Mercoledì 20 settembre

Un libro ricorda Ardigò a 15 anni dalla morte

Il volume sarà presentato nell'Aula «Santa Clelia» dell'Arcivescovado alle ore 15

Alla presentazione del volume, che si svolgerà nell’Aula «Santa Clelia» alle ore 15, parteciperà anche il cardinale Matteo Zuppi

Mercoledì 20 dalle 15 nella Sala Santa Clelia della Curia Arcivescovile (via Altabella, 6) si terrà l’incontro di presentazione del volume «Achille Ardigò e la presenza politica e sociale dei cattolici in Italia» (Franco Angeli, 2023) curato da Costantino Cipolla, Luca Diotallevi ed Everardo Minardi.

L’evento sarà presieduto e introdotto da Costantino Cipolla, dell’Università di Bologna. In apertura interverranno per una testimonianza Michele Cavallaro e Sergio Carassiti, della famiglia Ardigò. Seguiranno gli interventi di monsignor Tommaso Ghirelli, vescovo emerito di Imola, Everardo Minardi, Università di Teramo, Alessandro Alberani, direttore della Logistica etica di Interporto Bologna, Carla Landuzzi, direttrice della Fondazione Ipsser, Fulvio De Giorgi, presidente della Rosa Bianca, Pierluigi Castagnetti, presidente della Fondazione Fossoli, Giorgio Tonelli, giornalista Rai, Acli Bologna.

La presentazione sarà conclusa dall’intervento del cardinale Matteo Zuppi.

In occasione dell’evento, nel numero di domenica 17 settembre Bologna Sette sarà ospitata una riflessione di Giorgio Tonelli che qui riportiamo parzialmente.

Era l’1 marzo 2001. Alla festa di compleanno per gli 80 anni, Achille Ardigò, circondato da moltissimi amici, nella sede della Cisl bolognese, lanciò tre messaggi: uno cittadino, uno mondiale ed uno più spirituale: «Bologna sta dimenticando Dossetti – affermò il professore – questa città ha perso l’esperienza storica dei quartieri. La gente si muove senza identità locali e il rapporto fra generazioni è più complesso e critico». Poi, riflettendo sullo stato delle democrazie nel mondo aggiunse: «E’ un momento di grande crisi delle Nazioni Unite. Gli stessi modelli democratici del dopoguerra sono in crisi. Dobbiamo creare le premesse per una correzione». Infine, per il suo futuro Ardigò, appartenente al Terz’ordine secolare francescano, si riprometteva di indagare la trascendenza: «Mi voglio porre in rapporto con Dio in vista dell’Aldilà». Negli ultimi anni di vita, Ardigò era l’anima di una sorta di «cenacolo» bolognese, «Iter», con sede presso la Compagnia missionaria del Sacro Cuore. Davanti ad una trentina di persone di varia età, formazione e cultura, il sociologo dell’Intelligenza artificiale (e di tanto altro) contemplava e commentava le alte vie mistiche di santa Teresa d’Avila, Edith Stein, santa Teresa di Lisieux, san Giovanni della Croce. Un paradosso solo apparente, che trova più risposte nel ricco volume «Achille Ardigò e la presenza politica e sociale dei cattolici in Italia» (Franco Angeli). Il volume, curato da Costantino Cipolla, Luca Diotallevi ed Everardo Minardi, raccoglie 31 testimonianze di amici, collaboratori, ma anche critici del pioniere della sociologia scomparso 15 anni fa, la cui eredità e testimonianza è ancora incredibilmente attuale.

Giorgio Tonelli

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