Istituzione Lettori 2025

Speranza per generare la vita

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Erano numerosi i pellegrini che sono saliti al Santuario della Madonna di San Luca, insieme al Cardinale Arcivescovo, nel primo sabato di febbraio, in occasione della Giornata per la Vita. 

Salendo in preghiera, lungo l’antico tragitto del portico, la Chiesa bolognese ha così voluto farsi pellegrina di speranza in sintonia con il Messaggio dei vescovi italiani per questa giornata. 

“Nessuna forma di organizzazione sociale o comunitaria può avere un domani – scrivono i vescovi – senza la trasmissione della vita”.  

“Ogni nuova vita – prosegue il messaggio CEI – è “speranza fatta carne”. Per questo siamo vivamente riconoscenti alle tante famiglie che accolgono volentieri il dono della vita e incoraggiamo le giovani coppie a non aver timore di mettere al mondo dei figli”. 

Il messaggio evidenzia le preoccupanti ricadute sociali ed economiche a lungo termine del costante calo delle nascite e del vistoso calo del desiderio di paternità e maternità nelle giovani generazioni, insieme al quel preoccupante processo di “sostituzione” che comporta l’aumento esponenziale degli animali domestici, come surrogato affettivo.

Il Messaggio dei vescovi parla non solo della pratica dell’aborto, ma anche di quella mentalità radicata che pretende riconoscimento del “diritto all’aborto”: 

Le statistiche dicono chiaramente che sono le lavoratrici, le single e le immigrate a farvi maggior ricorso: dunque – si chiedono i vescovi – l’aborto esprime una scelta veramente libera? o la donna non è forse costretta a una decisione drammatica, da circostanze che sarebbe giusto e “civile” rimuovere?

All’omelia della Messa celebrata nel Santuario, alla vigilia della Candelora, l’Arcivescovo ha sottolineato l’importanza della condivisione: “Non dobbiamo mai lasciare solo nessuno, perché siamo tutti parte di una famiglia, sotto la guida di Maria, madre della vita”. 

“La speranza – ha detto ancora – è essenziale per la vita, un legame che ci unisce agli altri e ci permette di affrontare le difficoltà”. 

E citando Papa Francesco, il Cardinale ha ricordato che i cristiani non devono solo parlare di Dio, ma devono riflettere il suo amore attraverso le loro azioni, facendosi riverberi della speranza e dell’amore divino.

Nell’omelia che 12PORTE pubblica integralmente sul canale YouTube, il Cardinale esorta i più giovani a non avere timore di mettere al mondo o adottare figli, e a rendersi segni tangibili di speranza nel mondo, come segno dell’amore di Dio.

Qui la registrazione integrale dell’Omelia del Cardinale 

«L’appuntamento di quest’anno della Giornata per la Vita – ha affermato don Gabriele Davalli, Direttore dell’Ufficio Pastorale della Famiglia – è caratterizzato dal tema giubilare della speranza: il dono della vita ricevuto ci spinge ad essere donne e uomini capaci di creare buone e sane relazioni riconoscendo l’autore della vita. In questo anno particolare il Pellegrinaggio si colloca come il primo degli appuntamenti che il nostro Ufficio ha programmato per accompagnare le famiglie in un percorso presso alcuni luoghi giubilari della Diocesi».

Ricordiamo il primo amore

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Resa ancora più solenne dalla coincidenza con la domenica, la festa della Presentazione al Tempio del Signore ha visto la presenza di numerose religiose e religiosi della diocesi, insieme all’Arcivescovo per la celebrazione diocesana della vita consacrata.

Il rito suggestivo della Candelora, all’inizio della Messa, ricorda l’incontro dei santi vecchi Simeone e Anna, che riconoscono il piccolo Gesù come luce che illumina tutti i popoli.

In questa celebrazione – ha detto il Cardinale Zuppi – riscopriamo la bellezza e il valore della nostra vita consacrata. “Oggi rinnoviamo le promesse, ricordiamo il primo amore, che ha dato avvio alle vostre famiglie religiose e alla vostra vita; lo facciamo per alimentare la fiamma di cui c’è tanto bisogno, perché è il senso e la bellezza della nostra vita, che non si misura con i risultati”.

In ambito femminile, la diocesi di Bologna, conta sulla presenza di 5 monasteri di clausura con 36 monache; 41 comunità religiose distribuite in 71 case con 439 religiose; 5 altri istituti, in 8 comunità con 22 membri. Sono 7 gli istituti di consacrazione secolare con 70 membri e 3 vergini consacrate.

In ambito maschile, sono presenti 20 istituti religiosi e 4 società di vita apostolica, con un totale di 230 religiosi, dei quali 180 presbiteri, 20 fratelli laici e 29 studenti professi. 19 parroci della diocesi sono religiosi e 18 sono i vicari parrocchiali, 9 i cappellani di Ospedali o Case di cura.

