiano, seguo un Dio che ha insegnato ad amare i nemici e a dare la vita per non combattere mai le persone ma il nemico delle persone, il male. Ma la pace è di tutti e non si divide. Senza pace non c’è vita e non c’è futuro! Come ci disse Papa Francesco qui a Bologna, davvero abbiamo “cominciato a sognare alla grande” ma a farlo con gli occhi aperti e di giorno per vincere la notte della guerra e della barbarie. Dio ci benedica. Il saluto in quasi tutte le lingue quando ci si incontra e quando ci si saluta è sempre lo stesso. Pace sia con te. Ecco. E’ il regalo di questi giorni. La pace sia con voi.  

16/10/2018
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