Il Rapporto della Fondazione

Fra sussidiarietà e infrastrutture

La presentazione della ricerca si è svolta giovedì 4 nella sede di Camplus di via Vincenzi

Presenti, fra gli altri, il presidente Vittadini e il vice ministro Bignami insieme al governatore Bonaccini

«L’Emilia-Romagna è una regione dove i corpi intermedi e le amministrazioni pubbliche hanno collaborato per pensare le infrastrutture, evitando di calarle semplicemente dall’alto. Questo ha permesso, in questo territorio, di realizzare di più e soprattutto meglio rispetto a quanto accaduto in altre regioni». Questo il pensiero di Giorgio Vittadini, fondatore e presidente della Fondazione per la sussidiarietà che ha curato il Rapporto 2022/23 «Sussidiarietà e…governo delle infrastrutture», presentato giovedì scorso nella sede del Camplus Bononia Fondazione Ceur.

I dati sulla regione in fatto di trasporto e mobilità sostenibile, rivela il Rapporto, sono effettivamente fra i migliori a livello nazionale: «Fatto 100 la media italiana – si legge nel comunicato stampa rilasciato dalla Fondazione – l’Emilia-Romagna raggiunge quota 108 per la dotazione di strade, 115 per le ferrovie, 147 per i passeggeri che transitano dagli aeroporti e 141 per le merci nei porti. Grazie anche a nuovi investimenti per 7 miliardi di euro – prosegue il testo – entro il 2025 tutte le linee ferroviarie regionali saranno a emissioni zero». Un dato ancor più positivo se letto in un contesto nazionale che, racconta ancora il Rapporto, vede la nostra Nazione al penultimo posto (prima della Spagna) in fatto di investimenti per costruzione e manutenzione di infrastrutture di trasporto nel decennio 2010-2020.

«Grazie alla Fondazione per questo lavoro – ha dichiarato il vice ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Galeazzo Bignami -. Riceviamo impressioni profonde sul nostro sistema infrastrutturale e, complessivamente, in fatto di tenuta del sistema gestionale e concessorio, utile per individuare quegli elementi che possono essere finalizzati ad una implementazione e ad un arricchimento. Non solo su quadro finanziario, ma anche progettuale e ingegneristico, nel quale è chiaro che esiste una carenza dovuta ad un depauperamento».

«La mobilità del futuro dovrà tenere insieme il rispetto per l’ambiente con una risposta efficace alle nuove necessità di movimento della nostra società – ha affermato Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna -. Per realizzarla, servono investimenti che possano premiare chi porta avanti scelte consapevoli come l’utilizzo di mezzi non inquinanti e collettivi. Così come vanno create le condizioni per rendere convenienti le vie di trasporto su ferro e acqua, liberando le strade e utilizzando strumenti innovativi come la Zona logistica semplificata. È una sfida importante, cruciale per il futuro e per vincerla è necessaria un’alleanza di tutte le parti coinvolte, pubbliche e private, in modo da non perdere l’occasione irripetibile che è rappresentata dai fondi Pnrr».

La presentazione del Rapporto è stata moderata da Giovanni Mulazzani, docente di Diritto amministrativo all’Alma Mater, mentre i contenuti sono stati illustrati da Roberto Zucchetti, dell’Università milanese Bocconi.

Fra i relatori era presente anche Valerio Veronesi, presidente della Camera di Commercio di Bologna, che ha posto al centro le infrastrutture definendole «bene comune la cui utilità e sviluppo nel tempo può essere garantito solo da un dialogo costruttivo che non si deve mai interrompere: si tratta del solo modo per superare gli ostacoli, prevenirli, cogliere le opportunità, affrontare la complessità».

Un focus sul progetto della tratta Torino-Lione, inoltre, è stato trattato da Marzia Giacoia, responsabile sostenibilità, parternariati e innovazione della Tunnel Euralpin Lyon Turin (Telt).

«Le infrastrutture portano con sé sempre una problematica – ha detto ancora Vittadini in un’ampia intervista che sarà pubblicata nei prossimi numeri di questo giornale -, ovvero la contrapposizione fra due estremi: chi non le vuole nel proprio giardino e quanti vorrebbero imporle anche quando palesemente inadatte o dannose per il territorio. L’unico metodo per giungere ad una sintesi efficace e costruttiva è il dialogo continuo, purtroppo raro anche nel dibattito politico, ma necessario per il raggiungimento di una soluzione di compromesso che rappresenti il meglio per la collettività».

Marco Pederzoli

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