ALTA VALLE DEL RENO – A causa delle restrizioni imposte dalla prudenza per l’emergenza sanitaria in corso, un gruppo di sacerdoti dell’Alta Valle del Reno si è riunito in preghiera e ha messo in rete la video-registrazione di una breve Liturgia della Parola, guidata da don Giuseppe Ferretti.
L’iniziativa intende supplire alla mancata convocazione della stazione quaresimale ed è offerta a tutti i parrocchiani del Vicariato.
Le stazioni quaresimali sono una antichissima tradizione della Chiesa di Roma e consisteva nei giorni del tempo penitenziale in un fitto calendario di peregrinazioni. Ci si dava appuntamento in una Chiesa per iniziare una processione liturgica che portava alla Chiesa detta stazionale (dal latino “statio”, sosta), dove avveniva la celebrazione eucaristica. Le Chiese stazionali erano soprattutto quelle nelle quali erano custodite le reliquie dei Santi martiri romani, che venivano così invocati come parte della famiglia ecclesiale e come intercessori nel cammino di conversione.
Le stazioni quaresimali (come quella ancora oggi praticata dal Papa nel mercoledì delle ceneri dalla Chiesa di Sant’Anselmo alla Basilica di Santa Sabina), hanno contribuito lungo i secoli alla formulazione delle preghiere liturgiche e alla scelta dei brani biblici che ancora oggi, in gran parte, costituiscono la Liturgia del tempo quaresimale nel Messale romano.
In diocesi di Bologna fu il Cardinale Antonio Poma che propose il percorso delle stazioni quaresimali, che inizialmente prevedevano delle celebrazioni a livello diocesano, soprattutto nei mercoledì e nei venerdì, andando a costituire una peregrinazione nei luoghi più significativi della spiritualità locale: santuari mariani, chiese di martiri e di santi locali.
La scelta di privilegiare il mercoledì e soprattutto il venerdì è legata al ricordo del tradimento e della passione di Cristo.
In un secondo tempo, le stazioni quaresimali furono proposte a livello vicariale e poi a livello di zone pastorali e sono diventate, soprattutto in alcune aree della diocesi, un momento prezioso di incontro e di condivisione spirituale del presbiterio e delle comunità vicine, richiamando in modo suggestivo la disposizione biblica contenuta nel libro dell’Esodo, per cui le famiglie più piccole dovevano unirsi tra di loro per celebrare la Pasqua (Es 12,4).