Nell’ambito della ricorrenza, lunedì 13 dalle 18 nella sede dei Commercialisti si svolgerà il convegno «Per una Chiesa che chiama alla speranza»
«Il nostro obiettivo, ancora una volta, è quello di raccontare come una semplice firma sia in realtà un moltiplicatore di gesti di umanità e attenzione verso gli altri». Così Giacomo Varone, responsabile diocesano del Servizio per la promozione al sostegno economico «Sovvenire», a proposito dell’importanza della firma dell’8xmille e in occasione della Giornata nazionale di sensibilizzazione di domenica 5 maggio.
Nell’ambito della ricorrenza, in diocesi si svolgerà anche il convegno «Per una Chiesa che chiama alla speranza» previsto lunedì 13 dalle ore 18 nella Sala conferenze «Marco Biagi» dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti contabili di Piazza de’ Calderini, 2/2.
«Ovviamente è la fase della dichiarazione dei redditi – prosegue Varone – quella in cui è possibile firmare per l’8xmille alla Chiesa cattolica. Lo si può fare attraverso il proprio commercialista o grazie all’ausilio dei Centri di assistenza fiscale (Caf). Particolarmente utile, questi ultimi, per quella vasta platea che vorrebbe firmare ma non è tenuta alla dichiarazione dei redditi. In particolare segnaliamo i Caf delle Acli che, grazie ad una convenzione, potranno fornire gratuitamente questo servizio».
Purtroppo il 2023 ha segnato ancora una tendenza in calo in fatto di firme raccolte in favore dell’8xmille alla Chiesa cattolica. Anche fra i praticanti, stando agli ultimi dati, solo il 55% ha donato il suo 8xmille alla Chiesa cattolica.
«Questi numeri – continua Varone – ci dicono quanto lavoro di sensibilizzazione ancora ci aspetta. Soprattutto nella nostra regione, nella quale il numero di firme raccolte si attesta addirittura al di sotto di quello della media nazionale». Parlando ancora di numeri, la cifra derivante dalle firme raccolte si attesta intorno sul miliardo di euro in Italia. A livello nazionale, alla carità e al culto è destinato circa il 60% del totale (24,2% per la carità e 35% per il culto) mentre il 40% per il sostentamento del clero.
«Il sistema dell’8xmille – sottolinea Varone – oltre a contribuire al sostentamento dignitoso dei sacerdoti, permette di svolgere importanti opere di carità attraverso parrocchie e realtà ecclesiali. Fra essi i condomini solidali, i doposcuola, i poliambulatori ma anche le case di accoglienza, i dormitori e le mense. Inoltre, lo scorso anno sono stati 53 i milioni destinati al progetto dedicato alle famiglie disagiate; 13 per i senza fissa dimora; 4 per gli anziani; 3 per i portatori di handicap e per le vittime dell’usura. Fondi sono stati stanziati anche per le conseguenze della guerra in Ucraina e per i danni provocati dall’alluvione in Romagna dello scorso anno. L’8xmille alla Chiesa cattolica, insomma, continua ad essere un gesto che fa bene perché fa il bene».
Il convegno del 13 maggio è organizzato dal Servizio per la Promozione del Sostegno economico della Chiesa cattolica dell’Arcidiocesi, in collaborazione con l’Ordine e la Fondazione dei Dottori Commercialisti ed Esperti contabili di Bologna, Acli Bologna e Istituto diocesano sostentamento clero. I lavori saranno introdotti e coordinati da Giacomo Varone. Nel corso del panel interverranno monsignor Ivan Maffeis, Arcivescovo di Perugia-Citta della Pieve e presidente del Comitato per la Promozione del Sostegno economico alla Chiesa cattolica della Conferenza episcopale italiana, e Aldo Bonomi, sociologo, editorialista del Sole24Ore e presidente Consorzio Aaster. Parteciperà ai lavori anche il cardinale Matteo Zuppi. L’evento sarà trasmesso in diritta su questo sito e sul Canale YouTube di «12Porte».
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In occasione della Giornata nazionale per la sensibilizzazione alla firma per l’8xmille Bologna Sette ha raccolto anche la voce di monsignor Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e delegato della Ceer per il «Sovvenire».
Oggi nelle nostre Chiese si celebra la Giornata nazionale per l’8 per mille alla Chiesa cattolica. Non è una Giornata come le altre, in cui si raccolgono le offerte per una particolare destinazione (le missioni, la Caritas, i migranti, la Terra Santa, il Seminario), ma una Giornata per ricordare a tutti i lavoratori e i pensionati, a tutte le famiglie, che con una firma da allegare al proprio Modello Redditi o al 730 possono sostenere la Chiesa, soprattutto nella sua azione di carità e condivisione, di catechesi e comunicazione e per le sue strutture e beni pastorali e culturali (chiese, case parrocchiali e centri pastorali, organi storici, biblioteche, archivi).
Lo scorso anno, la Chiesa Italiana con la firma e la solidarietà di tanti, oltre 11 milioni e mezzo di persone – di cui 1 milione e mezzo dell’Emilia-Romagna -, ha potuto realizzare 15.713 progetti che hanno interessato varie realtà: condomini solidali, doposcuola, Poliambulatori, Case di accoglienza, dormitori, mense, restauri di beni culturali e artistici, stanziamenti per calamità naturali o emergenze umanitarie nel mondo… Le Chiese dell’Emilia-Romagna hanno potuto contare lo scorso anno, grazie alla firma dell’8 per mille, su 47 milioni e 500 mila euro, di cui 19 milioni sono andati per il sostentamento del clero (quasi 2000 sacerdoti), oltre 10 milioni alle opere di culto e pastorale, altri 10 milioni per le opere di carità, 5 milioni per l’edilizia di culto e 1 milione per i Beni culturali.
La Cei ha stanziato, inoltre, 1 milione di euro dall’8 per mille per gli alluvionati dell’Emilia-Romagna.
Per questo possiamo dire quest’anno che «una firma fa bene»: perché sostiene tante realtà in Italia e nel mondo, soprattutto nei Paesi più poveri, oltre che contribuire a sostenere i nostri sacerdoti. Ma possiamo anche dire che «una firma fa il bene», perché è un gesto anonimo di carità che raggiunge tanti, dappertutto, portando benessere, diventando segno di condivisione, strumento di giustizia sociale.
Purtroppo, attorno a noi, che lambiscono l’Europa, ci sono situazioni di guerra con il drammatico numero di morti, di feriti, di distruzione, di profughi, rifugiati e con la mancanza di beni essenziali che colpiscono soprattutto i piccoli, gli anziani, le persone deboli. Le immagini che abbiamo davanti agli occhi dell’Ucraina, della striscia di Gaza dove ormai i morti si contano a migliaia, ci ricordano che questa firma, attraverso le Chiese locali, Chiese sorelle, le loro Caritas, può trasformarsi in cure, in accompagnamento, in tutela della vita, in conforto, in speranza. Anche una firma può cambiare la storia: la storia di tante persone più deboli, in difficoltà, vicine e lontane. Non trascuriamo di firmare, soprattutto chi è esonerato dalla dichiarazione dei redditi (modello CU) chieda anche in parrocchia il modulo per fare la propria firma: una firma che fa bene, una firma che fa il bene.