Solennità del Sacro Cuore di Gesù

Cosa capiamo di Dio se non ne capiamo il cuore, se non accettiamo la sfida di
confrontarci, così come siamo, con i suoi sentimenti, senza diaframmi,
giustificazioni o difese? Cosa capiamo di Dio se lo riduciamo ad una legge, lui
che è un cuore aperto su ciascuno e sul mondo? Cosa capiamo della sua proposta
di amore che ci chiede di seguirlo, Lui che mostra la misericordia? Senza farsi
toccare il nostro cuore e senza capire il cuore di Gesù finisce come a quell’
uomo ricco, che non si lasciò amare e se ne andò triste perché ricco ma povero
di cuore. Senza lasciarci amare da Lui restiamo sempre inquieti, alla ricerca
di una risposta che non troviamo. Chi vive per sé trova tante sensazioni, ma
non il cuore.
La festa di oggi ci aiuta a ritrovare il nostro cuore proprio perché ci
mettiamo di fronte al Suo, capiamo le sue tante ferite e i suoi sentimenti, ci
leghiamo al suo giogo dolce e soave che ci libera da quello pesante dell’
individualismo. E’ facile indurirsi, tanto che guardiamo senza cuore condizioni
oggettivamente disumane, che dovrebbero scandalizzarci o farci piangere. Il
pregiudizio, il consumismo che rende le cose più importanti delle persone, ci
rendono insensibili a veri drammi umani. Abbiamo poco cuore perché lo
dissipiamo in quello che non vale e poi ci sentiamo deboli per fare qualcosa o
affrontare gli inevitabili problemi della vita. Chi ha cuore non può lasciare
nessun anziano abbandonato, non si può dare pace finché non vengono trovate
soluzioni, non si compromette con la logica della corruzione piccola o grande
che sia. Al contrario quando non si ha cuore o questo è piegato all’idolo del
consumismo o del proprio interesse è disponibile a tutto.
Gesù trasforma il nostro cuore amandolo. Solo così cambiamo. Le immagini del
Sacro Cuore vogliono in maniera visiva mostrarci il mistero che non smettiamo
di contemplare. Lo mette in rilievo, come a ricordarci la sua sofferenza, le
sue lacrime, la sua misericordia e farci sentire amati, importanti, portati da
Lui nel suo cuore. Quanto facilmente non ci accorgiamo del suo amore, un po’
perché lo vogliamo come pensiamo noi, un po’ perché vorremmo qualcuno che ci
faccia stare tranquilli. Il cuore ci coinvolge nelle sue passioni, anche nelle
sue sofferenze, per trovare così la sua gioia. Dobbiamo ascoltarlo,
comprenderlo, “sentirlo” e scegliere con lui la via della misericordia. Chi
cammina con Gesù trova il suo cuore, perché amato e impara ad amare.  Il suo
cuore dona cuore. Gesù ci ama quando noi siamo lontani, non condiziona i suoi
sentimenti ai nostri ma con insistenza ci ama finché anche noi non scegliamo!
Impariamo anche noi ad amare anche quando gli altri non ci prendono sul serio.
Per trovare cuore ci vuole tempo e ci vuole Lui. La preghiera, l’adorazione, l’
ascolto del Signore che ci parla anzitutto con la parola del corpo che
adoriamo. Chi adora l’Eucarestia adora anche la Parola che accompagna questa
presenza. (Eg 262). “La Chiesa non può fare a meno del polmone della preghiera,
e mi rallegra immensamente che si moltiplichino in tutte le istituzioni
ecclesiali i gruppi di preghiera, di intercessione, di lettura orante della
Parola, le adorazioni perpetue dell’Eucaristia. Non c’è missione senza
preghiera e senza un incontro personale con il Signore Gesù. Saremmo solo dei
funzionai oppure dei ripetitori. Ma Gesù vuole dei testimoni, degli uomini che
vivono quello che hanno sulla bocca. 264. La prima motivazione per
evangelizzare è l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto, l’esperienza di essere
salvati da Lui che ci spinge ad amarlo sempre di più. Se non proviamo l’intenso
desiderio di comunicarlo, abbiamo bisogno di soffermarci in preghiera per
chiedere a Lui che torni ad affascinarci. E’ urgente ricuperare uno spirito
contemplativo, che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo depositari
di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova. Non c’è niente di
meglio da trasmettere agli altri.
Dobbiamo coltivare la riconoscenza e raccoglimento. E’ riconoscente solo chi
si accorge dei doni, si libera dalla tentazione di possedere o credendo che sia
un diritto e una ricompensa, pensando di meritare qualcosa. Dio dona e basta,
come Gesù per i dieci lebbrosi. Solo chi ringrazia, però, trova Gesù e così
capisce per davvero quello che ha ricevuto. In questo primo anno abbiamo
imparato a ringraziare per tutto, anche per le cose che non andavano. Impariamo a
ringraziare anche non soltanto per quello che abbiamo avuto, tanto, ma per
quello che è. Questa è la lode, quando sentiamo il bisogno di ringraziare
soltanto per il fatto che egli esiste, per quello che è, per la sua esistenza,
per tutto quello che ha fatto e farà.
Il raccoglimento è la necessità che abbiamo di trovare un centro. Dobbiamo
raccoglierci per capire, per discernere, per capire cosa è necessario, cosa ci
chiede quella situazione, quell’incontro, cosa dobbiamo cambiare. Gli stimoli
che assalgono l’uomo sono tantissimi, potenti, molteplici. L’uomo è in continuo
in faccende, spesso naviga in un mare dove tutto appare possibile. E poi la
pubblicizzazione della propria esistenza si è intensificata in modo
preoccupante, tanto che ci raccogliamo poco in noi perché dobbiamo apparire,
fare vedere, consumare esperienze e possibilità. Scriveva Guardini, molto prima
dell’avvento di internet: “Con sempre maggiore rapidità e completezza quello
che avviene viene comunicato e con tale immediatezza che si può essere tentati
di dire che la notizia appartiene all’evento”. La sfera privata va scomparendo,
i contenitori sono diventati come vetro e spesso viviamo per fare vedere. Il
raccoglimento è mettersi in silenzio davanti al Signore come davanti ad una
persona umana, cercando con i nostri i suoi occhi per sentire il suo amore e l’
espressione della sua faccia. Il tuo volto Signore io cerco. Il vero
raccoglimento è questo cuore aperto che si apre al cuore di Dio, come tra un io
e un tu.
Grazie Signore del Tuo cuore che ci rende santi come Tu sei santo, perché la
Tua presenza ci permette di rassomigliare a Te, come un bambino, come uno dei
piccoli che si lascia condurre e che impara a capire e a parlare perché sente
la Tua protezione e cresce con il Tuo amore. Perdona la nostra indifferenza che
non sa comprendere i tuoi sentimenti e il tuo amore pieno per ogni uomo.
Il Tuo cuore, Signore, è tanto più grande del nostro e Tu lo doni tutto a noi,
ci rendi uomini, ci fai scoprire il tuo amore pieno, ci liberi dalla paura e
dalla tentazione di conservarci. Donaci un cuore grande, buono, che non si
lascia turbare, per dare cuore al mondo, perché nessuno si senta solo, perché
il bene della vita sia conservato e protetto.

23/06/2017
condividi su