Una grande invocazione di pace

La processione cittadina del Corpus Domini

Dalla Cattedrale al Santissimo Salvatore

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A livello cittadino la festa del Corpus Domini è stata anticipata giovedì con una solenne concelebrazione in Cattedrale presieduta dal Card. Zuppi a cui è seguita la processione con il Santissimo Sacramento.

Erano state invitate le zone pastorali dei vicariati urbani di Bologna, mentre nel territorio diocesano le tradizionali processioni sono avvenute domenica a livello locale.

Il Corpus Domini è la festa nata nel Medioevo in seguito ad alcuni miracoli eucaristici, nella quale la Chiesa manifesta il suo stupore e la sua gratitudine per il dono dell’Eucaristia, istituita dal Signore nella notte del tradimento e che rende presente ed efficace qui e oggi la grazia del dono che Cristo ha fatto di se stesso per la nostra salvezza.

L’Arcivescovo, reduce dal viaggio compiuto nei giorni precedenti come Inviato speciale del Papa in Ucraina, indossava nella Messa i  paramenti rossi perché in questa celebrazione votiva si era scelto di celebrare il mistero del Preziosissimo Sangue di Cristo, richiamando così in modo particolare l’Eucaristia che sacrificio di riconciliazione e di pace.

“L’Eucarestia – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia – ci fa riconoscere e adorare la stessa presenza di Cristo deposto sull’altare e sulla mensa del servizio. Questa celebrazione del Corpus Domini – che racchiude e illumina quella del Verbum Domini e quella del Corpus Pauperum – ci aiuta a riconoscere quel pellegrino e a seguirlo per essere noi stessi pellegrini con lui per strada”. 

Il pensiero dell’Arcivescovo è andato spontaneo alle terribili immagini di Bucha, nella periferia di Kiev, dove aveva potuto toccare con mano l’orrore e la disumanità della guerra.

“Oggi piangiamo i tanti crocifissi dalla guerra in Ucraina. E guerra significa violenza, tortura, bombardamenti, malattia, abbandono, orfananza, vedovanza, odio e disperazione. Questa sofferenza diventa una richiesta che ha un duplice significato, che si completa e si sovrappone: Resta con noi. Resta con noi, perché ci sei davvero necessario, perché solo tu riempi il nostro cuore di speranza e ci comprendi come mai nessuno. E lì inizia la pace”.

Un solenne corteo, aperto dalle confraternite laicali e dai gruppi ecclesiali, ha scortato il Santissimo Sacramento portato dall’Arcivescovo fino alla Basica di San Salvatore, che è sede dell’adorazione eucaristica quotidiana. La confraternita del Santissimo sorreggeva il prezioso baldacchino che segnalava la presenza adorabile del Signore nel sacramento.

“Cristo nostra pace, – era la preghiera del Cardinale – liberaci dalla logica del male, che divide e inganna. La tua croce abbatte il muro di separazione. Tu ti sei fatto pellegrino per riempire il cuore di speranza e di amore più forte del male. Tu, nostra pace, insegnaci a camminare verso tutti, a spezzare il tuo pane e quello che ci affidi, perché non manchi a nessuno”.  

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