11 e 12 Giugno

Impariamo la pace dai Padri

In occasione dell'80° dell'eccidio di Monte Sole

«Guerra, violenza e pace nei Padri della Chiesa» è il titolo del convegno organizzato al Cenacolo Mariano dalla Piccola Famiglia dell’Annunziata.

Le giornate di studio sono state organizzato in occasione dell’80° anniversario dell’eccidio di Monte Sole, l’11 e 12 giugno.

Guiderà Lisa Cremaschi, monaca di Bose e studiosa dei Padri antichi; questi i temi trattati: «Giustino e Origene: il rifiuto della violenza»; «Cipriano: la pace comincia dal pregare per l’altro (rifiuto della guerra, pace nella Chiesa)»; «Testimoniare la pace a prezzo della vita»; «Beati gli operatori di pace, beato chi perdona»; «Trova la pace dentro di te!».

Nei primi secoli dell’era cristiana, vivendo sotto un impero romano ostile e culturalmente molto lontano da quello di Gesù, i suoi discepoli si «attaccarono» al Vangelo e si sforzarono di comprenderlo in modo sempre più profondo rispetto alle necessità del tempo. Dalla realtà palestinese originaria, la fede si era diffusa in modo veloce e vasto ed erano sorte comunità con radici e conformazioni molto diversificate. Questi secoli sorgivi del cristianesimo sono sempre stati motivi di grande stimolo per una Chiesa che nei secoli si è strutturata e consolidata, è stata riconosciuta dalle autorità ed è divenuta parte integrante dello Stato.

Rileggere oggi i Padri, come farà una grande studiosa e maestra quale Lisa Cremaschi, monaca di Bose che ha dedicato la vita alla loro traduzione e studio, diventa l’occasione di affrontare con uno sguardo diverso alcuni temi gravissimi dei nostri giorni.

Noi viviamo in un contesto sempre più pagano e con un sistema di valori estremamente distanti dal Vangelo, ma non siamo più nell’epoca dei Padri. Anzi, siamo in un tempo post-cristiano e quasi più indifferente che contrario alla fede in Gesù. Tuttavia, molte istanze presenti nei loro te- sti e diverse scelte concrete consolidatesi in quei secoli sono in grado di interrogarci e aprirci delle strade. Il convegno si concentra sul tema della violenza e della pace, a sottolineare che oggi questa è una frontiera di urgenza massima.

La pace nel pensiero cristiano, nel senso più pieno e profondo, comporta una pienezza di vita, una gioia, una riconciliazione che scavalcano le imprese umane e i desideri terreni, perfino le esperienze sensibili di dolore e violenza, e si attuano definitivamente nel mondo rinnovato, nel Regno eterno preparato per i figli di Dio. Ma c’è anche una pace, che si potrebbe qualificare come «terrena», quella sociale e civile, tra le nazioni e i popoli, la- pace che vince le guerre e i timori di guerra. Essa è fondata sul riconoscimento dei diritti essenziali della persona; si costruisce nel giusto appagamento dei bisogni di vita, di amore, di libertà, di lavoro dignitoso e adeguatamente retribuito, di benessere, di comunione, di Assoluto; è garantita non da istituzioni che necessitano di violenza, bensì dal superamento di ogni forma di violenza, compresa quella «strut- turale». È una dimensione che il cristiano sa non essere mai realizzabile completamente e che prevede anche momenti di grande offuscamento per «guerre e rumori di guerra» (cf. Mt 24), ma a cui non si deve abdicare.

L’’invito di Cremaschi a rileggere i testi antichi è anche un invito a non rinunciare, a non cedere alla disperazione e alla disillusione. Una pace terrena che sia «opera della giustizia» (cf. Is 37), oltre ad essere il frutto dell’ordine sociale voluto da Dio, nasce dall’amore ed è frutto di quell’amore che va oltre la dimensione naturale, fino al martirio. Quell’amore che ci interroga e ci sollecita su tanti nostri fallimenti nei rapporti fraterni, sponsali, amicali, professionali.

Per iscrizioni: tel. 3475045771

 

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