“Vi vogliamo nel cuore della nostra Chiesa bolognese”: con queste parole il Cardinale Matteo Zuppi aveva invitato due settimane fa la parrocchia greco-cattolica ucraina a celebrare la santa Liturgia domenicale nella Chiesa Cattedrale.
Non si poteva immaginare che quell’invito avrebbe incrociato un’ora così profondamente drammatica per l’Ucraina.
Nelle prime ore del pomeriggio la Cattedrale è veramente gremita, tanti bolognesi hanno voluto fare domenica insieme ai fratelli ucraini; tra di loro anche Pier Ferdinando Casini che non ha nascosto la sua commozione.
Tra i tantissimi fedeli si nota la presenza anche di bandiere della Georgia, il paese che da anni si trova nella stessa situazione dell’Ucraina.
Il Cardinale si è affrettato a rientrare in città dopo aver partecipato a Firenze alla fase conclusiva dell’incontro dei Vescovi e dei Sindaci del Mediterraneo.
Il Vescovo presiede dalla Cattedra episcopale impartendo le benedizioni previste dal rito bizantino, ma il sacrificio eucaristico è offerto da don Mykhaylo Boiko, parroco di San Michele degli Ucraini, accompagnato dai canti del coro parrocchiale.
Il Vangelo previsto dal rito orientale, del giorno che prelude alla celebrazione quaresimale annuncia il perdono fraterno come condizione necessaria per ricevere il perdono di Dio e ricorda che l’attaccamento ai beni terreni è radice di ogni male.
Don Mykhaylo ha ringraziato l’Arcivescovo e tutta la città di Bologna per l’amore che sta mostrando per un popolo che si vanta di non aver mai fatto nella sua storia una guerra di conquista, di non avere mai sottratto neanche un centimetro di terra agli altri popoli e che vuole solo vivere in pace.
Il Cardinale accende una lampada perenne davanti all’icona della Madonna di Zarvanytzia che è stata portata in Cattedrale.
Zarvanytzia è uno dei più grandi santuari mariani cattolici, paragonabile a Lourdes per importanza.
In quelle verdi campagne, nel 1240, la Madonna apparendo confortò con una sorgente d’acqua e il dono di una icona un monaco costretto a fuggire da Kiev che era stata assediata dai Mongoli.
Accanto a don Mykhaylo anche i sacerdoti della comunità romena greco-cattolica, il direttore di Migrantes e un sacerdote rientrato l’anno scorso da un periodo di servizio pastorale in Siberia.
Il Cardinale manifesta l’amicizia e la solidarietà di Bologna alle tante mamme e nonne che compongono la comunità che con il loro duro lavoro in Italia sostengono più di una famiglia in patria e che oggi vivono ore di angoscia per la sorte di tanti mariti e figli che si trovano sui fronti più esposti.
L’icona della Madonna di Zarvanytzia resterà esposta in Cattedrale fino a domenica prossima, quando tornerà alla Chiesa di San Michele dei Leprosetti.