Bologna – Una varietà di colori, di suoni, di lingue, di volti. La Messa dei popoli in Cattedrale nella festa dell’Epifania ha espresso anche fisicamente la manifestazione della luce del Signore a tutto il mondo. Nella Messa presieduta dall’Arcivescovo i canti, le letture e le preghiere sono stati proclamati nelle 15 lingue degli immigrati cattolici presenti in diocesi.
La singolare corale, composta dall’insieme dei cori di tutte le 14 comunità etniche, ha animato una “variopinta” liturgia. Uno dei momenti più suggestivi, nella sua semplicità, è stato la recita del Padre nostro, durante la quale ciascuno dei presenti ha usato la sua lingua madre, mescolando le lingue nell’unica invocazione.
<Gesù è la luce- ha detto l’arcivescovo in un passaggio dell’omelia -. Quanto abbiamo bisogno di questa luce, come quando siamo nell’oscurità, costretti dalle situazioni a camminare a tentoni, senza riuscire a distinguere il cammino, come dei ciechi che vogliono vedere. Abbiamo bisogno di luce nell’oscurità grande della malattia e in quella più grande e definitiva della morte, che inghiotte la vita dei nostri cari e anche la nostra. Abbiamo bisogno di luce nelle tenebre fitte della guerra che cancella interi paesi con la violenza che non fa riconoscere più l’uomo perché è solo un nemico. Nel buio aumentano le paure, anzi tutto ci mette angoscia, appare minaccioso perché noi non siamo più niente e sembra nessuno ci riconosca più. Alzati! Rivestiti di luce. E’ per te. Questo amore è per te, diventa la tua luce e tu stesso diventi raggiante, perché l’amore accende la vita, la rende luminosa. Ci viene affidata per tenerla in alto, non per nasconderla tenendola per sé, ma mostrarla con gioia a tutta la casa. I magi cercano proprio quella luce, quella che la stella nel cielo mostra ma che troviamo sulla terra. Siamo tutti magi e sono tutti magi, viandanti che non vogliono restare sul loro divano, ma affrontano con umiltà rischi e fatiche di chi cammina>.
Qui il testo integrale dell’omelia della Messa dei popoli
La fotogallery della celebrazione (foto Antonio Minnicelli)