Nell’imminenza dell’arrivo in città dell’Immagine della Madonna di San Luca il direttore dell’Ufficio comunicazione sociali dell’arcidiocesi, Alessandro Rondoni, ha intervistato il cardinale Matteo Zuppi
Eminenza, la Madonna di San Luca scende quest’anno per portare una speranza particolare, visti i tempi. Qual è?
Il messaggio è quello della pace e della solidarietà. Della pace perché c’è tanta sofferenza e violenza. Esiste questo demone imprevedibile della guerra che contagia e spaventa tutti. Abbiamo capito quell’espressione di Papa Francesco della guerra mondiale a pezzi. Pensavamo, in fondo, che questi conflitti fossero soltanto problemi locali che non ci riguardavano, mentre la guerra in Ucraina ci fa capire che sempre, e questa in particolare, è un pezzo importantissimo del nostro futuro. E poi, la solidarietà, come frutto della pandemia da Covid-19. Finalmente riusciremo a vivere in presenza, in modo tradizionale la processione con Maria, la Sacra Immagine, ma non ci dimentichiamo. Abbiamo voluto, infatti, mantenere nella discesa il metodo adottato durante il periodo di emergenza, cioè quello di trasportarla in diversi luoghi. Maria suscita solidarietà, in quanto Madre, e spero che possa arrivare più vicina possibile alla condizione di vita di ognuno.
Dopo la discesa del 2021 anche quest’anno, infatti, visiterà vari luoghi della città, del Vicariato Ovest della Arcidiocesi per andare incontro ai giovani, agli anziani, alle famiglie, con sosta alle chiese e al cimitero. Che significato ha incarnare questo messaggio nel quotidiano?
La pandemia ci ha costretto a cambiare delle cose ma ce ne ha fatte anche scoprire delle altre. Non dobbiamo dimenticarle. Per cui non vogliamo perdere la vicinanza, l’andare incontro, il coinvolgere nell’attenzione gli uni verso gli altri. Maria è colei che ce lo ricorda: lei per prima si preoccupa di quello che manca agli altri, è attenta ai bisogni delle persone che ha vicino perché sono tutti suoi figli.
La settimana si apre anche con la veglia dei giovani, con la preghiera per la pace, per la fine di questa guerra e di tutti i conflitti nel mondo, e perché sia abbandonata la via delle armi.
La preghiera è la prima opera dei cristiani. Qualche volta pensiamo sia l’ultima, quando non possiamo fare altre cose. È la prima, e ci chiede di fare anche tanto altro. Ci ritroveremo nella preghiera insistente fino alle 2 di notte con la Cattedrale aperta in modo tale che chiunque, anche per poco, nel dolore di questo tempo, possa associarsi all’intercessione per la pace. Come tante volte succede, purtroppo ce ne accorgiamo quando le cose mancano o sono messe in discussione. Maria se ne accorge sempre per tutti. Con lei chiediamo che le tante lacrime causate dal demone del male siano asciugate e, soprattutto, che venga presto il dono della pace.
Il card. Zuppi vivrà questa solennità della Madonna di San Luca in contemporanea con gli appuntamenti della Cei. Qual è la preghiera che farà per il cammino della Chiesa italiana?
Sicuramente di imparare di più a camminare insieme e anche di accorgerci dei tanti compagni di viaggio. Dobbiamo considerarli e camminare con quella visione che il Signore ci ha affidato perché tutti possano accorgersi della sua presenza tra gli uomini.
Infine, qual è il pensiero per tutti i bolognesi?
Non dimentichiamo la sofferenza, soltanto seguendo Maria che ha cura particolarmente dei più deboli, ma proprio di tutti, quella sofferenza non sarà inutile. Ne abbiamo vissuta tanta e continuiamo a viverne, e si può produrre altra sofferenza se non si trasforma in consapevolezza ed amore. Maria ci chiede di aiutarla ad essere vicina a tutti e di dare quella vera consolazione che è della speranza, della vicinanza, della compagnia e della protezione.