Santa Messa e terzo momento del Cammino dei catecumeni adulti, consistente nel primo scrutinio

Oggi è il primo scrutinio nel vostro cammino verso la Pasqua, la resurrezione che sarà nascere in Cristo, primavera di un giorno nuovo. Tutti lo saremo, voi proprio nel battesimo. Perché Dio ama l’innocenza e la ridona a chi l’ha perduta. Gli scrutini ci aiutano a capire, a purificare la mente e il cuore, a crescere nell’amore per Dio. Oggi pregherò per la liberazione dal male, ingiusto, terribile, come quando colpisce i bambini, che arma la mano e le menti dell’uomo, fino a fare credere che si uccide nel nome di Dio. Oggi abbiamo ricordato le vittime delle mafie, quelle strutture di morte e sopraffazione che godono la complicità di tanti che si fanno corrompere, che cercano un piccolo grande guadagno, che si sentono importanti perché nascosti nei tanti bullismi. Mafia significa tratta, dipendenze, interesse privato che diventa la regola. Un cristiano non può mai essere complice con le mafie perché sta dalla parte delle vittime e della giustizia. L’amore di Dio è più forte e se ci affidiamo a Lui siamo custoditi da ogni male. Pregherò su di voi e imporrò sul vostro capo la mano. Lasciatevi sempre guidare dal Signore, che vi “mette sempre una mano sulla testa”! ascoltatelo, seguitelo, sentite sempre il suo consiglio e la sua forza tenera e piena di amore. “Non permettere che una vana fiducia in se stessi li illuda né li inganni l’insidia del maligno (che è il divisore e il grande ingannatore!). “A te aprono con fiducia il loro cuore, confessano i loro peccati, scoprono le piaghe nascoste del loro spirito”. Nella tua bontà liberali da tutti i mali, guariscili nella loro malattia, estingui la loro sete, dona loro la tua pace”. Vogliamo essere liberi dal male. Lo siamo solo per il suo amore, non per i meriti. E questa è la grande speranza e forza! Dove c’è lui non c’è il male. E’ proprio l’inganno del male non farsi riconoscere, farci credere importanti farci apparire inutile il bene che pure possiamo fare!
Era davvero strano che Gesù parlasse con lei, una donna e una donna samaritana. I pregiudizi che li dividevano erano profondissimi. Cosa avrebbero pensato gli altri vedendoli? Il pregiudizio è un muro che viene alzato, per paura, per ignoranza, per sentirsi forti, per inedia. E un muro impedisce di parlare, di conoscersi e diventa un inferno, popolato di nemici fantasmi! E sappiamo quanti pregiudizi dividono gli uomini per cui l’altro è quello che penso prima di ascoltarlo, solo per la sua pelle, per il suo tratto esterno, per la lingua, per le chiacchiere che condannano, per qualcosa che ha fatto. Gesù distingue sempre errore e errante. Dialoga, perché solo parlando si abbattono i muri! E dobbiamo sempre cercare il dialogo con il fratello, perché anche il nemico lo diventa, l’estraneo lo scopriamo il nostro prossimo! E la misericordia è sempre più grande del pregiudizio Gesù non si illude, sa chi siamo, qual è la nostra verità (che spesso nascondiamo agli altri e anche a noi stessi perché ci fa paura!) ma per lui l’uomo non sarà mai il suo peccato, la sua pagliuzza. Anzi, cerca – non fa così un padre, una madre? – anche la cosa più piccola che c’è di buono! Sa che c’è! C’è in ognuno e cerca di partire proprio da quella sete di acqua viva. Anche lei aveva pensato impossibile che un maestro di Israele parlasse con lei. Lo prende quasi in giro all’inizio. E’ diffidente! Tutto le appare sporco, inquinato com’è dalla delusione e dal male. Come mai tu che sei giudeo chiedi qualcosa a me? Come mai tu che non hai un’anfora pensi di donarmi acqua?  Mi vuoi sfruttare anche tu? Si difende anche lei, disillusa, ferita. E’ stata ingannata tanto e vede trabocchetti dappertutto. Forse nella sua durezza è proprio alla ricerca di qualcosa di vero e di bello in una vita piena di fallimenti, di incertezze, di dolore. E’ indurita. Come non ricordare la condizione di tante donne, considerate come schiave, oggetto della violenza maschile, quella che purtroppo si esprime nel desiderio di possedere fino alla fine ma anche nella deconsiderazione, nella mancanza di rispetto, in parole e gesti che bisogna chiamare con il nome di sfruttamento e violenza.
