Comunità di Sant'Egidio ha promosso una veglia

“Morti per omissione di soccorso”

Morti di speranza: la preghiera per le vittime della migrazione

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Sono oltre 62mila le persone che dal 1990 ad oggi sono morte di speranza, affogate nel Mediterraneo o lungo le vie di terra alla ricerca di un futuro migliore.

La Comunità di Sant’Egidio, insieme ad associazioni che sono impegnate nell’accoglienza e nell’integrazione delle persone fuggite dalla guerra o da situazioni insostenibili nel loro paese, li hanno voluti ricordare con una veglia di preghiera, celebrata giovedì sera nella basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano, presieduta dal Cardinale Zuppi.

Non sono solo numeri, ma nomi, volti e storie: tra questi Ayoub e il piccolo Adam, sudanesi, insieme ad altri 70 dispersi nell’Africa Sub sahariana annegati nel maggio scorso; Zeinab, donna irachena incinta, con Nasser, pasticcere siriano, e Mohamed, yemenita, morti in un ospedale polacco lo scorso dicembre dopo un lungo viaggio a piedi.

Alla veglia di preghiera hanno partecipato anche persone giunte nel nostro paese attraverso viaggi terribili per pregare insieme e ricordare i loro familiari e compagni che hanno perso la vita, alcuni amici giunti a Bologna in sicurezza grazie ai corridoi umanitari e diverse famiglie ucraine fuggite dalla crudele e terribile guerra ancora in corso nel cuore dell’Europa.

La Comunità di Sant’Egidio ha proposto la reintroduzione del “soggetto garante responsabile”, figura prevista nell’ordinamento fino alla legge Bossi-Fini, che assumerebbe un ruolo determinante nel facilitare la prima fase d’ingresso, sistemazione alloggiativa e reperimento di un’attività lavorativa.

Qui il testo dell’omelia del Card. Zuppi

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