Il libretto della celebrazione multilingue

Epifania dei Popoli

Il Card. Zuppi presiede la Liturgia con le lingue dei popoli

Messa Popoli

BOLOGNA – Nel rispetto delle misure di precauzione, avrà luogo anche quest’anno la Messa dei Popoli, celebrata dal Cardinale Zuppi, con la presenza delle comunità degli immigrati cattolici. Il suggestivo rito multilingue, avrà luogo in Cattedrale alle 17.30, nel giorno in cui la Chiesa commemora con i Santi Magi, l’inizio del pellegrinaggio della fede di tutti i popoli verso Cristo Salvatore.

La Messa dei Popoli – nel contesto della festa dell’Epifania – è uno degli appuntamenti più amati nell’anno dalle comunità degli immigrati cattolici che partecipano numerosi alla celebrazione diocesana presieduta dal Cardinale.

I canti, le letture e le preghiere saranno celebrati in 13 lingue: francese, ucraino, bengali, spagnolo, malayalam, cingalese, filippino, eritreo, arabo, tamil, swahili e inglese.

Non potendo creare assembramenti, nel coro prenderanno posto le Suore Minime dell’Addolorata che vivono in comunità e non necessitano di distanziamento ed eseguiranno alcuni canti in swahili. Le strofe dei canti nelle altre lingue saranno eseguiti da singoli cantori distanziati.

La processione offertoriale, che era uno dei momenti più caratteristici della celebrazione, proprio nel ricordo dell’offerta dei doni da parte dei Magi d’Oriente, avverrà per cautela in modo diverso: per evitare scambi di oggetti tra le persone e con il celebrante (proibiti a causa della situazione pandemica) i doni, infatti, verranno deposti ai piedi della statua di Gesù bambino.

Uno dei momenti più suggestivi, nella sua semplicità, è la recita del Padre Nostro, durante la quale ciascuno dei presenti utilizza la sua lingua madre, mescolando le lingue nell’unica invocazione.

Anche in alcune parrocchie della diocesi, si tengono celebrazioni analoghe. Può essere utile per preparare la celebrazione, il libretto per la Liturgia utilizzato in Cattedrale.

La Chiesa riconosce grande la importanza della lingua materna dei migranti, attraverso la quale essi esprimono la mentalità, le forme di pensiero e di cultura ed i caratteri stessi della loro vita spirituale e delle tradizioni delle loro Chiese di origine. 

A Bologna questa attenzione si esprime nella presenza di 14 comunità etniche, di varia consistenza numerica, con sette sacerdoti: le comunità si affiancano alla rete delle parrocchie territoriali, divenendo così uno strumento di comunione spirituale e pastorale con l’intera comunità diocesana.

Inoltre la Migrantes diocesana è in constante contatto di aiuto e fraternità con le comunità cristiane ortodosse, nate anch’esse dalla realtà migratoria.

In questi ultimi anni, molte delle comunità ormai storiche hanno visto la partenza di numerosi membri, spesso non per l’auspicato ritorno in patria, ma per una seconda migrazione verso altri paesi: questo avviene soprattutto per le difficoltà lavorative e abitative in Italia e per le incertezze nell’ottenere documenti. 

Anche la pandemia, unita alle difficoltà economiche, hanno creato problemi nelle comunità: molti polacchi, ad esempio, sono rientrati in patria o hanno effettuato una nuova migrazione.

Altro problema segnalato è quello degli studenti nati in Italia, senza cittadinanza, che – terminata la tutela della scuola dell’obbligo – incontrano molte difficoltà e incertezze per il loro futuro.

Quella degli immigrati resta comunque una presenza ancora significativa che incide ancora notevolmente nell’andamento demografico della nostra regione.

 

 

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