Anche i discepoli si sorprendono che Gesù parli con una donna samaritana. Restarono meravigliati e non domandarono. Per Gesù invece non ci sono samaritani, ma uomini e donne samaritane. La differenza non diventa divisione, ma incontro. Sa cogliere in ognuno quello che l’altro cerca per davvero, di cui ha bisogno, la sua fame e la sua sete. La storia difficile non diventa una condanna. Lui è un dono gratuito e offre l’acqua viva della sua amicizia, senza nulla in cambio. Chi è oggetto pensa sempre che cerchi qualcosa. E’ in fondo la logica del mondo. L’interesse. Che tanti possano dire di noi: mi ha amato e non mi ha chiesto nulla! I poveri sono coloro che non possono invitarci a pranzo a loro volta e proprio per questo Gesù ci chiede di invitarli! Gesù non la rimprovera, non le rinfaccia il passato, non chiarisce prima tutto e poi, eventualmente, promette qualcosa. Parla, dialoga, indica una sorgente che sgorgherà dal nostro cuore. Ci fa rendere conto di quello che possiamo avere e di come può diventare la nostra vita. Quella sorgente è spesso sepolta sotto tanto peccato, tanta diffidenza, tanta rassegnazione, tanta furbizia. Una sorgente è per gli altri. Anche lei cercava per sé l’acqua, pensando solo a se stessa, cercando di risolvere i suoi problemi. Invece diventa una sorgente e trova la sua felicità nel potere donare qualcosa agli altri, nel potere correre a dire: ho incontrato qualcuno che mi ha detto tutto ciò che ho fatto” e che mi ha fatto scoprire la sorgente di acqua viva che ho nel mio cuore perché ho incontrato lui. La Chiesa è samaritana: parla con tutti anche con quelli che sembrerebbero lontani, rischiosi. Può farlo se ha un cuore puro, come Gesù, se parla del suo amore e lo manifesta. La donna aveva capito tutto? No. Ma si apre al suo amore si lascia toccare il cuore da Lui! Una storia difficile. Sei mariti. Aveva cercato amore e si era ingannata o aveva ingannato. Una storia di fallimenti, di delusioni. Una storia difficile, dalla quale la giustizia si sarebbe tenuta lontano, oppure avrebbe condannato subito, chiarendo e umiliandola sul suo peccato. Gesù parla e libera quella donna con il suo amore. Gesù non nasconde la sua verità, le dice tutto, ma la libera colla sua misericordia. L’incontro con Gesù cambia il cuore e la vita. Egli aiuta quella donna ad essere davvero se stessa, proprio partendo da quello che nascondeva a se stessa e agli altri. La riconcilia con la sua storia e con il suo prossimo. Non si vergogna più. Le sue complicazioni, la ricerca contraddittoria e insoddisfatta di amore, le tante delusioni che la hanno indurita, la sua instabilità, i suoi tanti mariti, i tanti inganni che aveva subito e forse dato, non la condannano e proprio “tutto quello che ha fatto” diventa motivo per incontrare gli altri e parlare di speranza. Gesù chiarisce tutto di quella donna, ma con misericordia, senza umiliare anzi innalzandola. La aiuta a parlare di sé e della sua storia com’è per davvero, perché la ama tutta e perché proprio lei sia una sorgente di acqua buona per altri. Gesù ci aiuta a capire il mistero che siamo ognuno di noi, è proprio la nostra verità.  Anche noi dobbiamo parlare a molti di quest’amore che cambia la vita. Quello che lei aveva sempre saputo ma non capito (“so che deve venire il Messia”), diventa concreto, presente, vivo: “Sono io”.
Fa’ che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola che dicesti alla samaritana: Se tu conoscessi il dono di Dio! Tu sei il volto visibile del Padre invisibile, del Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto con il perdono e la misericordia: fa’ che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te, suo Signore, risorto e nella gloria. Amen
         

19/03/2017
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