Anziani e digitalizzazione

Prosegue l’opera di «Al tuo fianco»

Oltre ottanta le persone aiutate nel primo anno di attività

Il progetto sostenuto dall’Arcidiocesi ha assistito oltre ottanta persone nel primo anno di attività.

La pandemia ha reso evidenti diseguaglianze note, ma che nessuna Istituzione sentiva come proprie responsabilità come ad esempio il divario digitale, cioè l’incapacità di una larga fetta di popolazione di affrontare il mondo della tecnologia. Spesso a fare i conti con questa difficoltà sono gli anziani e in particolare le donne anziane. Con le restrizioni messe in campo per limitare i rischi di contagio sin dall’inizio del 2020 l’isolamento degli anziani è risultato chiaro sul piano della presenza fisica come per tutti, ma oltre alla impossibilità di contatti fisici e socializzazioni ad aggravare negli anziani lo scollamento dai luoghi di incontro e dagli affetti è stata spesso la loro incapacità ad utilizzare tablet, computer, smartphone, a scegliere contratti e gestori telefonici adatti alle loro esigenze, a scaricare app e piattaforme di collegamento virtuale.

Le comunità e le associazioni hanno avvertito subito questo distacco imposto ai loro cittadini e iscritti più anziani e hanno cercato di improvvisare antidoti oltre alle parole scambiate per telefono, per lettera o sui pianerottoli. L’antidoto più significativo è stata la creatività nell’affiancamento e nell’aiuto che in quei giorni si è manifestato soprattutto con la consegna di spesa e farmaci e con gli accompagnamenti.

Dalla fine del 2020 l’Arcidiocesi di Bologna tramite la Casa di accoglienza «Beata Vergine delle Grazie» ha attivato una collaborazione con l’Area Welfare e Promozione del Benessere di Comunità del Comune di Bologna per dare supporto alle persone anziane che si trovano in condizione di particolare fragilità sociale, sanitaria e culturale, offrendo a loro ed ai loro caregiver strumenti per risolvere problemi quotidiani di gestione della vita a domicilio.

Il progetto denominato «Al tuo fianco» in un anno di collaborazione sperimentata nella Zona Pastorale Mazzini in sinergia tra le quattro Parrocchie e con i servizi sociali territoriali dei quartieri Savena e Santo Stefano ha ricevuto 83 richieste e formato 74 cittadini disponibili a rendersi utili agli anziani in difficoltà.

Più di una trentina di richieste hanno riguardato un bisogno di affiancamento e relazione nello svolgimento delle attività quotidiane ma altrettante richieste hanno riguardato informazioni per l’accesso a servizi o per l’espletamento di pratiche amministrative o burocratiche fra le quali anche l’acquisizione dello SPID, la preparazione dei documenti per la presentazione dell’Isee, il cambio di contratto per le utenze domestiche.

Queste attività risultano relativamente semplici per chi sa muoversi con la tecnologia ma sono invece impossibili per gli anziani che non ne hanno dimestichezza ed estremamente laboriose per chi possiede una cultura digitale di base, utile al massimo a consultare la posta elettronica o i messaggi al cellulare. Questa difficoltà esclude di fatto questa parte della popolazione dall’accesso ai servizi, limitandone i diritti.

La consapevolezza raggiunta in questo anno di attività col progetto «Al tuo fianco» sostenuta anche dalla lettura dei contenuti degli obiettivi delle Missioni 5 e 6 del Pnrr è che sia venuto il momento di stimolare la comunità intera alla solidarietà intergenerazionale per promuovere uno scambio di competenze e l’affiancamento delle persone anziane e contrastare il divario digitale rilevato dalle indagini comunali e approfondito nella riflessione di Gianluigi Bovini. In questi due punti infatti il Pnrr enfatizza la possibile azione, da parte dei Comuni in collaborazione col Terzo settore, di inclusione e coesione sociale investendo sulle competenze di tutti i cittadini e dando luogo ad una formazione permanente che porterebbe ad una migliore qualità di vita al domicilio, un miglioramento dell’autonomia della persona ed allontanando il momento dell’ingresso in strutture residenziali per anziani e disabili.

Tali forme di scambio educativo rappresentano di per sé un profondo valore etico per la comunità ma nel favorire una domiciliarità più sicura aprirebbero ai giovani nuove professionalità orientate alla facilitazione all’accesso alle informazioni ed all’autonomia individuale. Nei prossimi anni sarà inevitabile la digitalizzazione dei servizi sociali e sanitari per limitarne i costi e distribuirli in modo capillare. Dall’esperienza condotta in un anno di attività nel progetto «Al tuo fianco» emerge che circa la metà delle richieste di aiuto sono state risolte da un volontario che ha facilitato la connessione fra l’anziano e l’informazione o il servizio di cui aveva bisogno, in modo molto rapido e diretto senza costi aggiuntivi per la Pubblica Amministrazione ma con grande soddisfazione reciproca delle persone che vi hanno contribuito.

Cristina Malvi

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