BOLOGNA – E’ mancata all’affetto del figlio e dei famigliari, alla nostro affetto, all’affetto di tutti, Francamaria Fiorini: investita al ritorno dalla santa Messa domenica 9 agosto.
Francamaria, e sottolineiamo questa ferma del nome, era veramente “franca”, assolutamente libera nel fare e nel parlare, soprattutto nel dare la sua testimonianza di fede e di vita.
E’ stata protagonista del mondo dell’arte e del presepio: la conoscemmo quasi trent’anni fa, come artista che aveva realizzato un bellissimo presepio in terracotta per la Parrocchia di Santa Maria Lacrimosa degli Alemanni, dove era pure catechista assai preparata e attenta: il suo primo presepio, il “presepio bolognese classico”, si distingueva perché la Vergine baciava la mano del Figlio Bambino così come la bacia del Figlio morto nel dipinto della sua parrocchia di Santa Maria Lacrimosa deli Alemanni.
E’ iniziata così una stagione fecondissima, che l’ha portata, nel 2018, a realizzare il primo “presepio ortodosso”, che purtroppo Bologna non ha mai visto, perché ha girato per mostre e chiese ortodosse: presepio nato dal suo tenace dialogo con gli Ortodossi in Bologna, che ha superato e smussato ogni difficoltà (gli Ortodossi in genere rifiutano il presepio perché tridimensionale).
Per diversi anni un suo presepio è stato nella Chiesa dei Santi Vitale e Agricola del Complesso Stefaniano, nella chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano, nella in Cattedrale di San Pietro, al Museo Davia Bargellini, al Museo della Beata Vergine di San Luca: qui in particolare ha collaborato alla serie di mostre che hanno trattato, di anno in anno, un tema particolare, “I Magi nostri contemporanei” nel 2019. Infatti una delle sue ultime fotografie è stata proprio mentre spiegava la sua tavola terracotta, in cui Magi venivano come trainati da un angelo/stella.
Ha partecipato alle mostre dei presepi in Prefettura, con grande disponibilità e generosità; è stata presente alle esposizioni che ogni anno realizza il Museo Davia Bargellini, e in diverse esposizioni, come alla Galleria “Arteggiando” e “Traditio”, e anche a Lugano. Nel 2019 ha anche realizzato una piccola ma molto sostanziosa guida alla lettura del presepio, con note sul significato delle singole figure e disegni semplici quanto efficaci.
Ogni anno poi metteva a disposizione di diverse parrocchie i suoi presepi, che erano cresciuti di numero, e in particolare è stata presente nella Parrocchia di Sant’Isaia dove, in un dialogo serrato con il parroco, ogni anno un suo presepio veniva composto per portare un messaggio concordato e luminoso.
E’ stata molto affettuosamente vicina alle Clarisse del Corpus Domini, devotissima com’era di Santa Caterina de’ Vigri, di cui ha realizzato diverse statue in terracotta, rappresentando le sue visioni e il suo rapporto con la Vergine Maria e Gesù bambino.
Ha reso tridimensionalmente la Madonna di San Luca e le stampe con figure mariane di cui il Dal Monte si serviva per la sua predicazione.
Ogni anno negli ultimi trent’anni ha ottenuto per i suoi presepi d’arte l’attestato “presepio d’arte” e il riconoscimento “artista del presepio” nella Gara Diocesana “Il Presepio nelle famiglie e nelle collettività”: quasi un’abitudine ormai, di cui sentiremo la mancanza fortemente.
Ha ritratto i santi della nostra Diocesi, santa Clelia, il beato Bartolomeo Maria Dal Monte, Padre Marella, santa Caterina de’ Vigri, sempre facendone dei nostri contemporanei: non ultimo, san Giovanni Paolo II affaticato sul pastorale e seguito dalle pecore del suo gregge.
Le sue opere sono sempre state improntate a una gioiosa positività: e questo è tanto più significativo perché nella vita non le sono state risparmiate traversie dolorose, compresa la prematura perdita dello sposo. Francamaria ha saputo conservare una serenità di fondo, di cui la sua arte è testimonianza: i suoi Gesù bambini sono tutti sorridenti e accoglienti.
Francamaria ci manca.
Gioia Lanzi