Sento e vedo – ha detto ancora il Cardinale – quanto è cresciuta la comunione tra noi e quanto sia importante perché ci rende tutti più forti; la vostra presenza arricchisce la Chiesa e le città degli uomini. 

“Aiutiamo la Chiesa a essere madre – ha detto ancora – a insegnare a tutti a sentirsi fratelli; una madre che cerca senza sosta gli ultimi, che non si arrende, che dà luce e fiducia, mantiene le promesse perché madre e non matrigna; vive quello che dice e cerca per i figli un futuro diverso”.

“Simeone e Anna erano anziani e hanno trasmesso tanta vita, sapendo che il Signore ci aiuterà. Permettiamo che attraverso noi la speranza raggiunga chi soffre e attende risposta e un amore che li cambi. Siano questi i frutti del Giubileo, segni di speranza”. 

Qui la registrazione video dell’omelia

Venerdì 31 gennaio

L’incontro regionale dei giornalisti

La XX edizione organizzata dall’Ufficio diocesano Comunicazioni Sociali insieme all’Ordine dei giornalisti e altre realtà

Venerdì 31 gennaio nell’Aula Magna dell’Istituto “Veritatis Splendor” (via Riva di Reno, 57) l’Arcivescovo Card. Matteo Zuppi interverrà e concluderà la XX edizione dell’incontro regionale dei giornalisti

La seconda “prima Messa” di Padre Marella

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Una Messa nella chiesa di San Giovanni in Monte a 100 anni esatti dalla riabilitazione sacerdotale di Don Olinto Marella che proprio nell’artistica chiesa cittadina, Il 2 febbraio 1925, saliva l’altare per celebrare la sua “seconda prima messa”.

Il Cardinale Zuppi, celebrando la Messa della Presentazione al Tempio, ha ricordato la prova sostenuta da padre Marella e la sua obbedienza e fiducia alla Chiesa.

Reo di aver dato ospitalità ad un ex compagno di seminario, scomunicato perché vicino alle idee del modernismo, don Olinto venne colpito con durezza dal vescovo di Chioggia, sua diocesi natale, dalla sospensione a divinis con il divieto di accostarsi all’Eucaristia in diocesi.

Una prova tremenda, che costrinse Marella ad abbandonare l’isola di Pellestrina, dove aveva avviato un oratorio per i ragazzi, per giungere poi a Bologna dove insegnò storia e filosofia nei licei cittadini.

Ricordando quei 16 anni di esilio spirituale Marella scriverà all’amico e compagno di seminario Angelo Roncalli (futuro Giovanni XXIII): “La strada della mia salvezza fu la carità, mentre l’orgoglio mi avrebbe perduto, la carità mi ha salvato”.

Sarà l’Arcivescovo di Bologna Cardinale Nasalli Rocca a ottenere per lui la riabilitazione al Sacerdozio e avrà l’incarico di occuparsi dei più diseredati, cosa che aveva sempre comunque fatto in tutta la sua vita e anche nel periodo della sospensione a divinis.

Qui il video della registrazione integrale dell’omelia del Card. Zuppi

La santità genera santità

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“Donna di speranza, piena di luce che rende tutto bello, che ci induce a non avere paura mai di voler bene”. Il Cardinale Zuppi ha presieduto mercoledì mattina, nella Cattedrale di Catania, la Messa solenne per la festa di Sant’Agata, vergine e martire.

Presenti numerosi vescovi titolari ed emeriti della Sicilia, il Cardinale è stato accolto da mons. Luigi Renna, arcivescovo della città etnea, che nel suo saluto ha ricordato i martiri di questo secolo, vanto della Sicilia: il giudice Rosario Livatino e il parroco di Brancaccio, don Pino Puglisi, “Resi martiri da quella religione capovolta che è la mafia”.

“Quanto è vero che la santità genera santità” – ha detto il Cardinale. “Quanti frutti da quel seme da cui è nata la Chiesa di Catania che si espande. Ricordiamoci che la santità ce la portiamo dentro. I famosi santi della porta accanto possiamo essere e siamo ognuno di noi; non stanchiamoci, non rassegniamoci: gettiamo tanto amore. La santità non vuol dire la perfezione, vuol dire tanto amore di Dio e tanti frutti che non dobbiamo calcolare, ma quanta gioia sarà donata agli altri”.

“Il tempo che stiamo vivendo – ha detto ancora – mette paura e la paura è cattiva consigliera: porta guerre, violenze e disillusioni. È invece la speranza che ci da forza non viceversa e la forza è quella dell’amore che abbiamo dentro”.

L’Arcivescovo ha concluso l’omelia con le parole in siciliano che amano ripetere i devoti di Sant’Agata: “Guardate quanto è bella, ha gli occhi che sembrano stelle e una bocca che sembra una rosa. Siamo devoti tutti? Si,si, Cittadini evviva s. Agata!”